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«Un solo messaggio e sei rovinato»: la truffa lampo che prosciuga i conti in pochi secondi | Non dovete cliccarci per nessun motivo: la Polizia lancia l’allarme

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Basta un SMS innocuo per perdere tutto in un attimo. L’ultimo caso, a Senigallia, mostra quanto sia facile cadere nella trappola dei finti avvisi bancari e quanto velocemente i truffatori riescano a prosciugare un conto.

Negli ultimi mesi, le forze dell’ordine stanno osservando un aumento impressionante delle truffe via SMS, un fenomeno che sembrava circoscritto ma che ora colpisce persone di ogni età, livello culturale e attenzione digitale. Il meccanismo è semplice, rapido e subdolo: un messaggino che allerta su un pagamento sospetto, un numero da chiamare e dall’altra parte una voce sicura, gentile, apparentemente professionale. In pochi istanti, l’ansia prende il sopravvento e si rischia di consegnare la propria vita finanziaria nelle mani di qualcuno che non si è mai visto.

È esattamente ciò che è accaduto a una donna di Senigallia, finita al centro di una truffa informatica tra le più insidiose degli ultimi anni. La vicenda, ricostruita dagli investigatori, mette in luce una dinamica ormai collaudata: la vittima riceve un SMS che parla di un pagamento mai effettuato, teme di essere stata derubata e, senza pensarci troppo, segue le istruzioni indicate nel messaggio, convinta di essere in contatto con la propria banca. Da quel momento, tutto precipita con una velocità impressionante.

Il messaggio-tranello e la telefonata: così i truffatori hanno svuotato il conto

Nel caso di Senigallia, il messaggio riportava un avviso allarmante: un pagamento di circa quattromila euro, apparentemente appena eseguito, veniva segnalato come sospetto. Per la donna, abituata a controllare con cura le spese, l’ansia è stata immediata. Senza immaginare la trappola, ha chiamato il numero riportato nell’SMS, convinta di raggiungere il servizio antifrode della sua banca.

Dall’altro lato della linea, un giovane truffatore è riuscito a mettere in scena una finta assistenza impeccabile: tono professionale, parole precise, rassicurazioni ma anche una certa pressione psicologica. Le ha chiesto le credenziali del suo home banking “per bloccare la transazione”. In realtà, proprio con quei dati ha autorizzato un bonifico di quasi 10mila euro verso un conto sconosciuto. Solo dopo aver verificato il saldo reale, la donna si è resa conto del raggiro. A quel punto, non restava che correre dalla Polizia.

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Dalle indagini alla scoperta del responsabile: lo smishing cresce ovunque

Gli agenti del Commissariato di Senigallia hanno ricostruito rapidamente i movimenti del denaro, riuscendo a risalire al beneficiario: un ragazzo campano poco più che ventenne. Per tentare di far sparire le tracce, aveva persino denunciato lo smarrimento della Postepay su cui erano finiti i soldi, ma le verifiche lo hanno inchiodato. Il caso conferma quanto lo smishing stia diventando una minaccia sempre più sofisticata e pervasiva in tutta Italia.

Messaggi che sembrano autentici, numeri che imitano quelli delle banche, link che riproducono siti identici a quelli ufficiali: i metodi si evolvono di continuo e colgono impreparate anche le persone più caute. Le autorità, non a caso, continuano a ripetere una regola fondamentale: nessuna banca chiede mai credenziali via SMS o telefono. Qualsiasi richiesta di questo tipo è un campanello d’allarme.

La Polizia invita tutti a mantenere alta l’attenzione, a segnalare ogni messaggio sospetto e, soprattutto, a non rispondere mai a numeri non verificati. In caso di dubbi, l’unico gesto sicuro è contattare direttamente la propria banca tramite canali ufficiali. Un controllo in più può evitare una perdita economica che, come dimostra il caso di Senigallia, avviene in pochi minuti e lascia segni profondi.