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Carni rosse e insaccati cancerogeni? La scelta giusta è vegana

Non vogliamo parlare solo di etica questa volta, ma di un’allarme riferito dall’OMS riguardo al consumo di carni rosse e insaccati

Non vogliamo parlare solo di etica questa volta, ma di un’allarme riferito dall’OMS riguardo al consumo di carni rosse e insaccati. L’agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (Larc) e parte dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), dichiarano che esiste un legame tra alimentazione a base di proteine animali e cancro, sulla base di circa 800 studi precedenti. Un rapporto, che nei giorni scorsi è stato pubblicato dal Daily mail, e ieri su Lancet Oncology. Tra le specie viene inclusa anche quelle a carne rossa: maiale, vitello, agnello, cavallo, pecora e anche la capra. Si fa poi un riferimento specifico ai salumi, alla carne lavorata di ogni genere e alla carne in scatola.

Tra le forme cancerogene più riscontrate nei pazienti con abitudini alimentari come queste ricordiamo: il cancro al colon-retto che solamente per l’assunzione di 50gr. giornalieri si incrementa del 18%, ma altre aree del corpo interessate sono lo stomaco, il pancreas, la prostata (correlate con le carni che contengono glifosato, un noto diserbante). Le carni lavorate come gli hot dogs, il prosciutto, le salsicce, e le carni in scatola e le salse a base di carne detengono il primato in quanto vengono processate con l’aggiunta di sostanze dannose per il corpo umano attraverso la  salazione, l’affumicatura e l’essiccatura . La Coldiretti smentisce assicurando che le carni Italiane sono controllate da un protocollo ferreo, ma il Codacons invece ribadisce l’urgenza di informare tempestivamente la popolazione, e attraverso il Ministro della salute Beatrice Lorenzin, promuoverne la sospensione delle vendite.

Ci troviamo ancora una volta però a discutere solo sulla salute dell’individuo, nessun accenno alle vittime di un olocausto senza fine. Le “fattorie” sono dei veri campi di concentramento dove gli animali vivono stipati in celle metalliche sporche perché non hanno neanche gli spazi idonei per potersi muovere. Vogliamo soffermarci sulle scrofe che vengono inseminate per procreare e partoriscono dentro celle dove vivono in decubito laterale in mezzo alla loro urina e alle loro feci, allattando i neonati a cui vengono strappati senza anestesia denti e testicoli, e poi sgozzati o utilizzati per l’incremento della produzione.

Alle migliaia di galline dette “ovaiole” a cui viene tagliato il becco con una lama rotante senza anestesia ovviamente,  e che vengono inserite in appositi spazi dove prive di uno spazio motorio restano in vita fino a quando assicurano produttività. Ai pulcini tritati vivi per divenire concime, o allevati come polli e in soli 40 giorni macellati a testa in giù con una lama che passando accanto al collo gli taglia la testa.

Ancora sui vitelli separati dalle madri, anch' esse ingravidate artificialmente per garantire profitti all’industria del latte e del destino dei loro figli, a cui questo latte era destinato, uccisi dopo soli due giorni dal parto per non decrementare la produzione dello stesso, destinato in età non idonee ad un pubblico di onnivori. E di tutti gli animali comunque, allevati a solo scopo alimentare. Mettiamoci una mano sula coscienza, e pensiamo anche alle varie facce di questo cibo.

Ministro Lorenzin, anziché parlare di piramide alimentare, non crede che oggi bisognerebbe adeguarsi ai tempi e modificare davvero le nostre abitudini? Visto che conosciamo anche i danni enormi che questo perpetuarsi ha creato alla biosfera e come abbia incrementato la fame nel mondo. La scelta  da fare è un' alimentazione consapevole. La scelta giusta è la scelta vegana.

E' grazie a personaggetti come quelli che promuovono certi prodotti in televisione e ad un folto numero di teleidioti che il nastro trasportatore di morte incrementa il proprio ritmo. Ricordiamo i numeri di animali uccisi al solo scopo alimentare: 170 miliardi ogni anno; 500 milioni ogni giorno; 19 milioni l' ora; 5.390 al secondo.

 

* di Luciana Milia, promotrice dei diritti degli animali e amministratrice del sito e pagina Facebook Io non ti mangio

 

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