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As Roma, le parole di Garcia alla vigilia del match di Torino

Il tecnico ritrova Capitan Totti e può contare sul recupero di De Rossi, come ha chiarito in conferenza stampa

La Roma è pronta alla difficile trasferta di Torino, per dare continuità alle ultime due importantissime vittorie in campionato, ma soprattutto per mantenere il secondo posto dall’assalto di una Lazio arrembante. L’allenatore transalpino ritrova Francesco Totti e punta su Ljajic, a digiuno di gol da gennaio.
Non è mancato un parere sulla presunta querelle Pallotta–tifosi, oltre ai complimenti ai ragazzi della Roma primavera.
Di seguito l’intervento integrale dell’ex Lille:

Sappiamo che De Rossi non si tira mai indietro e anche altre volte ha giocato con qualche dolore, quali sono le sue condizioni in questo momento? "Ha una piccola frattura alla vertebra, che però ha già da almeno 3 settimane. Non cambia nulla, deve solo gestire il dolore, come ha fatto per tutta la sua carriera, almeno per il tempo in cui abbiamo lavorato insieme. Darà sempre il massimo per la sua maglia e non sono preoccupato su questa cosa".

Il Torino? "E' una buona squadra che sta facendo una bella stagione. Sappiamo che è sempre difficile giocare a Torino, ma detto questo non cambia nulla riguardo la nostra voglia e il nostro obiettivo. Come sempre giocheremo per vincere questa partita, come abbiamo fatto sempre nei 20 mesi in cui solo qui

Yanga-Mbiwa esterno basso, è solo un'emergenza per difendere il risultato o può avere un significato tecnico quando c'è da fare un calcio di proposta? "E' un giocatore molto interessante e conosce bene questo ruolo, lo ha già fatto tante volte in Francia. Ha anche giocato terzino sinistro quasi per tutta una stagione. Per me gioca al meglio al centro della difesa ma ci da fisico e intelligenza tattica.  Può anche partecipare alla fase offensiva, non come Maicon e Florenzi ma può essere una scelta in più per noi"

Più favorita la Roma o la Lazio per la corsa Champions? Sono solo concentrato su domenica, non faccio prospettive sulle altre nove partite. Facciamo sempre in modo di essere concentrati per domenica, noi giochiamo sempre per vincere.

Una settimana di lavoro tutti insieme dopo 2 vittorie consecutive. Dal punto di vista dell'autostima è cambiato qualcosa? "Queste 2 vittorie di fila in due partite difficili hanno solo dimostrato alla squadra che era sulla giusta strada, quella di dare il massimo. La ricompensa arriva sempre per chi lavora e loro non hanno mai smesso di lavorare. L'unico cambiamento è che eravamo tutti e che avevamo una settimana intera per lavorare, cosa che non succedeva da tanto tanto tempo, forse da inizio stagione. Esagero un po', forse, ma per mettere in luce il fatto che abbiamo giocato ogni 3 giorni. Quando non c'era un turno infrasettimanale c'erano le nazionali che portavano via più della metà della rosa. Da ora in poi, a parte quando ci sarà l'ultimo turno infrasettimanale, sarà più semplice programmare per le gare che arriveranno"

Pallotta ha fatto sapere cosa pensa sulla questione striscioni ma tra Curva e squadra si è creata una frattura, non c'è dubbio. Questo può diventare un problema? "Sulla prima domanda che posso dire, la giustizia sportiva italiana è fatta così, c'è solo un uomo che condanna e giudica tutti i fatti che avvengono nel weekend. Tutti gli altri paesi hanno almeno una commissione dove c'è un dibattito e dopo un po' di tempo escono decisioni discusse. Su questo punto la giustizia sportiva italiana deve migliorare, così non mi sembra rispondere al concetto di giustizia, con un solo uomo a decidere il giorno dopo. Riguardo la seconda domanda, Mi piace parlare più di calcio, ma le cose che sono successe, prima e dopo, tra tifosi e giocatori le prendo come capricci degli innamorati. Quando due entità si amano a volte ci può essere anche un po' di dissenso. Quando ci sono dimostrazioni di carattere per me non sono un male, vuol dire che c'è vita e che c'è risposto. La cosa più importante è che c'è amore tra giocatori e tifosi, sono capricci tra innamorati".

E' un vantaggio quindi giocare in trasferta domani? "Mi sono espresso dopo il Napoli e non cambio opinione. Per ora i risultati dimostrano che è più semplice giocare in trasferta, basta guardare i numeri".

Con questa nuova fisionomia della sua squadra, che è passata dal massimo del possesso palla al minimo stagionale con Cesena e Napoli, con un baricentro più basso e un gioco più di rimessa, Totti si può inserire bene?: "Anche se i numeri non sono precisi, visto che con il Napoli eravamo alla pari sul possesso palla, sono d’accordo sul fatto che il possesso palla in queste ultime uscite è stato meno importante del resto della stagione. Lo vedo più come un'arma in più, non vuol dire che giocheremo sempre arroccati in difesa e in contropiede fino alla fine della stagione. Ci adattiamo per vincere le partite, è l'unico motivo per le mie scelte di squadra e sui singoli, Vedremo ancora una Roma con un possesso palla importante, a volte più schierata e con un gioco più sul contropiede. Per me queste sono armi a disposizioni del gruppo, per me conta la prestazione, che è data ovviamente dall'atteggiamento dei giocatori e anche dalla strategia messa in moto prima della partita. Su questo punto i giocatori sono stati bravi, come saranno bravi quando decideremo di giocare con un possesso palla più importante e pesare di più nella metà campo avversaria".

La situazione di Maicon? Esiste la possiblità di vedere in campo entro fine stagione uno tra Balzaretti e Castan? "Su Maicon sapete tutto, è andato a farsi visitare da uno specialista a Barcellona. Sta bene ma non abbastanza per tornare in gruppo ed essere convocato, spero torni il prima possibile ma per ora dobbiamo gestire i carichi per non fare passi indietro sull’evoluzione del suo ginocchio. Sta meglio, ha iniziati a correre ma non è pronto per essere convocato. Nell’attesa per fortuna abbiamo delle soluzioni, sia con Torosidis e Florenzi che con Yanga-Mbiwa. Federico è tornato in gruppo e ha giocato un tempo con la Primavera, è logico dopo 18 mesi non potersi allenare e giocare normalmente. Serve tempo per fargli ritrovare ritmo e intensità, negli allenamenti e in gara. Ma è convocabile, lo gestiamo per farlo tornare al 100%. Per Leo è un discorso un po’ differente, ha avuto qualcosa di serio e non dobbiamo bruciare i tempi con lui. Fa un po' di cose con noi, come il riscaldamento e il possesso palla, ma ha bisogno di tempo per tornare nel pieno delle sue qualità. Il fatto di vederlo in campo sorridente, contento e pronto a fare di tutto per tornare mi fa sperare che entro la fine della stagione possa tornare in campo e giocare. Lo spero per lui e per noi. Il peggio per lui è passato, ovviamente, ora deve seguire il percorso normale per tornare al 100%. Lo vedo migliorare ogni giorno, ieri ha fatto 2 gol in allenamento, nelle esercitazioni sui tiri in porta sono piccoli passi importanti per noi e per lui".

Ljajic non segna dallo scorso gennaio, visto che la Roma ha un disperato bisogno di gol gli ha dato indicazioni particolari? "Come mi sono già espresso, finché avremo occasioni è un segnale importante, vuol dire che il gioco porta ad avere occasioni da gol. Dopo chi segna non è tanto importante,, è importante perché per gioca in attacco è importante sapere di essere decisivo. I giocatori devono essere pronti e sanno che ci saranno occasioni. Avere sangue freddo, lucidità e fare il gesto giusto davanti alla porta è importante, è una situazione che non si ricrea in allenamento ma loro devono essere psicologicamente pronti a tutto questo".

La Primavera è uscita sconfitta dalla Youth League e si rinnova il dibattito per far arrivare i ragazzi più pronti ad eventi del genere. Più un problema della rosa o del nostro calcio in generale che non dà fiducia ai giovani?: "In primo luogo bisogna fare i complimenti alla squadra e ad Alberto De Rossi per essere arrivati in semifinale, anche con la sconfitta con il Chelsea è stato un percorso bellissimo, dovuto al lavoro del mister e ovviamente anche all'atteggiamento collettivo della Primavera. Sono fiero di loro e non cambia nulla la sconfitta di ieri. Dimostra semmai che sia la Primavera che la prima squadra sono ancora lontane dalle migliori grandi d'Europa, ma questo ci dà carica per lavorare ogni giorno per avvicinarsi a loro, non c'è altro da fare. Sono davvero fiero di loro e la sconfitta di ieri non toglie nulla al bel percorso che hanno fatto".

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