Maxi operazione contro il clan Senese a Roma: gli arresti e le alleanze criminali
Maxi operazione contro il clan Senese a Roma: 14 arresti, reparti speciali in azione, legami con ultrà e gruppi criminali. Ricostruiti ruoli, interessi e tensioni interne
All’alba di venerdì Roma si è risvegliata con una vasta operazione dei carabinieri che ha portato all’arresto di quattordici persone considerate vicine al clan Senese. L’intervento, coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia, ha richiesto il supporto dei reparti speciali e ha colpito figure inserite in diversi contesti criminali della Capitale. L’indagine contestualizza un sistema di pressioni, violenze e azioni mirate che comprende tentato omicidio, porto e detenzione di armi, estorsioni aggravate e un tentato sequestro di persona collegato alle attività dell’organizzazione mafiosa. Una rete fitta che parte dalle storiche frizioni del clan e arriva agli ambienti ultrà, toccando anche figure del mondo sportivo.
Maxi operazione contro il clan Senese: i nomi principali e i collegamenti emersi
Nel gruppo degli arrestati compare Angelo Senese, fratello del boss Michele, ritenuto da tempo uno dei riferimenti del sodalizio capitolino. Accanto a lui spuntano figure che confermano l’intreccio fra criminalità organizzata e curve calcistiche. Ettore Abramo, detto “Pluto”, già vicino a Fabrizio Piscitelli “Diabolik”, capo ultrà della Lazio ucciso nel 2019, rappresenta uno dei profili più significativi per comprendere la rete di rapporti che negli anni ha alimentato affari e tensioni. A completare il quadro c’è Girolamo Finizio, detto “Cillo”, legato alla tifoseria romanista e alla figura di “Michele ’o pazzo”, oltre ai fratelli Alvise e Leopoldo Cobianchi, a loro volta con precedenti indagini legate ad appalti ed estorsioni anche fuori dal territorio romano. Nel registro degli arrestati figura pure Kevin Di Napoli, ex pugile di Ostia, già al centro di vicende violente, compreso un ordigno esploso la scorsa estate contro la palestra gestita dal padre in via delle Azzorre. La sua presenza mostra come il perimetro dell’inchiesta non si limiti ai nomi storici ma coinvolga giovani figure contese o utilizzate per operazioni di forza.
Maxi operazione contro il clan Senese: l’interesse degli ultrà e il ruolo delle alleanze
La presenza di personaggi provenienti dalle tifoserie organizzate non è un dettaglio marginale. Chi indaga sottolinea come negli ultimi anni le curve siano diventate terreno fertile per reclutamento, visibilità e gestione di attività illecite. Il coinvolgimento di ultrà laziali e romanisti all’interno della stessa indagine restituisce un quadro in cui vecchie rivalità sportive vengono momentaneamente accantonate quando entrano in gioco guadagni, intimidazioni e controllo del territorio. Le alleanze si plasmano in base alle necessità operative e alle convenienze del momento, favorendo un sistema che si regge sulla forza dimostrativa e su una rete di contatti trasversali. La DDA ritiene infatti che il gruppo individuato avesse sviluppato una forma di coordinamento capace di condizionare attività economiche e rapporti interpersonali, sfruttando la reputazione criminale dei rispettivi riferimenti.
Maxi operazione contro il clan Senese: l’aggressione al gioielliere e il nodo degli interessi economici
Uno dei passaggi più delicati dell’inchiesta riguarda l’aggressione a un gioielliere romano. Secondo la ricostruzione, il commerciante sarebbe stato avvicinato da un malvivente della Capitale che si presentava come emissario dei Senese. Questo episodio avrebbe attivato una reazione inattesa: il clan Di Lauro, attivo nella provincia di Napoli, aveva infatti maturato interessi sulla stessa persona, interpretando l’intervento come un’ingerenza. Da qui si sarebbe generata una catena di minacce, pressioni e richieste risarcitorie che ha portato gli investigatori a ipotizzare un quadro in cui due strutture criminali consolidate valutavano i rispettivi confini di influenza. Il nome di Angelo Senese ricompare perché indicato come interlocutore diretto in queste dinamiche, segno di un equilibrio sempre più fragile che coinvolge gruppi capaci di mobilitare reti radicate in territori differenti.
Maxi operazione contro il clan Senese: effetti dell’inchiesta e prospettive
La maxi operazione produce un impatto rilevante sulla geografia criminale romana e offre agli investigatori nuovi elementi per comprendere le modalità operative del clan. L’attività dei reparti speciali suggerisce la necessità di un intervento rapido e incisivo, dettato non solo dalla pericolosità degli indagati, ma anche dalla volontà di interrompere rapporti considerati dannosi per la sicurezza pubblica. Le modalità contestate confermano un modello basato su intimidazione, rapporti con figure di peso nel tifo organizzato e un sistema di alleanze che può cambiare rapidamente a seconda degli interessi in gioco. La DDA valuterà ora l’evoluzione del quadro probatorio, mentre la presenza di gruppi vicini ai clan campani lascia intuire che altre piste potranno essere approfondite, comprese quelle legate ai flussi economici che alimentano queste realtà. L’operazione di oggi apre uno spiraglio sulla possibilità di ridurre la capacità offensiva del clan Senese, ma soprattutto permette di comprendere meglio le connessioni che sorreggono un circuito criminale che continua a ridefinirsi sotto la pressione delle indagini.
