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Antoine de Saint-Exupéry, 70 anni fa la sua morte

I resti del velivolo abbattuto furono ritrovati nel 2004. Nei suoi libri sembra esserci la profezia della sua morte

Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry, più semplicemente Antoine de Saint-Exupéry, autore de ‘Il Piccolo Principe’, precipitato quasi settant’anni fa durante un volo di ricognizione. Era il 31 luglio del 1944, sul finire della Seconda Guerra Mondiale. Antonie, esperto con molti voli alle spalle, sorvolava il Tirreno col suo F-5 quando venne abbattuto da un pilota della Luftwaffe. Un tedesco che, ironia della sorte, leggeva Saint-Exupéry.

Ma un’altra strana coincidenza, ancora, è legata alla sua fine. «Ho detto ieri al tenente Gavoille: ‘Ne riparleremo dopo la guerra’. E il tenente Gavoille mi ha risposto: ‘Non pretenderà di essere ancora vivo dopo la guerra, capitano!’» – scrisse Antonie nel Pilote de guerre (1942), profezia della sua scomparsa. Avvolta nel mistero. I resti del suo velivolo, a lungo cercati, furono ritrovati soltanto nel 2004, a sessanta metri di profondità, al largo dell'Île de Riou. Ma il mistero, anzi il mito, non s’arrende all’evidenze di pochi resti. Per i più quello non è l’aereo di Saint-Exupéry: «Sembrerò morto, e non sarà vero…» – dice il Piccolo Principe all’aviatore.

L’immaginario legato alla scomparsa dello scrittore francese, volato via, inizia a sbiadire nel marzo del 2008, quando Horst Rippert, ottantottenne ex-pilota della Luftwaffe, confessò d’aver abbattuto col suo Messerschmitt Bf 109, nella notte del 31 luglio 1944, un F-5, versione da ricognizione di un Lockheed P-38 Lightning. «Quando ho saputo di chi si trattava, ho a lungo sperato che non si trattasse di lui» – ha dichiarato Rippert, a distanza di molti anni, soltanto nel 2008. Questa ormai è storia. Ma non è la sola verità su di lui. C’è anche quella del suo alter ego letterario, sempre giovane, il Piccolo Principe. Best seller da 150 milioni di copie e 275 edizioni in altrettante lingue, che ha insegnato alle generazioni, tutte quante, ad amare con il cuore. «On ne voit bien qu'avec le coeur. L'essentiel est invisible pour les yeux».

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