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Roma nasconde un altro segreto, riaffiora un rifugio antiaereo dimenticato | Il luogo sommerso da visitare

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Una scoperta che riporta la città al 1943 e svela un mondo sotterraneo rimasto intatto per decenni

Sotto i giardini di viale Carlo Felice, a pochi passi da San Giovanni, la città eterna rivela un nuovo frammento del suo passato nascosto. Una spedizione speleo-archeologica ha riportato alla luce un rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale, una scoperta che da mesi incuriosisce migliaia di romani affascinati dall’idea di un mondo sotterraneo rimasto silenzioso per oltre ottant’anni. È un luogo immerso nell’oscurità, quasi sospeso nel tempo, che racconta la vita quotidiana durante i bombardamenti e apre uno spiraglio su storie che la superficie aveva dimenticato.

A parlarne per primo era stato anche il Corriere della Sera, ma solo con la documentazione recente dell’associazione Sotterranei di Roma è stato possibile ricostruire struttura e condizioni del rifugio. Si trova a circa 15 metri di profondità, nascosto sotto un tombino, e si estende per una galleria di circa 70 metri, oggi in parte allagata. Fu realizzato in fretta nel settembre 1943 per proteggere i lavoratori dell’ex deposito ATAG, l’azienda che precedette l’attuale ATAC. Quel cunicolo, costruito in emergenza mentre Roma affrontava i bombardamenti, oggi si è trasformato in una sorta di capsula del tempo lontana dalla città che scorre a pochi metri sopra.

Un tesoro nascosto: i reperti ancora intatti nel rifugio

Ciò che rende questo ritrovamento ancora più sorprendente è la quantità di materiali rimasti lì, immobili dal giorno in cui vennero abbandonati. Nella galleria, i ricercatori guidati da Marco Placidi hanno individuato resti di veicoli Fiat: telai, cruscotti e perfino un muso deformato dalle schegge dei bombardamenti. È emersa anche una testimonianza cromatica rarissima: lamiere con la verniciatura “bi-verde” del 1927, adottata sui mezzi pubblici romani e considerata perduta per sempre.

Perfino le sedute del rifugio raccontano una storia: vennero realizzate recuperando i seggiolini dei tram e degli autobus Spa e Lancia degli anni precedenti il conflitto. La spedizione iniziata nel 2017 ha richiesto abbigliamento tecnico da immersione per superare l’acqua gelida che invade la struttura. Ogni passo sotto quel tombino è diventato un viaggio nel passato, un percorso in cui la memoria si intreccia con la fatica del recupero e con il desiderio di restituire ai cittadini un luogo di grande valore storico.

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Quando potrà essere visitato: il futuro del rifugio sotto San Giovanni

L’obiettivo dell’associazione è chiaro: trasformare il rifugio in un sito visitabile e accessibile, un luogo capace di raccontare più di quanto possano fare libri e fotografie. Al momento, tuttavia, non c’è ancora una data per l’apertura al pubblico. Il sito è già elencato tra le scoperte di Sotterranei di Roma con il nome “Ricovero antiaereo realizzato a protezione delle maestranze dell’ex deposito Atac”, ma la trasformazione in spazio fruibile richiede tempo, studio e interventi mirati.

L’associazione, contattata per aggiornamenti, ha confermato che i lavori di recupero e catalogazione dei cimeli proseguono, ma serve ulteriore pianificazione prima di accogliere i visitatori. Il rifugio, però, è ormai entrato nell’immaginario dei romani: un luogo rimasto invariato dall’epoca dei bombardamenti, pronto a diventare uno dei capitoli più suggestivi della vasta Roma sotterranea. Quando verrà aperto, sarà un’occasione unica per scendere sotto la superficie della città e camminare dentro la storia stessa.