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Carceri, Delmastro: “Detenuti stranieri nel loro paese per svuotare le celle”

Dopo l’evasione dei 7 minori dal Beccaria si torna a parlare di carceri: sovraffollamento, suicidi e carenza di personale formato

Andrea Delmastro

Andrea Delmastro

Dopo l’evasione dei 7 minori dal Cesare Beccaria si torna a parlare di carceri: sovraffollamento, suicidi e carenza di personale formato.

Delmastro: detenuti stranieri nel loro paese anche senza consenso

“Ho parlato a lungo con il ministro degli Esteri ipotizzando in tutti i trattati bilaterali internazionali la possibilità, come avviene per l’Albania, che il detenuto possa scontare la pena nel paese di provenienza anche senza il suo consenso. Così avremmo già risolto il sovraffollamento.

Se ci sono 19mila detenuti stranieri per 137 euro al giorno per 365 giorni, mandandoli nel Paese di provenienza io ogni anno ho trovato soldi per costruire nuove carceri”. Così il sottosegretario alla Giustizia di Fdi, l’avvocato Andrea Delmastro in un’intervista al Giornale.

Educatori e psicologi per evitare i suicidi

“Abbiamo ereditato una situazione esplosiva – dice Delmastro – Noi innanzitutto abbiamo la necessità su 190 carceri di trovare 190 direttori e 190 comandanti, e li troveremo. Come di aumentare educatori e psicologi per evitare i suicidi. Poi serve un intervento serio sull’edilizia penitenziaria“, spiega.

Quanto alle carenze di organico fra gli agenti “aumentare l’organico di polizia penitenziaria serve per umanizzare la pena, migliorando il servizio – prosegue – Non essendo figli di un dio minore rispetto ai colleghi delle forze dell’ordine, anche la polizia penitenziaria andrà dotata di taser per contenere gli eventi critici“.

La custodia cautelare

Un altro grande gruppo della popolazione penitenziaria è costituito dai detenuti in custodia cautelare, come i ragazzi evasi dal Beccaria per cui non era ancora iniziato il processo. “La custodia cautelare oggi in Italia è smodata anche solo per aspetti statistici agghiaccianti rispetto al resto d’Europa. A volte anche a fini snaturati rispetto all’esigenza di sicurezza, ma per ottenere una confessione.

Va rivista – sottolinea il sottosegretario – prevedendo un intervento che renda meno discrezionale il ricorso agli arresti preventivi, ma noi di Fratelli d’Italia rimaniamo contrari a ciò che prevedeva il referendum che evitava la custodia in caso di rischio reiterazione, che è invece l’unico modo per fermare spacciatori e stalker”.