Bollette, ddl sovietico della Lega per il pignoramento senza giudici
La misura, probabilmente incostituzionale, prevede che basti l’avvocato del creditore per riscuotere i debiti, accanendosi contro chi è in difficoltà economiche: rischia di entrare in vigore a fine 2026

Pignoramento per bollette non pagate (immagine dalla pagina Facebook di Jwaneng Online Magazine)
Dall’anno prossimo, chi ha delle bollette arretrate rischia di subire il pignoramento dei propri beni in automatico, senza passare davanti a un giudice. È quanto prevede una controversa riforma, la cui prima firmataria è la Senatrice del Carroccio Erika Stefani, attualmente in esame presso la Commissione Giustizia del Senato. Che ha già suscitato proteste e perplessità, anche da parte di alcuni giuristi.

Il ddl sul pignoramento delle bollette
La normativa attuale, ricorda Euroconsumatori, comporta il filtro di un magistrato, da cui dipende l’emissione di un decreto ingiuntivo contestabile da parte del debitore. Inoltre, aggiunge Danea, pur con tutta una serie di paletti, vieta di requisire l’abitazione di proprietà di soggetti vulnerabili. Categoria nella quale rientrano, tra l’altro, disabili, ultrasettantacinquenni e quanti usano apparecchi salvavita elettrici.
Il ddl 978, spiega Brocardi.it, mira a garantire ai creditori procedure più rapide “per l’effettiva realizzazione del credito” e a decongestionare i Tribunali civili. Attribuendo all’avvocato delle aziende fornitrici di gas, luce e acqua (che, ovviamente, agisce nell’interesse di una delle parti in causa) la facoltà di notificare un’intimazione ad adempiere. La quale, in assenza di ricorso del destinatario entro 40 giorni, diventa subito esecutiva, con possibilità di confiscare beni mobili, immobili o stipendi.

La “Lega sovietica”, con l’avallo di FdI, evidentemente non tiene conto dell’eventualità che un utente non riesca a pagare le bollette a causa di difficoltà economiche. Né che potrebbe non avere il tempo o le risorse per rivolgersi a un legale, oppure potrebbe saldare per paura anche laddove la richiesta fosse ingiustificata.
Consumatori e giuristi sul piede di guerra
Non sorprende, quindi, che associazioni di tutela dei consumatori come Adusbef siano sul piede di guerra contro questa proposta. Che verosimilmente, come hanno segnalato vari esperti, viola alcuni princìpi costituzionali, cominciando dal diritto di difesa dei cittadini.

Se anche dunque, come ipotizza Sky TG24, le nuove regole dovessero entrare in vigore tra fine 2026 e inizio 2027, con tutta probabilità sarebbero passibili di impugnazione. Resterebbe invece la figuraccia di una maggioranza di centrodestra che è stata eletta per sostenere il ceto medio, non certo per accanirsi contro di esso.

