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Valter Mainetti alla presentazione dell’ultimo avvincente giallo a sfondo giuridico del magistrato Marcello Vitale

A Roma la presentazione de ‘’La bolgia dei dannati’’, l’ultimo avvincente giallo a sfondo giuridico del magistrato Marcello Vitale

Copertina libro "La bolgia dei dannati" di Marcello Vitale

L’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, dopo anni di silenzio ha lanciato un forte messaggio, rivolto sia alla politica che alle giovani generazioni. L’occasione è stata la presentazione de ‘’La bolgia dei dannati’’, l’ultimo avvincente giallo a sfondo giuridico del magistrato Marcello Vitale, in un albergo del centro di Roma,  alla presenza di esponenti delle istituzioni e della cultura della Capitale, fra i quali l’imprenditore e collezionista, Valter Mainetti, proprietario de ‘’Il Foglio’’.  

Tra i presenti esponenti delle istituzioni e della cultura della Capitale, fra i quali l’imprenditore e collezionista, Valter Mainetti, proprietario de ‘’Il Foglio’’

Il Giudice Rasselli, protagonista del nuovo giallo di Vitale, deve risolvere l’omicidio di Renzo Giorgetti, un camionista ucciso in un probabile regolamento di conti. La trama si sviluppa su tante direttrici dalle indagini poliziesche alle citazioni filosofiche e sociologiche, fino al mondo dei social.  E il lettore, oltre a essere conquistato dalla avvincente successione degli eventi, viene aiutato anche a decifrare il linguaggio e la liturgia delle inchieste giudiziarie.

Anche con questo libro, Vitale, Presidente Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione, vuole trasmettere un messaggio di carattere sociale. ‘’Cerco di trasfondere – ha affermato – le esperienze umane e culturali. In magistratura, peraltro, specie nel campo penale, le esperienze non mancano. In questo ultimo libro ho inteso trasferire lo scenario di questa società inquieta, caduta nella “bolgia” del Covid, ma già sprofondata nel disastro ambientale e ora nella guerra. Una società impregnata di cattiveria, sete di denaro, erotismo da frustrati. Dove anche la tecnologia e il web, in particolare, diventa un ambiente per community criminali e lo sviluppo di “sette diaboliche.

In questa società che vive i giorni più difficili dal dopoguerra i giovani sono certamente i più svantaggiati e mai il loro futuro è stato così incerto. Fini, al quale nonostante l’assenza dalla attività partitica, non manca l’intuizione, in una parte del suo intervento  ha rispolverato  la sua grande sensibilità politica. «La cosa che più deve spaventarci, riguardo ai giovani – ha sottolineato – è l’apatia. Per cui, se i giovani protestano per tentare di imporre alla politica dei temi, anche se questa protesta a volte assume connotati che appaiono confusi e forse anche censurabili, la politica ha il dovere di ascoltarli. Perché una cosa confusa e censurabile è comunque sempre meglio che l’apatia». 

L’ex leader di An ha aggiunto poi che ogni protesta deve comunque rimanere all’interno della legge. ‘’Ma possiamo sostenere – ha rilevato – che questi giovani facciano cose più gravi di quelle che si vedevano nel secolo scorso? Fini non fa un esplicito riferimento al movimento «Ultima generazione», ma il suo pensiero è chiaro, sia pure in controtendenza col sentire del destra-centro. 

Tornando al giallo di Vitale, vita online e vita offline si mescolano, e solo tra mille difficoltà,  amplificate dalla pandemia,  il procuratore, per riscattarsi anche da una difficile situazione personale, riuscirà a dare un nome al colpevole.

Infatti Rasselli, dopo tanti anni di onorato lavoro al Nord e un matrimonio finito male, decide di tornare a prestare servizio a Larodi, il suo paese d’origine calabrese.  

Appena arrivato, in pieno lockdown, si trova alle prese con il caso di omicidio del  camionista, freddato nella sua macchina con due colpi alla testa in quello che sembra essere un classico delitto della ‘ndrangheta. Tutti i «signa» portano in quella direzione. Soprattutto perché il paese è teatro di scontro tra le due fazioni guidate da don Pippo Traversi e dal boss emergente Alessandro Turello, noto per le sue attività di strozzinaggio che mettono in ginocchio gli imprenditori locali. Alle già complesse indagini, si aggiunge anche la scomparsa di Sebastiano Sbranchella, un ragazzo del luogo che l’anno prima era sparito in circostanze misteriose dopo essersi apertamente opposto all’invito di don Pippo di offrirgli una birra. 

Tra ipotesi e interrogatori, Rasselli entra in contatto persino con il mondo oscuro del web, e in particolare con un gruppo, che si rivela essere una vera e propria setta religiosa popolata da individui che utilizzano profili falsi per venerare un sedicente «Santone».

Una trama decisamente articolata e con tante sfaccettature, come nella realtà spesso incontrata nella lunga esperienza nella magistratura, dove l’autore ha svolto l’attività sia di procuratore che di giudice, che lo porta a valorizzare l’aspetto umano e professionale. ‘’Il magistrato – è solito affermare Vitale – non deve diventare un super-poliziotto con uno strapotere, ma perseguire i reati e difendere i cittadini’’.