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App anticontagio: perché la politica non ne parla più?

App anticontagio come Immuni sembrano essere sparite dall’orizzonte politico a causa del conflitto tra privacy e sicurezza

Smartphone

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App anticontagio, argomento spinoso nel panorama sociale e politico del nostro paese.

La app non è pronta … e poi non c’è ancora l’uso esteso e mirato dei test”. Poche parole ma tombali quelle di Walter Ricciardi, il consigliere del Ministro alla Salute Speranza, ieri nell’intervista a Repubblica. Ribadite più tardi durante un evento in streaming a cui ha partecipato: “Quello che sta succedendo nei Paesi democratici è una grande discussione che però fa perdere tempo e fa vincere il virus”. App e tamponi, i due strumenti centrali nell’attività di prevenzione “per fare il tracing e soprattutto per individuare i loro contatti a rischio” non hanno tempi certi. Proprio ora che, partita la fase 2, con oltre 4 milioni (ma forse più) di persone in circolazione, sarebbero così necessarie.

App anticontagio in Europa

Il problema è comune anche oltre i nostri confini. Tranne poche eccezioni. Si fa spesso l’esempio della Corea del Sud e di Singapore dove – sì – le soluzioni adottate sembrano essere efficaci, ma pongono problemi di riservatezza. Problemi che fin dal principio sono stati al centro del dibattito in Europa. Coniugare sicurezza e riservatezza, il tema della gestione dei dati, l’uso su base volontaria. E non solo. Centrale è anche la tecnologia, un approccio basato sulla geolocalizzazione, con più alti rischi per la privacy, o bluetooth, verso cui si sono indirizzati i progetti di app dei vari paesi europei? Non entriamo in aspetti molto tecnici sui quali, in rete, c’è abbondanza di fonti e approfondimenti. Il problema centrale è la politica e il suo ruolo: perché non arriva una parola chiara da parte del governo su tempi e modalità? In Francia, in queste ultime ore, il Ministro della Salute, Olivier Veràn, ha annunciato che la loro app, prevista per l’11 maggio, giorno della fine della quarantena, non sarà disponibile. E si stanno studiando progetti alternativi.

I cittadini francesi non sono certo entusiasti del loro governo, ma le informazioni almeno lì sembrano circolare meglio. In Italia, il tema pur centrale dell’app sembra essere scomparso dall’orizzonte della politica e alcuni siti bene informati ritengono che la sua adozione è slittata più in là: fine maggio se non inizio giugno. Quando, cioè, saremo pienamente entrati nella fase 2. Stasera, il commissario Domenico Arcuri sarà in audizione alla Camera proprio per riferire sull’app: è auspicabile che faccia più chiarezza su cosa sta succedendo?

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