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Alberghi che negano l’accesso ai bambini: numeri in crescita e dubbi

Alberghi che negano l’accesso ai bambini: tra polemiche e vuoti giuridici sembrano essere in crescita le strutture child free

Alberghi negano accesso bambini

Alberghi negano accesso bambini

Alberghi che negano l’accesso ai bambini. Diversi lettori ci scrivono per segnalarci che si imbattono sempre più spesso in alberghi che non accettano i loro figli piccoli. Sembra infatti siano in aumento le strutture alberghiere che non accettano bambini. Sì, avete capito bene. L’ingresso vietato i bambini è una tendenza nata negli Stati Uniti ed esportata in Europa. La chiamiamo infatti “child free”. Si calcola che in Italia gli hotel child free siano 20 e forse di più, in Europa, tra ristoranti alberghi sono oltre 400. La prima struttura in Italia è stata 11 anni fa una pizzeria in provincia di Brescia.

Hotel che negano accesso bambini: ma è legale?

Ma è legale escludere la clientela con figli? L’articolo 187 ci dice che “Gli esercenti non possono senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domanda e ne corrisponde il prezzo”, insomma se puoi pagare, non c’è alcun motivo perché tu non possa essere accettato. Ma purtroppo nessuno si è preso la briga giuridica di spiegare nel dettaglio quali siano questi legittimi motivi. Diversa è la legge che riguarda delle aree particolari come le Spa all’interno di un hotel o il privé di un ristorante. In questo caso infatti non è interdetto l’accesso ai minori all’intera struttura, ma solo ad alcune zone destinate ad attività particolari, anche nella tutela dei minori stessi.

Diciamo quindi che manca a livello giuridico una specifica legale in merito.

Per alcuni si tratta di una discriminazione, discutibile anche sul piano morale, per altri, si tratterebbe soltanto di una scelta “stilistica” del gestore della struttura: come quella di offrire un certo tipo di arredamento, prezzi, musica o illuminazione. I genitori possono scegliere di recarsi in molti altri alberghi sena che per questo si debba parlare di una discriminazione. E voi cosa ne pensate?

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