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Due euro per Trevi, milioni per Roma: turisti pagano, romani respirano

Biglietto ai turisti per Fontana di Trevi e musei. Il Campidoglio punta su incassi record senza colpire i residenti

Fontana di Trevi

Fontana di Trevi

La Fontana di Trevi non è più solo il luogo dei desideri lanciati in acqua. Dal primo febbraio diventa anche il simbolo di una scelta politica che promette di incidere sulla vita quotidiana dei romani. Due euro a visita per chi arriva da fuori, accesso libero per chi vive in città e un flusso di denaro capace di alleggerire una Capitale spesso costretta a fare i conti con risorse limitate.

Trevi come esempio pilota di una Roma che cambia

Il “catino” più famoso del mondo registra ogni giorno numeri impressionanti. Decine di migliaia di persone si alternano davanti al marmo e al travertino, spesso in condizioni di sovraffollamento. Il ticket introduce una doppia funzione: genera entrate e regola i flussi, rendendo la visita più ordinata. Il Comune stima oltre 22 milioni annui, una cifra che potrebbe incidere davvero su manutenzione e decoro.

Meno tasse ai residenti, più responsabilità ai visitatori

L’aspetto che incontra maggiore consenso riguarda la tutela dei romani. In un periodo segnato da rincari e difficoltà economiche, l’amministrazione evita di scaricare nuovi pesi fiscali sui cittadini e sceglie di chiedere un contributo a chi usufruisce del patrimonio per pochi giorni. Una logica che ribalta il racconto di una città ostaggio del turismo e prova a trasformarlo in alleato.

Musei, cultura e un fondo dedicato

Gli introiti non si fermano alla Fontana di Trevi. Cinque musei capitolini tornano a pagamento per i non residenti, mentre per i romani restano ingressi agevolati o gratuiti. Il fondo dedicato alla cultura diventa uno strumento di programmazione, non più legato all’emergenza ma alla continuità.

Il dibattito politico e i possibili ricorsi

La decisione non è priva di critiche. Alcune forze politiche parlano di rischio elitizzazione, altri paventano una città meno accogliente. Sullo sfondo si profila l’ipotesi di ricorsi al Tar, che potrebbero mettere alla prova l’impianto normativo. Il Campidoglio, però, rivendica la legittimità della scelta e la necessità di tutelare un patrimonio unico.

Roma, turismo e futuro urbano

La domanda che circola nei rioni e nei bar riguarda il domani. Se il modello Trevi funzionerà, potrebbe estendersi ad altri ambiti: trasporti, grandi parchi storici, eventi culturali ad alta affluenza. Il rischio di una città accessibile solo a chi può permetterselo resta sul tavolo, ma per molti romani la priorità oggi è una città più curata, vivibile e meno gravata da tasse. In questo equilibrio delicato si gioca una partita che va ben oltre due euro lanciati in una fontana.