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Addio Porta Portese, altro che restyling: sparirà per sempre il vero e autentico mercato di Roma | Tra pochi mesi non ci sarà più niente

Porta Portese

Il nuovo restyling di Porta Portese, che prevede l'apertura della Partita Iva per gli operatori del mercato - Romait.it - foto Canva

Grandi cambiamenti in arrivo per uno dei mercati storici della Capitale, ma molti commercianti non hanno preso bene la notizia.

Considerato come il più grande e famoso della città, il mercato di Porta Portese fa ormai parte della routine domenicale dei romani. Si svolge nei pressi dell’omonima Porta del seicento, nell’area compresa tra Piazza Ippolito Nievo e via Portuense.

Questo luogo è stato perfino immortalato in diverse pellicole italiane, tra cui Ladri di biciclette, sottolineando dunque il fatto che occupa tutt’oggi un prezioso posticino nel cuore dei cittadini. A breve però la tipica atmosfera associata al celebre mercato potrebbe scomparire o perlomeno trasformarsi.

Il Comune ha in serbo dei sostanziali cambiamenti, che rischiano di mettere a repentaglio il lavoro dei mercanti e lo shopping di chi è solito frequentare e acquistare da questi ultimi. Ma scopriamo nel dettaglio le novità che caratterizzeranno Porta Portese.

Porta Portese si trasforma: nulla sarà più come prima

La nuova omologazione prevista per Porta Portese e proposta dal sindaco Roberto Gualtieri e dal presidente del XII municipio ha suscitato non pochi malumori da parte degli operatori del mercato, soprattutto gli irregolari, che sono rappresentati da due associazioni.

Il progetto consiste in un totale restyling, previsto ormai da oltre due decenni, ma che nessuna amministrazione finora è riuscita ad attuare. Il suddetto prevede anche il possesso della Partita Iva, un dettaglio che non ha trovato tutti d’accordo.

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Il nuovo restyling di Porta Portese, che prevede l’apertura della Partita Iva per gli operatori del mercato – Romait.it – foto Canva

La richiesta agli operatori di Porta Portese

Secondo i dati rilasciati dal municipio in questione, gli operatori regolari sono 680 contro 160 irregolari. A partire da ottobre, tramite un bando, il Comune procederà all’assegnazione delle licenze. C’è però un caveat: bisogna avere la Partita Iva.

Molti lavoratori di Porta Portese hanno dichiarato di non volervi partecipare in quanto i costi per quest’ultima ammonterebbero a quasi 5 mila euro all’anno. Una spesa che definiscono insostenibile considerato che lavorano soltanto la domenica. L’assessora Monica Lucarelli è intervenuta così: “Se da una parte ci sono le giuste aspirazioni degli operatori, dall’altra noi dobbiamo normalizzare in maniera legale il loro lavoro. Ci vuole un riconoscimento ufficiale e formale, o non faremo altro che perseguire una situazione di fragilità e instabilità”.