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Roma acquista 1040 case popolari: 336 già rogitati, e nel 2026 arrivano altri 702 alloggi

Roma compra 1040 case popolari per l’emergenza abitativa: 336 già rogitati da Enasarco, altri 702 nel 2026 dopo verifiche Demanio

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A Roma la parola “casa” pesa come un macigno: graduatorie lunghe, affitti che mordono, famiglie che scivolano in difficoltà anche lavorando. Per questo la notizia arrivata dal Campidoglio, a poche ore dall’avvio del 2026, fa rumore nel senso migliore: Roma Capitale ha messo in campo l’acquisto di 1040 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica destinati all’emergenza abitativa, con le prime assegnazioni pronte a partire.

Roma acquista 1040 case popolari: i numeri, i soldi e il primo pacchetto già “in mano” al Comune

Il punto più concreto è quello che di solito manca: i tempi. Il rogito per la prima tranche è già stato sottoscritto e riguarda 336 appartamenti acquistati da Fondazione Enasarco, per un valore complessivo di 53 milioni di euro. Sono immobili che, da oggi, possono entrare nel circuito delle assegnazioni perché sono già proprietà dell’amministrazione. Il resto dell’operazione prevede l’acquisizione di ulteriori 702 alloggi nel corso del 2026, dopo le verifiche dell’Agenzia del Demanio, con un importo massimo di 201,5 milioni. Tradotto: un investimento totale attorno ai 250 milioni, numeri che raccontano una manovra di dimensione rara per una grande città italiana.

Roma acquista 1040 case popolari: quando iniziano le assegnazioni e cosa succede nei prossimi mesi

In conferenza stampa l’assessore alle Politiche abitative Tobia Zevi è stato netto: si comincia assegnando gli alloggi già rogitati, quelli effettivamente disponibili perché già di proprietà pubblica. Poi scatta il lavoro tecnico per il secondo blocco: dal nuovo anno partono sopralluoghi, stime e procedure con l’Agenzia delle Entrate, passaggi necessari per arrivare al rogito degli altri 700 appartamenti. La tabella di marcia indicata parla di possesso completo nella prima metà del 2026 e assegnazione dell’intero pacchetto entro la fine dell’anno. Ed è qui che la città misura la differenza: non un annuncio generico, ma una sequenza di atti, verifiche e firme già calendarizzate.

Roma acquista 1040 case popolari: il divario con le città europee e la “nuova” emergenza che colpisce anche chi lavora

Zevi ha messo il tema sul piano più ampio: Roma deve colmare un divario che la tiene distante da molte capitali europee sul numero di alloggi pubblici e sugli strumenti per rispondere al disagio abitativo. È un passaggio che parla anche ai romani che non si sono mai sentiti “fragili”, fino a quando il costo di una stanza o di un bilocale ha iniziato a portarsi via metà stipendio. La povertà abitativa cambia volto, riguarda sempre più spesso famiglie che vivono di lavoro e pensioni, senza reti solide. In questa cornice, l’acquisto di case popolari diventa una scelta che prova a togliere pressione al mercato e a ridare fiato a chi è rimasto incastrato.

Roma acquista 1040 case popolari: Enasarco rivendica “prezzo giusto” e attenzione sociale

Dal lato di Fondazione Enasarco, la presidente Patrizia De Luise ha difeso la decisione dell’ente previdenziale: fare impresa e investimenti, ha sostenuto, può andare insieme a una responsabilità verso il territorio. Il messaggio politico e tecnico è chiaro: immobili valutati in modo trasparente, prezzo definito “giusto”, nessuna rinuncia sul valore del patrimonio degli iscritti. De Luise ha insistito anche su un aspetto spesso ignorato nel racconto pubblico: l’assegnazione è solo l’inizio, perché serve cura della gestione, mediazione sociale, regole chiare per la convivenza e presidio quotidiano. In altre parole, le chiavi contano, ma conta anche ciò che accade dopo averle consegnate.

Roma acquista 1040 case popolari: Gualtieri parla di “risultato storico” e rilancia verso quota 1526 entro fine 2026

Il sindaco Roberto Gualtieri ha definito la giornata “importante” e l’operazione un risultato storico, sottolineando che l’acquisto di 1040 case popolari è il più ampio compiuto da una città italiana negli ultimi decenni. Il primo cittadino ha ricordato che i 336 alloggi già rogitati sono “case abitabili” a tutti gli effetti e ha evidenziato il peso delle risorse nazionali ed europee usate per sostenere lo sforzo. Poi il rilancio: l’obiettivo dichiarato è arrivare a 1526 acquisti in più entro la fine del 2026. Un traguardo ambizioso, che porterà con sé attenzione pubblica e verifiche continue, perché a Roma la questione casa non ammette scorciatoie.

Roma acquista 1040 case popolari: cosa cambia per chi aspetta e quali nodi restano sul tavolo

Per chi è in graduatoria, la notizia vale soprattutto per una parola: disponibilità. Se gli alloggi entrano davvero in assegnazione in tempi brevi, la città può iniziare a ridurre l’attesa e a rendere più credibile l’idea che l’ERP sia una risposta reale e non solo un capitolo amministrativo. Restano però nodi che i romani conoscono bene: la qualità degli immobili, i lavori necessari prima di abitarli, la manutenzione nel tempo, la capacità di accompagnare le famiglie in ingresso evitando che i quartieri si ritrovino soli a gestire problemi complessi. La conferenza stampa in Campidoglio ha tracciato una rotta; ora la partita si gioca sui passaggi operativi, sulle prime consegne e sulla trasparenza degli atti. A Roma, quando si parla di case popolari, è lì che si misura la distanza fra promessa e risultato.