Prima pagina » Cronaca » Albergo a Cortina chiede il Green Pass, il cliente reagisce così: da applauso

Albergo a Cortina chiede il Green Pass, il cliente reagisce così: da applauso

“Non mi sottopongo a sieri sperimentali, e voi garantite disinfezione locali?”

Reception Hotel

Uno dei primi casi di richiesta esibizione del Green Pass in sede di prenotazione di un albergo, da leggere, è già virale (e anche se non fosse accaduto, la richiesta del cliente sarebbe legittima).

RACC. A.R.
“Spett.le Hotel Xxxxxxxx
Via Xxxxxxxxxxx
Cortina d’Ampezzo – BL

E p. c.
Ufficio del
Garante della Privacy
Piazza Venezia n. 11 – 00187 Roma
Centralino: 06.696771
Posta elettronica: protocollo@gpdp.it

Oggetto: prenotazione n. Xxxxxxxx del gg/mm/aaaa.

“Con riferimento alla prenotazione in oggetto, e alla vostra richiesta di documenti, anche in formato digitale, sulle mie condizioni di salute, in relazione alla situazione Covid-19 per l’ottenimento dell’accesso alla vostra struttura V’informo che:

Non sono in possesso di tale documentazione;
Non è mia intenzione procedere con esami e terapie sperimentali per ottenere tale documentazione;
Comunque quand’anche decidessi a favore e venissi in possesso di tale documentazione non sarebbe mia intenzione esibirla a voi.

Mi permetto di farvi notare che per accettare la vostra richiesta, considerando me stesso in vigore e salute e, vero che, una malattia infettiva si diffonde in tutte le direzioni, in qualità di “ospite” dal mio punto di vista “sano” della vostra struttura, dovrei chiedervi a mia volta l’accesso a tutta la vostra documentazione sanitaria:

Certificato di sanificazione dei locali e degli impianti di condizionamento in corso di validità;
Esito dei tamponi di tutto il personale addetto alla struttura: titolari, dipendenti, collaboratori esterni e clienti presenti dal mio check in al mio check out;
Certificati vaccinali o green pass dei titolari, dipendenti, collaboratori esterni e clienti.

Quanto sopra evidenzia l’assurdità e la palese impossibilità di soddisfare la vostra richiesta che, rammento, non è un obbligo di legge ma un basso stratagemma escogitato dall’attuale sistema politico-burocratico-sanitario Criminale al solo scopo di far diventare questa pratica: abitudine, consuetudine, prassi, regola, per ottenerne la legittimazione di massa.

Green Pass, la risoluzione del Consiglio d’Europa

Concludo con il sunto della risoluzione del Consiglio d’Europa in merito alla discriminazione di cui voi vi state rendendo volontariamente complici:

Consiglio d’Europa:
Risoluzione 2361/2021
Assemblea parlamentare
Discussione dell’Assemblea il 27 gennaio 2021 (5a seduta) (cfr. doc. 15212, relazione della commissione per gli affari sociali, la sanità e lo sviluppo sostenibile, relatrice: Jennifer De Temmerman).

Testo adottato dall’Assemblea il 27 gennaio 2021 (5a seduta).
(…)
7.3 per quanto riguarda la garanzia di una elevata diffusione dei vaccini:
7.3.1 garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desiderano da soli;
7.3.2 garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato;
7.5.2 utilizzare certificati di vaccinazione solo per lo scopo designato di monitorare l’efficacia del vaccino, i potenziali effetti collaterali e gli eventi avversi.
(…)

Vi invito a riconsiderare la vostra richiesta di tale documentazione anche in virtù del fatto che ad oggi l’applicazione del sacrosanto diritto alla privacy vi ha risparmiato la discriminazione di tutti i sieropositivi da HIV, meningite e vari tipi di epatite a cui avete dato inconsapevole ospitalità nella vostra struttura. E questo è un Bene.
Nell’attesa di una vostra risposta. Cordiali saluti”.

Lascia un commento