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Altro aereo per Benedetto XVI su tratta di 300 km: Bergoglio è antipapa

Se il mainstream censura la Magna Quaestio, i “normocattolici” e non ultra-cattolici, come li ha definiti qualche articolo, corrono ai ripari, gridando la verità dal cielo

Aereo, striscione Benedetto XVI

Aereo, striscione Benedetto XVI

A mali estremi, estremi rimedi: se il mainstream censura la Magna Quaestio, i “normocattolici” (e non ultra-cattolici, come li ha definiti qualche articolo), corrono ai ripari, gridando la verità dal cielo.

Lo striscione su Benedetto XVI nel cielo adriatico

Così, un gruppo di sei italiani e uno svizzero, tutti privati cittadini, si sono tirati fuori qualche migliaio di euro per far trasportare da un aeroplanino uno striscione con su scritto “Benedetto XVI era in sede impedita”.

Il tragitto, di oltre 300 km, ha coperto tutta la riviera romagnola, da Caorle (Veneto) a Fano (Marche), circa il 9% del perimetro della Penisola.

Patron dell’iniziativa, l’associazione di avvocati “Arbitrium”, che già aveva patrocinato un volo il 16 luglio, sul litorale laziale, con la scritta “Benedetto XVI non ha mai abdicato”. La presidente, avv. Valeria Panetta, commenta: : “Benedetto XVI è rimasto l’unico papa fino alla sua morte, ma ha inviato segnali eloquenti che hanno fatto capire la questione canonica. Auspichiamo che i cardinali autentici, di nomina pre-2013 dichiarino che il papa è morto il 31 dicembre e convochino il conclave per l’elezione del nuovo pontefice, a norma della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis (art. 3, 76, 77). Vi saranno polemiche? Tutto è stato ormai chiarito: papa Benedetto non ha mai abdicato, ma era in sede impedita. Ne consegue che tutti gli atti ordinari e straordinari di Bergoglio sono nulli, incluse le nomine di cardinali e vescovi”.

Un messaggio criptico

Questa volta, il messaggio era più criptico rispetto al precedente e, come riportano alcune testate locali romagnole, ha destato curiosità e diatribe fra i bagnanti, interrompendo la banalità delle chiacchiere da ombrellone.

Il riferimento è allo status canonico in cui è rimasto, dal 2013 fino alla morte, papa Benedetto XVI. Egli non ha lasciato la sede vacante, legalmente pronta per accettare un nuovo conclave e un nuovo papa, ma la sede impedita, col papa prigioniero, confinato, esiliato, non libero di comunicare.

Questo raffinato congegno antiusurpazione era preparato da almeno 30 anni, con la nuova edizione canonica del 1983, con la costruzione del monastero di clausura “Mater Ecclesiae” nei primi anni ’90 e soprattutto con la promulgazione da parte di Giovanni Paolo II (e del card. Ratzinger) della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis.

Ora, semplicemente, per porre termine all’usurpazione del trono petrino da parte di un papa eletto con il papa precedente non morto e non abdicatario, ma impedito, basterebbe che tre cardinali dichiarassero che il papa è morto, e che quindi bisogna convocare il conclave.

Il mainstream ha accolto anche questa volta con finto stupore l’iniziativa. Il tema è notissimo, ma accuratamente accantonato da tutti i più importanti giornali, chiaramente controllati da quei poteri globalisti di cui Bergoglio è, di fatto, il testimonial.

Codice Ratzinger tra i libri più letti e venduti

Non si spiegherebbe altrimenti perché sia Corriere della Sera che Sole 24 ore inseriscano “Codice Ratzinger“, con le sue 18.000 copie vendute, tra i dieci libri più letti in Italia e poi si guardino bene dallo sfiorare minimamente la questione, di oggettivo, enorme interesse.

Vada come vada, l’iniziativa dell’aereo ha salvato l’onore del popolo cattolico. Nell’indifferenza della stragrande maggioranza dei fedeli, una piccola parte ha capito e ha gridato il suo No, dalle nuvole.

Da Caorle, in Veneto, giù fino alle Marche, a Fano: 350 km di volo per trascinare nel cielo uno striscione con scritto “Benedetto XVI era in sede impedita”.

Ieri pomeriggio praticamente è stato “coperto” il 9% delle coste peninsulari, prendendo di sorpresa i bagnanti raccolti sulla riviera romagnola (mai così tanti come quest’anno).

Il passaggio dell’aeroplanino giallo, che ha compiuto anche diverse evoluzioni, è stato accolto con sbigottimento, applausi, qualche risata divertita, una maggioranza di facce interrogative.

In effetti, la “Magna Quaestio” – nonostante sia arcinota nell’ambito ecclesiastico e degli osservatori cattolici – è preclusa alla gran parte del pubblico per un inquietante embargo da parte del mainstream.

La Magna Quaestio

Era il 18 agosto 2021 quando, proprio sulle pagine di Libero, offrivamo per la prima volta al pubblico una nuova interpretazione della Declaratio di papa Benedetto XVI: non già un’abdicazione poco chiara o sbagliata (come ammesso recentemente dallo stesso Bergoglio e dal card. Müller), del tutto nulla e invalida canonicamente, secondo alcuni giuristi e teologi – ma un coerentissimo annuncio di prossima detronizzazione e collocazione in “sede totalmente impedita”.

Uno status canonico parallelo alla sede vacante, ma profondamente diverso, dove il papa è prigioniero, confinato, esiliato. Ovviamente, un conclave non si può convocare a papa non abdicatario, ma impedito, quindi tale raffinato congegno anti usurpazione avrebbe reso antipapa Bergoglio, o chiunque altro fosse stato eletto mentre Ratzinger era vivente.

La traduzione della Declaratio prodotta dal noto latinista Gian Matteo Corrias, confermata dal prof. Rodolfo Funari, già compilatore di voci del Theasurus, restituisce quindi non una rinuncia al papato, ma una sorta di profezia auto-avverante. Papa Benedetto, l’11 febbraio 2013, annunciava che dopo 17 giorni, avrebbe perso il ministerium, (il potere di “fare il papa”) trattenendo il munus (l’”essere papa”). E questo, di fatto, avviene solo nel caso di sede impedita. Il papa tedesco ammoniva, inoltre, circa il fatto che il prossimo – vero – conclave, dovesse annoverare solo i veri cardinali (“costoro a cui compete”).

Benedetto XVI non ha mai abdicato

Già il 16 luglio, un altro aereo aveva portato in cielo la scritta “Benedetto XVI non ha mai abdicato”, su una tratta minore (100 km), sorvolando il litorale laziale tra Ostia e il Circeo. Anche stavolta, patron dell’iniziativa, realizzata con le spontanee donazioni di alcuni privati cittadini (sette italiani, più uno svizzero) è stata l’associazione no-profit di avvocati “Arbitrium”.

La presidente dell’associazione, Valeria Panetta, commenta: “Benedetto XVI è rimasto l’unico papa fino alla sua morte, ma ha inviato segnali eloquenti che hanno fatto capire la questione canonica. Auspichiamo che i cardinali autentici, di nomina pre-2013 dichiarino che il papa è morto il 31 dicembre e convochino il conclave per l’elezione del nuovo pontefice, a norma della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis (art. 3, 76, 77). Vi saranno polemiche? Tutto è stato ormai chiarito: papa Benedetto non ha mai abdicato, ma era in sede impedita”.

Notevole come lo stesso papa Ratzinger non abbia mai respinto tale interpretazione, nemmeno quando onorò lo scrivente di una lettera personale: anzi, nell’ottobre scorso mandò Mons. Gaenswein alla Lumsa a riferire che “se non credete, la risposta è nel libro di Geremia”, che tratta, appunto di un profeta prigioniero: “Io sono impedito e non posso entrare nel tempio del Signore”.

Perché papa Benedetto non parlava chiaramente?

Molti si chiedono: “Perché papa Benedetto non parlava chiaramente?”. La sede impedita non consente al prigioniero di esprimersi con libertà, inoltre, egli voleva che i credenti, “fiutando il vero pastore”, si separassero dai non credenti, come dichiarò all’Herder Korrespondenz.

Benedetto ha fatto uso di un particolare stile comunicativo, da noi definito poi “Codice Ratzinger”, con cui ha lanciato input dirompenti, come quando affermò di essere stato il primo papa a dimettersi dopo mille anni. L’ultimo abdicatario fu nel 1415, ovvero 598 anni prima, preceduto nel 1294 dall’abdicatario per eccellenza: Celestino V.

Ergo, per papa Ratzinger la parola “dimissioni” non poteva significare abdicazione. Viceversa, nel 1013, proprio 1000 anni prima, un altro papa, Benedetto VIII fece anche lui una analoga rinuncia al ministerium, senza per questo abdicare.

Il tema è un tabù intoccabile dall’informazione: Bergoglio rappresenta, di fatto, il migliore testimonial per il pensiero unico mondialista, e tutto il mainstream è con lui. Non stupisce che nello stesso momento in cui l’Ue vara nuove restrizioni per la libera informazione, a Francesco venga conferito un premio giornalistico. Così, per bucare il muro di gomma, un popolo cattolico fedele a Benedetto ha deciso di bucare le nuvole “gridando dal cielo” un inequivocabile messaggio.