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Alessandro Meluzzi, un anno fa l’ictus, ora il lento recupero. Padre Cosma: “Per la sua salute pregano in migliaia”

Con Alessandro Meluzzi anche l’Italia ha avuto una sua Chiesa Ortodossa Autocefala – che può decidere sulle sue regole e che pian piano sarebbe cresciuta

Alessandro Meluzi_Antonio Parisi

Alessandro Meluzi_Antonio Parisi

È trascorso un anno da quando all’inizio di dicembre del 2023, una malattia cattiva, il cui decorso si spera positivo continua ancora adesso, ha colpito un vero guerriero, un eroe dell’epoca moderna. Si tratta del medico psichiatra Alessandro Meluzzi. Di lui si conosce l’attività politica, l’attività di medico coraggioso che gli ha portato la simpatia di migliaia e migliaia di cittadini, l’attività di volto televisivo. Meluzzi però è stato ed è un cristiano impegnato, una guida spirituale per tanti. Studioso di filosofia, non è mai stato uomo arido.

L’incontro con Don Pierino Gelmini

Il suo percorso inizia da lontano. E prima di divenire punto di riferimento di un gruppo di Cristiani ortodossi e orientali, il suo cammino iniziò nelle logge massoniche torinesi, aderenti al Grande Oriente d’Italia. Poi ci fu un incontro folgorante nella sala vip Freccia Alata dell’aeroporto di Roma Fiumicino: quello con don Pierino Gelmini. Vi era un ritardo spaventoso nei voli per Torino, dove Meluzzi risiede, e così lo psichiatra e don Gelmini si misero a parlare di fede e di cristianesimo per circa due ore.

Meluzzi, al cui cuore – similmente all’Innominato di manzoniana memoria- bussava Gesù Cristo già da tempo, all’improvviso, tra lo stupore dei potenti che erano nella sala e che conoscevano bene il personaggio Meluzzi, si inginocchiò ai piedi di don Gelmini e decise di abbracciare il cristianesimo. E come san Paolo, dopo la conversione sulla via di Damasco, divenne un accanito difensore di Gesù e dei suoi insegnamenti, tanto da essere considerato il fondatore dell’attuale cristianesimo, così Meluzzi abiurò la Massoneria e cominciò ad aiutare don Gelmini nelle sue opere di carità e di accoglienza, divenendo quindi persona di fiducia del presbitero fondatore della comunità Incontro.

Don Gelmini oltre ad essere presbitero nell’ordine latino occidentale era anche prelato cattolico orientale Greco Melchita e vista la grande attenzione di Meluzzi per le Chiese cristiane orientali, don Gelmini decise di far ordinare Meluzzi “diacono permanente” in Medio Oriente.

Antonio Parisi e Alessandro Meluzzi

Arriva la scomunica

Dopo la morte di don Gelmini, avvenuta nel 2014, in maniera controversa, la Chiesa Cattolica si ricordò che Meluzzi era stato massone e con provvedimento severissimo del Santo Uffizio, la Santa Sede gli impedì l’ingresso in Chiesa, sostanzialmente scomunicandolo.

Il dolore per Meluzzi fu grande. In un incontro a Roma, nel suo studio a vicolo del Farinone, a pochi metri dal Vaticano, Meluzzi espresse a chi scrive questo articolo, tutta la sua amarezza. Meluzzi, che considerava la Chiesa Cattolica come la sua Mamma, ebbe a dirmi riferendosi al Vaticano: “La mamma mi ha cacciato di casa”.

Va raccontata la vicenda di Meluzzi in tutti i dettagli, anche se possono apparire agiografici. E se il Vaticano aveva cacciato Meluzzi, Dio nei suoi imperscrutabili disegni gli aprì una un’altra porta. Lo psichiatra, infatti, ebbe un altro incontro decisivo nella sua vita, quello con padre Adeodato Mancini, il patriarca per l’Europa della Chiesa Assiro Caldea Ecumenica. Padre Mancini viveva pure lui a Torino ed era famoso per la sua dedizione totale ai derelitti che giacevano negli ospedali, nelle carceri e agli abbandonati.

Viveva in povertà Mancini, tutto quello che aveva lo donava agli altri. Meluzzi sapeva del patriarca Mancini, forse si erano visti in diverse occasioni ma non si erano mai confrontati sui temi della fede, ma in quel 2014 i due ebbero modo di parlarsi e Mancini e Meluzzi si accorsero di avere le stesse idealità e gli stessi principi cristiani riconducibili al messaggio evangelico di Gesù: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.

Alessandro Meluzzi ordinato vescovo

Da quel momento Mancini, gravemente ammalato, decise che a proseguire il suo percorso sarebbe stato Meluzzi ponendolo a capo della sua Chiesa. Bisogna dire che Meluzzi si rendeva conto che quanto chiestogli da Mancini era un’opera “temibile” e cercò in tutti i modi di sfuggire all’idea di vedersi affidata la Chiesa Assiro Caldea in Italia. Mancini ordinò presbitero Meluzzi. E quando la fine della vita di padre Mancini era vicina, Meluzzi ordinato Vescovo, accettò l’incarico di succedergli alla guida della Chiesa.

A latere Meluzzi aveva però l’idea di creare una Chiesa ortodossa autocefala italiana. Era il 15 giugno del 2015. E fu così che alla fine del 2015 in una commovente cerimonia tenuta in un povero locale di Roma, ricavato in un arco di un acquedotto romano, ma alla presenza di diversi vescovi e decine di prelati, Meluzzi fu insediato alla guida della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, rimanendo contemporaneamente Patriarca della Chiesa Assiro Caldea affidatagli da Padre Mancini.

Il suo nome ecclesiastico fu quello di Alessandro I, vescovo di Aquileia, Ravenna e Siracusa, quest’ultima, per pochi anni, capitale dell’Impero Romano d’Oriente.

Alessandro I, vescovo di Aquileia, Ravenna e Siracusa

Nel 2016 la nuova chiesa Ortodossa autocefala fu resa anche legale con atto pubblico davanti a un notaio di Torino. La scelta di creare una chiesa ortodossa italiana autocefala fu una intuizione non da poco conto. Infatti, nel nostro Paese operavano diverse Chiese Ortodosse, ma erano chiese create per soddisfare i migranti o gli stranieri ortodossi che vivono in Italia. Per esempio, la Chiesa russa del Patriarcato di Mosca, quella Ucraina, quella greca, quella rumena, quella etiope, e altre ancora in qualche modo derivanti da patriarcati non italiani.

Finalmente anche l’Italia poté avere una sua Chiesa Ortodossa Autocefala – che quindi può decidere da sé le sue regole- e che pian piano sarebbe cresciuta, pur mancandole il riconoscimento da parte di Patriarcato di Costantinopoli che tradizionalmente dà il riconoscimento alle chiese ortodosse autocefali, riconoscimento (Tomos) che a volte giunge dopo centinaia di anni alle nuove chiese. Nella veste di primate della Chiesa Ortodossa Italiana autocefala e di Patriarca della Chiesa Assiro Caldea per l’Italia, Meluzzi è stato vulcanico.

Intanto ha ridato una “casa” riammettendo alla comunione le persone che avevano sciolto il matrimonio. Si è stata una scelta significativa da parte di Meluzzi e la sua Chiesa. Appariva infatti ingiusto che anche il coniuge che avesse “subito” il divorzio non potesse essere ammesso ai sacramenti della Chiesa latina occidentale.

Spazio alle diaconesse e al matrimonio degli ecclesiastici

Ma non fu solo questa iniziativa a dare notorietà e …a far discutere. Meluzzi e i suoi collaboratori sapevano perfettamente che ai primordi del cristianesimo, operavano le “diaconesse” poi misteriosamente sparite nella gerarchia ecclesiastica.

Sul tema, molto controverso, per cui la Chiesa Cattolica molto maschilista si accanisce nel dichiarare che non esiste una evidenza storica nell’esistenza delle diaconesse, Meluzzi non si è fatto intimidire è ha creato un nucleo di diaconesse presiedute da Marzia Vicenzi che per anni fu stretta collaboratrice di padre Adeodato Mancini e che può testimoniare la vita e la santità del patriarca Mancini. Altro tema spinoso affrontato da Meluzzi, quello del matrimonio degli ecclesiastici.

Posto che sino a papa Gregorio VII i presbiteri erano sposati ed avevano una famiglia, cosa normale nelle Chiese ortodosse, Meluzzi prendendo le mosse da quello che scrive San Paolo in una delle sue lettere apostoliche, quella a Timoteo, che nel parlare dei “vescovi”, scrive che questi devono essere sposati anche se una “sola volta”. Come sposati? Questa è una bella novità “nascosta” sia dalla chiesa occidentale che da quelle orientali.

Meluzzi non si lasciò intimidire da scelte dettate dalla pressione dei poteri politici che nel corso della storia hanno indirizzato la Chiesa Cattolica e quelle ortodosse a non avere Vescovi sposati. E per questo ha voluto avere anche lui al suo fianco Vescovi sposati. E non solo, volle aggiungere al nome della Chiesa anche l’aggettivo “Antico Orientale”, per ricordare la chiesa delle origini, tanto diversa da quella di oggi.

Padre-Cosma-sull'altare

Padre Cosma (Antonio Parisi) sull’altare

Prima dell’ictus ad Albugnano

Coerentemente a quello che fu l’agire di padre Adeodato Mancini, Meluzzi ha prestato spesso la sua opera professionale gratuitamente, a chi non aveva. Era nemico di ogni ambiguità. Coloro che pensavano di poter intrecciare con lui “affari”, come purtroppo accade in molti contesti ecclesiastici, veniva e viene respinto. Prima dell’ictus che lo ha colpito, si è prodigato ad Albugnano nel celebrare tutte le domeniche la Divina Liturgia. Alla sua celebrazione partecipavano sia fedeli ortodossi che, incredibile a credersi, anche prelati cattolici (lo testimoniano le foto).

Successivamente, per essere più vicino a sua moglie, Meluzzi, pur rimanendo vescovo della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala, passò il suo pastorale di capo della Chiesa Ortodossa Italiana Autocefala e quello di Patriarca della Chiesa Assiro Caldea di padre Mancini, a me, che ho scelto di chiamarmi padre Cosma, al secolo Antonio Parisi, e detengo la successione ad Alessandro I e ne custodisco i titoli vescovili e patriarcali. Il passaggio avvenne ad Albugnano alla presenza di prelati e di decine e decine di fedeli.

Il passaggio di mano non ha significato però un abbandono da parte di Meluzzi del suo cammino spirituale divenendo in un certo senso un faro in tutta Italia, con le sue celebrazioni della Divina Liturgia ad Albugnano. Proprio alla vigilia di un grande evento religioso organizzato ad Albugnano, Meluzzi fu colpito a Cesena da un ictus, che lo ha portato ad appartarsi, per il momento, dalla vita attiva protetto dall’amore della figlia.

All’evento, a cui avrei partecipato anche io, nella mia verste patriarcale, sarebbero dovuti essere presenti anche diversi sacerdoti cattolici e fedeli giunti da ogni parte d’Italia e d’Europa, nonché personaggi dell’informazione. Ora per la sua salute pregano in migliaia: Padre Cosma e i vescovi della Chiesa Italiana Ortodossa Autocefala Antico Orientale, i cavalieri della Pietà del Pellicano, creati da padre Mancini, oggi e ormai da anni, guidati da Antonino Aloi e i tanti estimatori di padre Alessandro.

Sia io che quanti gli vogliono bene siamo certi che Maria, Madre di Dio, aiuterà Meluzzi, padre Alessandro, a tornare ad essere guida di preghiera, amico dei negletti e nemico dei tanti ambigui falsi, che purtroppo ammorbano il mondo della Fede e delle Chiese o sedicenti tali.

Alessandro l fotografato davanti alla fontana settecentesca posta all’inizio del tratto romano dell’antico acquedotto romano della via Tuscolana. “L’acqua e la parola di Dio – dice Alessandro l- sono simili: la prima disseta il corpo materiale. La seconda disseta lo Spirito che arde alla ricerca di Verità e di Vita”.

Antonio Parisi