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A Giorgio Faletti

Il Sabato Lib(e)ro di Livia Filippi

Nel più autobiografico dei suoi libri, “Appunti di un venditore di donne”, Giorgio Faletti, parlando del protagonista Giorgio Freschi, descrive un giovane cabarettista agli esordi, un ragazzo dalla faccia pulita con un gran talento e una grande ingenuità, accolto dai veterani di Milano con una certa sufficienza dettata dal timore per il suo talento.

Una timida descrizione per introdurre un personaggio poliedrico difficile da classificare, che ha cambiato tanti volti in vari ambiti artistici, da quello della televisione, della musica, della sceneggiatura a quello della scrittura.

Con il timore di un ragazzo ansioso di mostrare al mondo il proprio talento e dotato di un grande senso dell’umorismo, si presenta come cabarettista in televisione all’età di 27 anni, conquistando le risate del grande pubblico di “Drive in” con il personaggio di Vito Catozzo, la guardia giurata dall’italiano improbabile più famosa degli anni ’80, ricordando oggi quella voglia di sperimentare e reinventarsi e quella versatilità artistica quasi scomparsa dal piccolo schermo.

Intanto, laureato in Giurisprudenza, da amante della musica coltiva questa passione ispirandosi, disse, «a chi adoravo, come De Gregori o Fossati» e nel 1988 pubblica il primo mini-album “Colletti bianchi”, colonna sonora del telefilm omonimo che lo vede fra i protagonisti. Tre anni dopo esce “Disperato ma non serio”, il suo secondo disco in cui c’è “Ulula”, uno dei brani più trasmessi in radio nell’estate 1991. Sempre quell’anno scrive per Mina “Traditore”, e successivamente sarà autore di brani anche per Milva, Fiordaliso e Branduardi.

Nel 1992 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Orietta Berti e lì tornerà due anni dopo per vincere il Premio della Critica e classificarsi al secondo posto in assoluto con la canzone “Signor Tenente”.

Nato ad Asti, si rende degno del Paese creativo per eccellenza e sorprende pubblico e critica un’ennesima volta nel 2002, con il suo straordinario esordio da narratore: con il primo thriller “Io uccido” raggiunge la vetta della classifica degli autori italiani più venduti nel mondo. Continua la fortunata carriera di scrittore con il secondo romanzo “Niente di vero tranne gli occhi” e così via, specializzandosi sempre più nei gialli e sempre alla ricerca dell’ispirazione e del riscatto da quegli istinti che ci si porta dietro nella vita quotidiana, di cui è difficile liberarsi.

Recita in “Baaria” di Tornatore e nel film “Il sorteggio” di Giacomo Campiotti oltre che nel film cult “Notte prima degli esami”.

Nel frattempo, nella vita privata, si ammala, si vede con gli amici più cari con cui ama fare “il solito pirla” e con i quali inventa personaggi comici e fa le imitazioni; prende in giro tutto, anche il tumore. Finché ieri 4 luglio 2014, all’età di 63 anni, sul letto dell’Ospedale Molinette di Torino, in uno stato di incoscienza il suo grande cuore di uomo, di artista e scrittore prolifico ha ceduto ad un ennesimo scherzo, riuscito male.

In una recente intervista disse: «Mi sento un ragazzino. Sul mio epitaffio scriveranno: qui giace Giorgio Faletti, morto a diciassette anni. Ho tanta energia e voglia di mettermi in gioco. Non ho paura di rischiare».

Il nostro è un grande saluto malinconico poiché un uomo dalle tante vite se ne è andato alla ricerca di una prossima, con in tasca un oggetto prezioso, le chiavi per far ridere il mondo del mondo.

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