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“Bye Bye City Car”, sotto accusa la pubblicità al Vaticano

La denuncia delle senatrici M5S Montevecchi e Taverna. E qualcuno risponde: “E’ del Vaticano, Marino non può far niente”

Roma, Castel Sant’Angelo.  Dal ponte si intravede “uno degli scorci più belli di Roma”, uno di quelli che “i turisti si portano a casa come una cartolina”. Ma da qualche giorno, dal ponte, non è più possibile vedere Roma. Quello che appare agli occhi dei cittadini e dei turisti è un enorme cartellone pubblicitario, rosso, con la scritta ‘”Bye Bye City Car”. Uno scorcio tutt’altro che memorabile, altro che “La Grande Bellezza”. O forse sì, proprio “La Grande Bellezza” che ci ha raccontato Paolo Sorrentino, quella decadenza dei costumi e della morale che si consuma all’ombra della Città Eterna. Roma che, come scrive Filippo La Porta in “Roma è una bugia”, più che Eterna, sembra una città eternamente terminale.

“Per colpa di un’Amministrazione vergognosa e di una Sovrintendenza che evidentemente non controlla come dovrebbe fare, ci ritroviamo uno dei più bei monumenti di Roma e di Italia totalmente deturpato”. A parlare sono le senatrici del M5S Michela Montevecchi e Paola Taverna, che annunciano un’interrogazione “affinché l’amministrazione di Roma Capitale e la Sovrintendenza si assumano le proprie responsabilità”.

Anche la voce del web sembra uniformarsi a quella delle due senatrici. In un post apparso sulla pagina Facebook di Paola Taverna, dal titolo ‘Venduto a Marchionne lo scorcio più bello di Roma’, sono molti i commenti di disappunto che si leggono. “Un vero obbrobrio”, scrive Giuseppe. “Roma è diventata una latrina”, scrive Giuliano. Altri, però, fanno notare alle senatrici che sotto accusa c’è “il cartello messo dal Vaticano su di un territorio del Vaticano, per il quale il sindaco non può far nulla”.

Lo stesso Campidoglio, in una nota, ha fatto sapere che “si tratta di una esposizione pubblicitaria posizionata su di uno stabile dello Stato Vaticano e quindi in regime di extraterritorialità. Tale esposizione è soggetta a quanto stabilito nei Patti Lateranensi ed eventuali rapporti istituzionali, finalizzati a valutare l’impatto dell’esposizione sul territorio capitolino da cui risulta in vista, possono essere tenuti soltanto dagli organi di governo, non dagli uffici dell’amministrazione comunale in quanto materia di rapporti fra Stati. Il regolamento sulla pubblicità di Roma (che ne avrebbe ridotto il formato) non è applicabile in quanto ci si trova nel territorio della Città del Vaticano. Tutte le procedure sono state seguite dagli uffici del Vaticano”.

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