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Canili e gattili di Roma a rischio chiusura

L’Oasi Felina di Villa Flora ha già chiuso i battenti. Montano le proteste in Campidoglio

LA DELIBERA SUI CANILI – “Il 22 Maggio scorso la Giunta Comunale ha approvato una delibera, la n. 148, che sancisce, di fatto, il depotenziamento delle strutture pubbliche che si occupano di cani e gatti”. A spiegarcelo è Simone Placido, che abbiamo incontrato in occasione della protesta dei dipendenti della Multiservizi Roma in Campidoglio. Quel giorno, erano presenti anche i volontari e i lavoratori dei canili di Roma, in protesta anche loro.

Ma in cosa consiste questo depotenziamento – in favore, quindi, di strutture private? “Questo depotenziamento – continua Simone – consiste nel trasferimento di oltre 400 cani in strutture private, non meglio specificate, con un costo aggiuntivo per il Comune di Roma, perché ricordo che gli animali ospitati nelle strutture pubbliche non hanno costi singoli, ma sono i servizi a costare, sia che ci sia un solo cane, sia che ce ne siano di più. Al contrario – specifica ancora Simone – nelle strutture private ogni trasferimento ha un costo aggiuntivo di 6 euro al giorno a cane. Quindi, di fatto, si sta facendo una speculazione a favore dei gestori privati, che operano in strutture che nessuno conosce, perché a Roma la storia dei canili privati è abbastanza famosa”. E si riferisce Simone, ad esempio, al sequestro del canile Parrelli, il cui custode giudiziario al momento – dopo il sequestro – è proprio il Comune di Roma. Il problema, quindi, è che in queste strutture private “non si ha modo di verificare il lavoro, come viene svolto, se i lavoratori sono contrattualizzati o no, se vengono rispettate le norme sulla sicurezza, nonché i diritti degli animali”.

Inoltre, con l’approvazione di questa delibera, “si licenzia circa il 70% dei lavoratori” impiegati nel settore. Questo, “perché – spiega Simone – si chiudono i servizi e si smantellano alcune strutture”. Il canile della Muratella, ad esempio, costruito nel 2001, al cui interno è presente anche “un gattile, che funge da primo rifugio per i gatti malati e feriti, in attesa che vengano rimessi o in colonia o sul territorio, sterilizzati”. Questo – continua Simone – “viene a morire, e a Roma non ci sarà più un ambulatorio, o meglio un posto pubblico, dove portare un gatto ferito”. Viene chiusa anche la struttura di Vitinia – tra l’altro, spiega ancora Simone, “in quell’area è prevista la costruzione dello stadio della Roma”. E ancora, “è già stata chiusa l’Oasi Felina che sorge nel parco di Villa Flora, gioiello tra le colonie feline, per il benessere dei gatti”.

Ciò che Simone e gli altri chiedono, quindi, “è la cancellazione di questa delibera” e che “si apra un tavolo di discussione con i lavoratori e con le associazioni di animalisti, nonché con i sindacati, che possa in qualche modo far tornare indietro l’amministrazione”.

Il gruppo dei lavoratori e dei volontari, ieri, è stato ricevuto in via delle Vergini – dove hanno sede i gruppi consiliari di Roma – da SEL. Che però, giova ricordarlo, è nella maggioranza al governo di Roma. Sembra però che sia stato giunto un accordo per scrivere una mozione per far cancellare la delibera, approvata dalla maggioranza, dunque. La mozione è stata poi firmata dai vari capigruppo, secondo quanto spiega ancora Simone. Ora bisognerà aspettare che venga calendarizzata.

OASI FELINA DI VILLA FLORA – Proprio sull’Oasi Felina di Villa Flora, c’è altro da dire. Ieri, 5 giugno 2014, i consiglieri del Municipio XII, Daniele Diaco e Silvia Crescimanno (M5S), hanno effettuato un sopralluogo, a seguito dell’approvazione della delibera n. 148. “Tale struttura – spiegano i due – è stata dichiarata dalla USL Roma D non conforme agli standard richiesti a causa dell'altezza dei soffitti, ritenuti troppo bassi (inferiori a 2 metri e 70 cm) e non adeguabili, e della non conoscenza delle modalità di smaltimento delle acque reflue e di approvvigionamento idrico”.

Premesso che la struttura non è destinata ad abitazione, bensì a ricovero di gatti, “riteniamo innanzitutto – continuano Diaco e Crescimanno – che l'altezza dei soffitti non possa costituire una valida motivazione per la sua chiusura, inoltre il problema relativo allo smaltimento delle acque reflue sarebbe facilmente risolvibile con la presenza di un semplice bagno chimico”.

Per evitare che i gatti ospiti dell'oasi andassero dispersi chissà dove, l'associazione che attualmente gestisce la struttura ha trasferito 130 gatti presso un proprio rifugio in periferia, “con la grave conseguenza però di una mancanza di visibilità sul territorio che innesca un circolo vizioso dovuto alle scarse adozioni, con minori possibilità di poter accogliere ed accudire nuovi gatti” – spiegano ancora i due consiglieri.

Lo smarrimento che si prova arrivando all'oasi di Villa Flora, per i due, è tangibile. “Tutto questo per dei cavilli burocratici assolutamente superabili, se solo venisse applicato il buon senso – continuano – Ci chiediamo inoltre come mai, dopo tanti anni di attività dell'oasi felina di Villa Flora, solo adesso Roma Capitale senta l'esigenza urgente di stabilire quali strutture siano a norma e quali no. Forse perché l'Amministrazione non ha più soldi disponibili per tenere in piedi strutture di questo tipo e quindi preferisce affidare gli animali a strutture private? Questa è la chiara conseguenza di una malagestione della città perpetrata per anni e dalle diverse amministrazioni che si sono progressivamente succedute, grazie alla quale adesso gli animali pagheranno un dazio pesantissimo, e con loro tutte le persone che si sono sempre battute per i loro diritti” – concludono Diaco e Crescimanno.

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