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Violenza, il fenomeno colpisce oltre 6 milioni di donne

I dati dell’Istat: “6milioni e 788mila donne hanno subito nel corso della loro vita una qualche forma di violenza”

“Sono 6milioni e 788mila le donne che hanno subito nel corso della loro vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Il 31% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza come stupri (652mila donne) e tentati stupri (746mila)”. Questi i dati dell’Istat presentati oggi a Roma in occasione della conferenza ‘La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia’, nell’ambito della seconda edizione dell’indagine Multiscopo sulla ‘Sicurezza delle donne’, finanziata dal Dipartimento per le Pari Opportunità e realizzata dall’Istat per la prima volta già nel 2006.

Dall’indagine condotta tra maggio e dicembre 2014 l’Istat rileva che “negli ultimi 5 anni il numero di donne che ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale ammonta a 2 milioni 435 mila, l’11,3% delle donne dai 16 ai 70. Quelle che hanno subito violenza fisica sono 1 milione 517 mila (il 7%), le vittime di violenza sessuale sono 1 milione 369 mila (il 6,4%), le donne che hanno subito stupri sono 246 mila (1,2%) di cui 136mila stupri (0,6%) e circa 163 mila tentati stupri (0,8%)”.

Nel confronto con gli anni precedenti si “colgono segnali di miglioramento – sottolinea Linda Laura Sabbadini, direttore del Dipartimento statistiche sociali e ambientali, presentando il rapporto. La coscienza femminile anche grazie ad una maggiore condanna della violenza da parte della legge sta crescendo e “intacca i livelli di violenza fisica, sessuale e psicologica. La violenza continua ad essere un fenomeno ampio, grave e diffuso, ma la situazione è in movimento e le donne stanno reagendo”.

“Il risultato fondamentale che emerge da questa indagine è che la violenza è un fenomeno ampio, diffuso e grave: un terzo delle donne ha subito violenza fisica o sessuale. Un quarto quella psicologica. Emergono però anche segnali positivi: il calo violenze fisiche, sessuali e psicologiche si registra soprattutto tra gli episodi meno gravi. Ciò vuol dire che – prosegue Linda Laura Sabbadini – le donne hanno una maggiore capacità di prevenirla appena si esprime, che a compierla siano ex partner, conoscenti o partner. Questo miglioramento deriva anche dal mutato clima sociale, che ora è spinto all’unanimità a condannare questi eventi”.

Prima della prima indagine del 2006 “non si parlava delle violenze in famiglia o da parte dell’ex partner. Le donne oggi si sentono meno sole e sanno reagire. Aumentano quelle che si rivolgono a forze dell’ordine o centri anti violenza, e sono anche più soddisfatte dei servizi offerti”.

Ci sono tuttavia anche segnali negativi. “Non è intaccato lo zoccolo duro: stupri, omicidi, violenze gravi. Aumentano poi le donne ferite o che non considerano gli abusi un fatto grave. La maggiore consapevolezza e capacità di reazione tra le giovani, se da un lato ci aiuta a prevenire, dall’altro sollecita comportamenti più violenti da parte dell’uomo”, sottolinea Sabbadini.

Stiamo, dunque, attraversando “una fase molto delicata di cambiamento che va colta da parte della politica e degli attori istituzionali e sociali sul territorio. Potenziare il lavoro di questa rete ci permette di auspicare una prospettiva di grande diminuzione della violenza”, conclude.

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