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Bruganelli e Bonolis insieme ma in case separate, Crepet: “Non siamo nati ieri, sappiamo cosa c’è dietro”

Il sociologo: “Per evitare divorzi terrificanti dal punto di vista economico, a un certo punto si firma un armistizio”

Paolo Crepet

Paolo Crepet

“Andate oltre ai letti separati, con Bonolis ho costruito una grande famiglia” a scriverlo in un post su Instagram Sonia Bruganelli, opinionista del Gfvip, moglie di Paolo Bonolis.

Qualche mese fa la stessa Bruganelli, aveva voluto allontanare e smentire ogni probabile rumor che la vedesse in crisi con il noto conduttore. Sonia ha dichiarato la propria volontà rimanere al fianco di Bonolis per tutta la vita. Ha inoltre spiegato quello che secondo lei sarebbe il segreto per consentire a una relazione di resistere al trascorrere del tempo:

“Dormire in camere separate, è un segno di civiltà!” – ha recentemente detto la Bruganelli – “Sto sistemando la mia nuova casa, dove mi trasferirò da sola con Adele. Silvia resta con lui. Stiamo ancora insieme, certo! Ma in palazzi diversi, comunicanti da una doppia porta sul terrazzo. E’ il segreto per restare insieme tutta la vita“.

Per quanto curiosa e bizzarra possa sembrare la soluzione, non di certo è l’unico esempio. A proposito di coppie all’interno del mondo dello spettacolo, la stessa idea è stata seguita da Katia Follesa e Angelo Pisani. La coppia di comici, ha infatti recentemente dichiarato di possedere da qualche tempo un altro appartamento, vissuto come una sorta di rifugio, un posto presso il quale l’una o l’altro può andare, in caso di necessità.

Angelo Pisani e Katia Follesa

Connotazione negativa? Un modo semplice per poter vivere i propri spazi? Ognuno evidentemente percepisce questa strada in modo diverso. C’è chi crede che coltivare determinate scelte possa essere un bene per la coppia, coltivando se stessi, alimentando benefici nei confronti della famiglia, dei propri figli. Un modo che evidentemente riesce a garantire una seppur particolare, ma sana quotidianità. E’ forse il segno di un passo coi tempi che sta portando nuove dimensioni all’interno del nucleo familiare.

E’ una sorta di locus amoenus utilizzato per evadere da qualsivoglia situazione che possa comportare asperità e momenti difficili. E tutto ruota a seconda delle esigenze del singolo, che, ritrovandosi ritrova il proprio posto all’interno della coppia, ristabilendo evidentemente un equilibrio tendente al contrario a perdersi.

Certo è che nel corso del tempo, si è assistito a un costante incremento di separazioni e divorzi. Negli anni dal 1971 al 1980, il numero di quest’ultimi era inferiore a ventimila per ciascun anno. Per poi arrivare a far registrare un numero vicino a 990.000 donne e 681.000 uomini che risultavano divorziati nei giorni nostri, prima dell’arrivo della pandemia. Evento che ha certamente peggiorato le statistiche. Nell’ultimo anno sono stati segnalati 100mila divorzi e 120mila separazioni.

E’ dunque questa la soluzione perfetta, inevitabile per vivere e non perdere le relazioni nel terzo millennio? Prendersi i propri spazi aiuta? Con questa soluzione si vive meglio? Lo abbiamo chiesto al prof. Paolo Crepet, psichiatra e sociologo:

“Si vive meglio ma costa di più, mi pare evidente” – ha detto Crepet – “A un certo punto della vita coniugale si firma un armistizio. Per cui, non ci arrabbiamo più, non ci si d più la caccia per tutte le cazzate che si fanno e via. Ci sono soluzioni diverse. C’è la soluzione più scomoda, che è letto o divano”.

Divorzio, mano di uomo e donna con fede e penna in mano

“C’è la soluzione intermedia” – ha continuato il sociologo – “che è due camere da letto diverse e c’è la soluzione cinque stelle, forse anche sei, di due appartamenti. Cosa rimanga di quella coppia francamente lo reputo misterioso. La coppia è anche la sfida, con i ritmi di tutti i giorni, quelli del lavoro. Loro fanno presto a fare così. Non siamo nati ieri, so bene cosa c’è dietro“.

“Per evitare divorzi terrificanti dal punto di vista economico facciamo questo armistizio” – ha concluso Crepet – “E’’ un discorso che non ha nulla a che vedere con fenomeni di natura sociale o affettiva”.