Prima pagina » Cronaca » Rieti, omicidio autista del pullman Pistoia Basket: tre ultras fermati

Rieti, omicidio autista del pullman Pistoia Basket: tre ultras fermati

Il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi ha dichiarato che “la città è sconvolta da un episodio che nulla ha a che vedere con i valori dello sport”

Polizia notte

La serata del 19 ottobre 2025, che avrebbe dovuto restare negli annali sportivi solo per la vittoria in trasferta della Pistoia Basket 2000 sul parquet del PalaSojourner di Rieti contro la Real Sebastiani, si è trasformata in un dramma. Il pullman dei tifosi toscani, scortato fuori città al termine della gara, è stato bersaglio di un agguato organizzato da un gruppo di ultras reatini. Un masso ha sfondato il parabrezza del mezzo, colpendo mortalmente il secondo autista, Raffaele Marianella, 65 anni. Tre persone sono state fermate nella notte con l’accusa di omicidio, ma la magistratura dovrà accertarne le responsabilità.

Omicidio autista: cosa è successo dopo la partita di Serie A2 a Rieti

La cronaca dei fatti parla di un clima teso già all’interno del palazzetto. Già durante la gara, terminata regolarmente con la vittoria degli ospiti, un gruppo di ultras locali aveva cercato il contatto con i tifosi pistoiesi, prontamente bloccati dalle forze dell’ordine. La tensione è proseguita all’uscita: anche in quel caso i sostenitori reatini sono stati tenuti a distanza dal cordone di sicurezza.

La Questura aveva quindi predisposto una scorta al pullman degli ospiti e un servizio di bonifica preventiva del percorso. Nonostante queste misure, a pochi chilometri da Rieti, in un tratto buio e isolato della superstrada, è scattato l’agguato: da dietro la vegetazione un gruppo di persone ha iniziato a lanciare sassi di grandi dimensioni contro il mezzo.

Una pietra ha centrato in pieno parabrezza, colpendo Marianella, che è deceduto poco dopo a causa delle gravi lesioni. Un’altra ha danneggiato il lato guida, mettendo a rischio la sicurezza dell’intero bus.

Le indagini e i primi fermi: tre ultras accusati di omicidio

Gli agenti in servizio hanno notato alcuni uomini allontanarsi di corsa verso le auto parcheggiate sotto un cavalcavia. Una vettura è stata immediatamente bloccata e i passeggeri condotti in Questura.

Le indagini, proseguite per tutta la notte e il giorno successivo, hanno portato a individuare più persone coinvolte nell’assalto. Nei confronti di tre ultras reatini sono emersi gravi indizi di colpevolezza per l’omicidio di Marianella. Su disposizione della Procura della Repubblica di Rieti, i tre sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto e condotti presso il carcere cittadino.

La Procura ha precisato che la responsabilità penale dovrà essere stabilita dal giudice nel corso del procedimento, ma intanto l’accusa contestata è gravissima: omicidio.

Lo sport ferito dalla violenza

La tragedia ha immediatamente sollevato un’ondata di indignazione. Le istituzioni sportive hanno condannato duramente l’accaduto, parlando di “pagina nera per lo sport italiano”. La Lega Nazionale Pallacanestro ha espresso cordoglio alla famiglia Marianella e solidarietà ai tifosi pistoiesi, chiedendo misure più incisive contro le frange violente.

Anche il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi ha dichiarato che “la città è sconvolta da un episodio che nulla ha a che vedere con i valori dello sport”, ribadendo il sostegno alle indagini. Pistoia, dal canto suo, ha fatto quadrato attorno ai propri sostenitori e ha chiesto giustizia rapida.

La morte di Marianella, lavoratore di lungo corso e volto noto del trasporto sportivo, colpisce inoltre il mondo degli autisti, spesso chiamati a gestire trasferte difficili, esposti a rischi non sempre considerati.

Omicidio Marianella: sicurezza negli stadi e trasferte di tifosi sotto accusa

Il caso di Rieti riapre inevitabilmente il dibattito sulla gestione dell’ordine pubblico negli eventi sportivi. Nonostante il rafforzamento dei controlli e le misure preventive, il gruppo ultras è riuscito a organizzare un agguato premeditato. Un episodio che mette in discussione l’efficacia dei dispositivi di sicurezza e che richiama alla memoria altre tragedie del passato legate al tifo violento.

Il ministro dell’Interno ha annunciato l’apertura di un tavolo straordinario sulla sicurezza, mentre il CONI ha chiesto “tolleranza zero” contro i responsabili di violenze.

Per la comunità sportiva, la domanda è inevitabile: come proteggere i tifosi e i lavoratori che garantiscono il funzionamento delle trasferte? La morte di Marianella segna un punto di non ritorno che potrebbe accelerare nuove misure, dal potenziamento delle scorte all’inasprimento delle pene per chi si rende protagonista di simili aggressioni.

Un epilogo che pesa sul basket italiano

Il basket italiano, spesso visto come uno sport capace di unire famiglie e territori, è stato colpito da un episodio che ne incrina l’immagine. La Serie A2, solitamente lontana dalle cronache di violenza tipiche del calcio, si trova ora al centro di una vicenda giudiziaria e di una tragedia umana.

Mentre la giustizia farà il suo corso, resta il ricordo di Raffaele Marianella, vittima innocente di una violenza cieca. La sua morte richiama con forza la necessità di un cambio culturale, oltre che normativo, per estirpare la violenza dagli spalti e dalle strade collegate allo sport.