Al Campidoglio sventola la bandiera palestinese accanto al fiocco giallo
Un segnale che, secondo il Campidoglio, vuole promuovere dialogo e il rispetto reciproco e ribadire una vocazione universale di Roma

Campidoglio, il Marco Aurelio
Giovedì scorso, 18 settembre 2025, l’Assemblea Capitolina di Roma ha approvato una mozione della maggioranza che prevede l’esposizione della bandiera palestinese su Palazzo Senatorio, con l’aggiunta di un fiocco giallo a sostegno della liberazione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas.
Nella nota ufficiale del Comune: la bandiera è stata affissa «in segno di solidarietà con la popolazione civile di Gaza, duramente colpita dagli attacchi dell’esercito israeliano». Accanto al vessillo si trova quindi il fiocco giallo, simbolo che richiama la liberazione dei rapiti.
L’atto è stato giustificato come gesto di pace da parte dell’Amministrazione: un segnale che, secondo il Comune, vuole promuovere dialogo, rispetto reciproco e convivenza, opporsi alla violenza e ribadire una vocazione universale di Roma.
Le reazioni: politica, comunità e critiche
Movimento 5 Stelle vs Partito Democratico
La proposta originale dell’esposizione della bandiera palestinese venne avanzata dal Movimento 5 Stelle, ma inizialmente la mozione fu bocciata dal PD. I pentastellati denunciarono una contraddizione: da un lato il PD chiedeva a livello nazionale l’interruzione dei rapporti commerciali con Israele e il sostegno a iniziative umanitarie per Gaza; dall’altro lato, in Assemblea Capitolina, si astenne oppure oppose al testo M5S.
Successivamente il PD ha presentato una mozione alternativa, che è stata poi approvata, includendo anche impegni su altri fronti come la richiesta al governo italiano di riconoscere lo Stato Palestinese e l’interruzione del rapporto tra la società pubblica Acea e l’azienda idrica israeliana Mekorot. Fanpage+1
La Comunità Ebraica di Roma
L’esposizione della bandiera palestinese ha provocato dure reazioni da parte della Comunità Ebraica di Roma. Il presidente Victor Fadlun ha parlato di «colpo al cuore», affermando che la scelta sia divisiva e che non rappresenti né gli ebrei né i cittadini romani.
Fadlun ha richiamato alla memoria il drammatico episodio della morte del piccolo Stefano Gaj Tachè, bambino ebreo di 2 anni ucciso in un attentato terroristico (attribuito a gruppi palestinesi) presso la sinagoga di Roma, come segnale del profondo legame emotivo e storico che segna la percezione della comunità.
Secondo loro, la bandiera così esposta verrebbe associata a slogan o manifestazioni che negano l’esistenza di Israele, o a narrazioni che alimentano antisemitismo.
Le risposte della maggioranza e della Giunta
I capigruppo del PD hanno risposto che l’atto – bandiera + fiocco giallo – non intende essere un’attenuante per Hamas, né un’offesa verso la comunità ebraica.
Essi sostengono che il gesto rifletta la visione dei «due Stati», ovvero la possibilità che esistano Israele e Palestina in pace e sicurezza, riconoscendosi l’uno con l’altra, come unica strada percorribile per la stabilità.
Significato politico, simbolico e implicazioni locali
La scelta di esporre la bandiera palestinese su un edificio istituzionale come il Campidoglio ha un forte valore simbolico. Roma, storia antica, centro del potere politico e religioso, diventa teatro di un gesto che va oltre la dimensione locale: invoca solidarietà, ma rischia anche di accentuare le fratture identitarie.
La convivenza visiva della bandiera palestinese e del fiocco giallo intende essere un tentativo di equilibro: non cancellare, né ignorare il dolore di una parte, ma riconoscere che ci sono vittime da entrambe le sponde del conflitto. Tuttavia, i simboli sono potenti – spesso più potenti delle parole – e possono essere interpretati in chiave differente, in particolare in contesti dove il ricordo e la memoria storica sono vivi, come nella Comunità Ebraica Romana.
A livello politico, questa vicenda riflette come nella città di Roma le tensioni su politiche estere, simbologie e memoria non siano affatto estranee. Partiti locali, movimenti civici e istituzioni si ritrovano a gestire non solo prassi amministrative, ma sentimenti, identità, aspettative.
Il calendario della decisione
- 16 settembre 2025: il Movimento 5 Stelle presenta la mozione che chiede l’esposizione della bandiera palestinese.
- Giorni successivi: divergenze fra M5S e PD; il PD si astiene inizialmente dalla mozione M5S.
- 18 settembre 2025: l’Assemblea Capitolina approva la mozione alternativa della maggioranza dem, che impegna il sindaco e la giunta ad esporre la bandiera e a inserire altri provvedimenti collegati.
- 21 settembre 2025: la bandiera palestinese è ufficialmente affissa al Campidoglio, accanto al fiocco giallo. La Giunta diffonde la nota esplicativa; iniziano le reazioni istituzionali e della società civile.
Roma ha fatto una scelta visibile, forte, e non priva di rischi. Il gesto ha l’intenzione dichiarata di essere ponte, non muro: solidarietà e memoria, riconoscimento delle vittime da più parti, ma la tensione resta.
Sta alle istituzioni ora fare in modo che simili simboli non diventino motivo di divisione permanente, ma occasione per un dialogo aperto e rispettoso, reale e non rituale. E starà anche alla società civile, alle comunità coinvolte, sostenere che il rispetto reciproco non resti solo nelle dichiarazioni, ma corrisponda a azioni che promuovano pace, riconoscimento e convivenza concreta.