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A19, troppi cantieri e poche soluzioni: FAST-Confsal chiede la fine del braccio di ferro tra Regione Sicilia e Anas

La vicenda dei cantieri sull’A19 è la fotografia di un sistema infrastrutturale che fatica a reggere il confronto con le esigenze di mobilità e sviluppo della Sicilia

Renato Schifani, Regione Sicilia

Renato Schifani, Presidente Regione Sicilia

Nel pieno dell’estate, l’Autostrada A19 – uno dei principali assi viari della Sicilia – torna al centro dell’attenzione per un doppio disagio.

Scontro istituzionale sul traffico dell’A19, i sindacati prendono posizione

Da una parte i cantieri che si moltiplicano in prossimità di Palermo, dall’altra una crescente frizione tra Regione Siciliana e Anas. In mezzo, i cittadini: pendolari, turisti, autotrasportatori. E, tra le voci che chiedono una gestione più equilibrata della situazione, si alza quella dei sindacati del settore trasporti.

Con una nota congiunta, il Segretario Generale di FAST-Confsal, Pietro Serbassi, e il Segretario Nazionale di SADA FAST-Confsal, Nicola Apostolico, intervengono sulla vicenda puntando l’attenzione su ciò che ritengono essere il vero problema: un conflitto politico-istituzionale che non sta contribuendo a risolvere le criticità infrastrutturali, anzi.

I cantieri vicino Palermo e l’effetto imbuto sul traffico

Due cantieri contigui sull’A19, nel tratto che si avvicina al capoluogo siciliano, stanno creando un pesante rallentamento della circolazione. A renderli ancora più impattanti è l’aumento fisiologico del traffico legato alla stagione turistica, con un flusso maggiore di veicoli e un sistema viario che non ha margini di elasticità.

I sindacati ammettono la difficoltà della situazione, ma criticano il modo in cui le istituzioni stanno gestendo il problema. “Comprendiamo le difficoltà dei cittadini, dei turisti e dei pendolari – ha dichiarato Serbassi – ma crediamo che un clima di tensione tra Regione e Anas non aiuti a risolvere i problemi”. Un punto di vista che richiama alla necessità di preservare la collaborazione istituzionale che, fino a pochi giorni fa, era stata pubblicamente elogiata dallo stesso Presidente della Regione.

Il nodo politico-gestionale e le competenze in conflitto

Il cuore del conflitto sembra essere il rapporto tra politica e gestione tecnica. Secondo i sindacati, l’interferenza tra questi due livelli rischia di generare un effetto boomerang. Le recenti dichiarazioni e prese di posizione del governo regionale contro alcuni dirigenti Anas, con tanto di richiesta di rimozione, non sono passate inosservate.

“Ci risulta – afferma Serbassi – che il nuovo vertice Anas stia attuando una rimodulazione interna delle strutture, in piena autonomia gestionale e secondo logiche aziendali. Non si tratta di cambiamenti imposti da fattori esterni”. L’equivoco, a detta del sindacato, è proprio nella sovrapposizione tra dimensioni politiche e manageriali. Confondere i piani, avvertono, genera solo confusione e inefficienza.

Ruoli distinti e responsabilità chiare: la ricetta del sindacato

La posizione di FAST-Confsal e SADA è netta: ognuno deve restare nel proprio ambito. La politica dia indirizzi e visione strategica, le aziende gestiscano in autonomia operativa, i sindacati vigilino sui diritti dei lavoratori. Apostolico, segretario nazionale SADA, lo ribadisce con chiarezza: “Non abbiamo alcuna intenzione di impegnarci in difese di ufficio verso singoli dirigenti, ma è doveroso ribadire un principio: a ciascuno il proprio ruolo”.

Dietro questa affermazione c’è l’idea che l’efficienza del sistema infrastrutturale passi anche da un equilibrio istituzionale che non può essere alterato da logiche estemporanee, da interessi di parte o da tentativi di strumentalizzazione.

Niente polemiche, servono soluzioni concrete

La conclusione della nota firmata da Serbassi e Apostolico è un richiamo alla responsabilità comune. I sindacati, dicono, continueranno a fare la loro parte con spirito propositivo, senza cedere a logiche conflittuali o propagandistiche. “Nella realizzazione delle grandi infrastrutture – affermano – sarebbe bene tenere fuori schermaglie ideologiche. Le crisi si affrontano con soluzioni, non con invasioni di campo o con inutili risse”.

Un messaggio chiaro, rivolto a tutti gli attori in campo: servono serietà, cooperazione e rispetto dei ruoli. Perché i cantieri possono anche essere inevitabili, ma il caos politico è sempre evitabile.

La vicenda dei cantieri sull’A19 è l’ennesima fotografia di un sistema infrastrutturale che fatica a reggere il confronto con le esigenze di mobilità e sviluppo della Sicilia. In questo contesto, le parole dei sindacati suonano come un invito alla sobrietà e all’efficienza, due qualità spesso assenti nel dibattito pubblico.