Prima pagina » Cronaca » Chef Colonna sul Green pass: “Licenzierò chi non lo avrà”

Chef Colonna sul Green pass: “Licenzierò chi non lo avrà”

Per lo chef stellato Antonello Colonna “non ci sono santi”

Chef Colonna

Antonello Colonna, chef romano e imprenditore a Labico, Roma, Milano e Como

L’obbligatorietà del certificato verde è passata prima per gli istituti scolastici e, adesso, sta approdando al settore della ristorazione. Ed è proprio in questo ambiente che uno dei primi a parlare è Antonello Colonna, chef stellato di fama internazionale che ha preso il discorso dimostrandosi categorico: nel suo ristorante, il Colonna Resort, non lavoreranno dipendenti senza Green pass. E per quanti non dovessero averlo “non ci sono santi” ha affermato, perentorio.

La linea di pensiero dello chef

Lo chef Colonna, infatti, segue la teoria di un mestiere non solo di responsabilità, ma di prima necessità; quanti lavorano nella ristorazione, infatti, sono a suo dire come una sorta di “protezione civile” apportando “un beneficio per salute pubblica”. Ecco perché il cuoco è un accanito sostenitore del vaccino anti-Covid, tanto da dichiarare apertamente – e senza remore – che manderà a casa i dipendenti che, da qui a tre settimane, non avranno il certificato verde: “Se entro il 15 ottobre i miei dipendenti non avranno il Green pass li licenzierò” ha affermato ad Adnkronos.

Non ci sono scuse

Non soltanto, secondo lo chef, la scelta di farsi inoculare il vaccino anti-Covid è “un atto civile”. Proponendo un paragone con la vita di ogni giorno, ha poi affermato che, in effetti, i nostri dati e i nostri nominativi sono ovunque: dal ticket per il concerto acquistato online, al biglietto per prendere il treno. Il nominativo sul Green pass, dunque, che spaventa in molti, non sarebbe affatto una novità. Per questo, per lui, non ci sarebbero scuse. “Stessa cosa accade da sempre negli hotel quando ti registrano al check-in. Quando mai qualcuno ha preteso di entrare senza documenti?” Chiede. E ancora, conclude “I miei clienti si sentono tutelati grazie al certificato verde, da noi non ci sono stati problemi di salute e non lo vedo discriminatorio richiederlo”.

Insomma, la sua linea di pensiero è chiara; il vaccino dei ristoratori è una forma di tutela nei confronti dei clienti. Ma gli ideali pro-vax dello chef non dovrebbe sorprendere i suoi dipendenti: già nel corso di questa estate si era pronunciato favorevole all’introduzione del certificato verde, il cui unico problema, risiedeva nell’assenza di controlli. Problema, che adesso, dovrebbe essere risolto dal momento che può lui stesso provvedere alle ispezioni.

Fonti: Adnkronos

Lascia un commento