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Il premier tifa Merkenzi per vincere in Europa

di Massimo Persotti

I cambiamenti nella società e nella politica si misurano anche a colpi di neologismi. Ecco perché la coniazione di 'Merkenzi' potrebbe indurre a porci la domanda: "La politica europea sta realmente mutando?".

In Europa, fino a tre anni fa, la crasi che identificava gli equilibri di potere nel complesso sistema delle istituzioni europee era 'Merkozy', fusione di Merkel e Sarkozy, i leader di Germania e Francia, che non solo erano espressione di una stessa famiglia politica, ma rappresentavano il braccio forte dei 28 Paesi UE. La Cancelliera, per popolarità, ambizione e ruolo, si è prestata con molta facilità a soluzioni linguistiche analoghe nel tempo: Merkhollande (Merkel con Hollande), con il cambio all'Eliseo, capace di trasformarsi in Merkhollti (Merkel, Hollande e Monti) nella definizione inventata dallo storico inglese Timothy Garton Ash nel maggio 2012, una triade che ha alimentato nei detrattori l'evocazione di figure mitologiche quali il Cerbero.

Ma i tempi sono ormai cambiati. Di quella triade, Monti ormai appare come un passato remoto e lo stesso Hollande, pur tuttora saldo alla guida della Francia, ha perso l'autorevolezza di pochi mesi fa. L'affacciarsi di Matteo Renzi, il 'rottamatore', prima nella scena politica italiana e poi trionfatore alle elezioni europee, ha mutato i rapporti di forza. Colti da un politologo britannico, Kalypso Nicolaïdis, direttore del Centro per gli Studi internazionali all'Università di Oxford, il quale lo scorso 4 luglio, sull'autorevole quotidiano Financial Times, ha coniato 'Merkenzi'. Renzi, questa la tesi di Nicolaïdis, "rappresenta per molti aspetti – ideologici, geografici, politici – il perfetto contrappeso alla 'morbida egemonia' di Angela Merkel. La loro intesa ha buone probabilità di dar forma alla nuova Europa" e, per questo motivo, la loro è una "alleanza che può costituire una buona notizia sia per l'UE che per il Regno Unito".

Nel gioco delle crasi in politica, Merkenzi rappresenta uno dei pochi esempi in cui il neologismo apre prospettive incoraggianti. Almeno, per quanto riguarda il nostro Paese. Nella storia politica italiana, i pur illustri precedenti lasciavano sempre un retrogusto amaro se non cinico: Dalemanno, Dalemoni, Veltrusconi, finanche il Renzusconi che accompagnava – appena un anno fa – la diffusione virale di un mostruoso fotomontaggio con i volti di Renzi e Berlusconi fusi in uno spaventoso ibrido.

Se la novità linguistica produrrà anche effetti politici, lo scopriremo nel prossimo futuro. Per quel che vale, Merkenzi in rete è ancora lontano dall'affermarsi: poco più di 6mila occorrenze su Google, ben lontano dalle 370mila del pur démodé Merkozy.

 

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