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Anziani d’agosto, il mese della solitudine: in vacanza sereni solo se stanno bene

Il mese d’agosto può essere un periodo molto triste e difficile per gli anziani soli, pensiamoci prima di partire

anziano da solo sulla panchina

In vacanza sereni se i nostri anziani stanno bene. Prima di pensare alle vacanze pensiamo ai nostri anziani. Se non li possiamo portare con noi assicuriamoci che stiano bene anche senza di noi!

Anziani soli ad agosto, attenzione alla loro depressione

Eccoci arrivati al periodo più bello dell’anno, quello delle vacanze, delle gite, dei concerti, delle serate in riva al mare. Eppure per i nostri anziani questo è il periodo più brutto dell’anno. E il mese in cui l’anziano soffre maggiormente di solitudine perché chiudono bar e negozi e i figli vanno in vacanza.

“Abbiamo preso tutto? Le valigie, i biglietti, il trasportino per il gatto e il guinzaglio per il cagnolino. Sì c’è tutto, dice il papà alla mamma; il bimbo rivolgendosi ai genitori chiede dove sono i nonni e perché rimangono in città. Il papà gli risponde:” i nonni non possono venire perché non riescono a salire in montagna o a fare un giro in barca sono anziani! Il bimbo replica” ma non è vero che sono vecchi, perché hanno badato a noi tutto l’anno quando tu e la mamma eravate a lavoro!” Per sentirsi meno in colpa i genitori dicono ai loro figli che i nonni preferiscono rimanere a casa e che non ci si deve preoccupare di loro, se la caveranno!

Gli anziani non sono materiale di scarto!

Ad Aprile nell’udienza generale a San Pietro, il Papa è tornato a parlare di anziani e della loro fondamentale importanza nella crescita dei giovani.Per favore, custodire i vecchi. E se perdono la testa, custodirli comunque perché sono la presenza della storia, la presenza della mia famiglia, e grazie a loro io sono qui, possiamo dire tutti noi: grazie a te, nonno e nonna, io sono vivo. Per favore, non lasciarli da soli. E questo, di custodire i vecchi, non è una questione di cosmetici e di chirurgia plastica: no. Piuttosto, è una questione di onore, che deve trasformare l’educazione dei giovani riguardo alla vita e alle sue fasi”.

Negli ultimi 100 anni la popolazione anziana è raddoppiata, si vive più a lungo e si stima un’età media di vita intorno agli 80 anni. Sono calate sensibilmente le nascite e ciò non permetterà ai nuovi anziani di avere vicino familiari accudenti. La massa di popolazione anziana che si avrà tra pochi anni sarà un evento unico nella storia. Questa trasformazione della società ci obbliga a riflettere e a preparare modelli d’intervento che evitino il ricorso in massa alle case di riposo e a prevenire la solitudine.

Continua Papa Francesco: «per un’età che è ormai una parte determinante dello spazio comunitario e si estende a un terzo dell’intera vita, ci sono piani di assistenza, ma non progetti di esistenza, progetti per farli vivere in pienezza. E questo è un vuoto di pensiero, d’immaginazione, di creatività. Sotto questo pensiero è l’idea che l’anziano, l’anziana sono materiale di scarto”.

L’indagine europea sulla salute realizzata in Italia da ISTAT nel 2019 ci dice che:

  • il 43,2% degli anziani di 65 anni e oltre dichiara almeno una patologia grave (ictus, tumori, Alzheimer e demenze in genere, malattie cardiache diabete, parkinsonismo, malattie respiratorie croniche…).;
  • un terzo degli over 75 presenta una grave limitazione dell’autonomia nelle attività di base della vita quotidiana;
  • circa 3,8 milioni di anziani hanno limitazioni importanti nelle attività domestiche e nella cura personale. L’84,4%degli intervistati riferisce di ricevere aiuti dalla famiglia. Lo stesso studio evidenzia che 7.014.000 sono i familiari caregiver: tra questi 2.367.000 che prestano assistenza per oltre 20 ore alla settimana. I numeri ci dicono quanto c’è bisogno di aiuto per i soggetti fragili e quanto va a pesare sulle figlie femmine, o peggio sui figli unici. Dare assistenza significa privarsi della propria vita? E’ necessario organizzare bene il benessere dell’anziano e il nostro. Non dobbiamo rinunciare ai nostri bisogni ma è fondamentale assicurarsi che gli anziani stiano bene anche in nostra assenza.

PNRR per la popolazione che sta invecchiando

Il PNRR parla di una riforma che introduce un sistema organico di assistenza agli anziani non autosufficienti e questa è stata presentata come presa d’atto dell’urgenza di farsi carico dei bisogni della popolazione che sta invecchiando. A settembre 2020 è stata istituita una Commissione per la riforma dell’assistenza sociosanitaria della popolazione anziana presso il Ministero della Salute presieduta da Monsignor Paglia, l’istituzione di un Gruppo di lavoro per la non autosufficienza presso il Ministero del Lavoro e l’istituzione (gennaio 2022) da parte della Presidenza del Consiglio di una Commissione per le politiche alla persona anziana.

Il PNRR dice che la riforma che introduce, con provvedimento legislativo un sistema organico di interventi a favore degli anziani non autosufficientideve essere adottata entro la scadenza naturale (purtroppo non ci siamo arrivati!) della legislatura, e la promulgazione dei decreti delegati entro il primo semestre del 2024.Quindi come si può attendere tutto questo tempo? C’è bisogno di cambiare il modo di concepire l’assistenza domiciliare, non più solo finalizzata all’assistenzialismo fine a sé stesso, ma concepita come aiuto e spinta a ritrovare e stimolare le autonomie ancora conservate.

Anziano motore del cambiamento

L’anziano è il motore del cambiamento, sta a lui e alla sua famiglia decidere come e quando far intervenire gli attori della cura. Un cambio di paradigma che mette il soggetto al centro del sistema. Il fine ultimo è il miglioramento della qualità della vita di tutti i soggetti fragili. Ogni municipio romano, dovrebbe creare una piattaforma socio assistenziale dove ogni utente possa collegarsi e richiedere un intervento domiciliare. L’idea è simile a ciò che si è fatto durante la crisi pandemica attraverso un telefono dedicato. Si può richiedere la spesa, la farmacia, la compagnia, il pasto e interventi psicologici e infermieristici o l’inserimento in gruppi di socializzazione. Se l’anziano dispone di mezzi per poter essere aiutato sia in casa che fuori, sarà più tranquillo e peserà meno sulla famiglia perché sarà un anziano felice.

Non lasciamo soli i nostri anziani perché loro non lo hanno fatto con noi!