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Carcere, sniffa 4 bombolette di gas con il compagno di cella: muore 27enne

Ancora una morte in carcere, Youssef sniffa 4 bombolette di gas con il compagno di cella. Muore a 27 anni. Da stabilire se è suicidio

sbarre di un carcere

Dobbiamo registrare ancora un episodio di morte in carcere, stavolta a perdere la vita un ragazzo di 27 anni che insieme al compagno di cella sniffa il gas di 4 bombolette per i fornelli da campeggio. I due sono stati trovati riversi nella loro cella privi di sensi ma per uno di loro i soccorsi sono stati inutili.

I fatti risalgono a pochi giorni fa nella casa circondariale Lo Russo e Cutugno di Torino. Sono quasi le 21, quando gli agenti di polizia penitenziaria effettuano i controlli di routine si accorgono che qualcosa non va nella cella dei ragazzi.

Immediati i soccorsi ma per Youssef era troppo tardi.  Il giovane è stroncato da un arresto cardiaco, provocato dal gas inalato.

L’altro detenuto, trasportato in ambulanza all’ospedale privo di conoscenza, se la caverà con un breve ricovero al pronto soccorso del Maria Vittoria.

Carcere, sniffa 4 bombolette di gas

Il gas delle bombolette è un modo legale e pericoloso di sballarsi. I detenuti possono accedere normalmente all’acquisto delle bombolette per alimentare i loro fornelletti da camping, stavolta però il gas è stato usato come una sorta di droga.

Youssef, era ospite della casa circondariale dal 2018 con una pena di 10 anni: la somma di sei condanne: per rapina e furto.

Arriva al carcere con una lunga serie di guai con la giustizia. Ma Youssef, radici magrebine, nato a Torino con i genitori emigrati in Inghilterra, aveva anche gravi problemi psichiatrici.

Difficoltà mentali unite a una profonda dipendenza dalle droghe, soprattutto crack.

Raggiunto dal quotidiano La Stampa, l’avvocata del giovane racconta: “Nelle sue condizioni non era facile trovare percorsi alternativi”.

Era solo Youssef ma non abbandonato, racconta ancora la sua legale: “Nei giorni scorsi avevo sentito il padre, mi ha detto che era venuto a Torino per incontrare il figlio. Un figlio problematico, seguito fin da bambino dai servizi psichiatrici”.

Anche se l’episodio è stato trattato come un suicidio, è plausibile che il giovane abbia cercato di stordirsi utilizzando il gas proprio per la sua radicata dipendenza dalle droghe.

Sballarsi, dimenticare, morire. Le tragedie silenziose delle carceri

Non possiamo smettere di porre attenzione al fenomeno delle morti nelle strutture detentive. Oggi la nuova pratica per sballarsi è quella delle bombolette a gas.

Le bombolette sono in libera vendita, vengono utilizzate dai detenuti per fare il caffè, preparare la colazione, scaldare le pietanze. Eppure negli ultimi mesi l’uso del gas come forma di droga, è un fenomeno che è cresciuto in maniera preoccupante.