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Binetti: prossimo sindaco pensi a sport ragazzi

I ragazzi invece di giocare a calcio, scommettono sul calcio; trascorrono giornate con telefonino in mano, fanno uso di alcol, tabacco e cannabis

"Il dibattito sulle prossime elezioni amministrative a Roma sta assumendo una logica di contrapposizione tra il si e il no dei due candidati sui singoli problemi. Giachetti dice si al nuovo stadio della Roma? La Raggi si affretta a sostenere che non è una priorità per la città. Giachetti dice si alle Olimpiadi? E dal M5S qualcuno fa sapere che sarebbe meglio spostare le olimpiadi.

Un dialogo nel complesso surreale che non riesce a parlare al cuore della gente e alle preoccupazioni delle famiglie, perché non dimentichiamo che una città non è fatta solo di persone con i propri bisogni individuali, ma di nuclei concreti di aggregazione, le famiglie, in cui si cercano insieme le prime soluzioni efficaci ai bisogni delle persone che ne fanno parte.

E ai nostri candidati sindaci rivolgiamo una domanda ben precisa che non si risolva in un si o in un no, ma che affronti con serietà il tema dei diritti dell'infanzia, partendo da alcune criticità evidenziate di recente". Lo afferma l'onorevole Paola Binetti di Area popolare, che continua: "Il 9° Rapporto sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, anno 2015-2016 afferma che tra i nativi digitali: l'11,5% dei ragazzi gioca regolarmente d'azzardo online; il 13% scommette online, sul calcio per il 77% e su altri sport per il 10,4%; il 29% gioca anche nei centri scommesse (in genere gli adolescenti dai 17 ai 19 anni) e punta per l'88% sul calcio.

Questi dati così asciutti nella loro crudezza ci dicono due cose ben precise: i ragazzi invece di giocare a calcio, come dovrebbero fare alla loro età, scommettono sul calcio, come non dovrebbero fare né a quell'età né in quelle successive.

Il rapporto ci dice anche che trascorrono le loro giornate con il telefonino in mano (il 92,6%); fanno uso di alcol, tabacco e cannabis. Tra le dipendenze occupa un posto rilevante anche la dipendenza da internet, creando un abuso delle nuove tecnologie che incide negativamente sullo sviluppo dei minori. In questa prospettiva si capisce come Roma abbia bisogno di luoghi concreti in cui i ragazzi possano fare sport, a cominciare dal calcio, per quello sviluppo a tutto campo che lo sport consente.

Gioco di squadra, lealtà nelle competizioni, risultati concreti e misurabili, miglioramento concreto delle loro performance, esperienze fatte misurandosi direttamente con le sfide e non solo le esperienze virtuali dello spettatore, che tanto contribuiscono alla sindrome di obesità infantile o le ancor più insidiose esperienze dello scommettitore che sviluppano la sindrome della vincita in denaro senza troppa fatica.

Lo stadio a Roma serve se parla a questi bisogni dei giovani, alla necessità che facciano oggi esperienza sportiva diretta, magari in attesa delle Olimpiadi di domani", conclude la Binetti.

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