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Un bacio film di Ivan Cotroneo su adolescenza, omofobia, bullismo

I protagonisti sono Lorenzo, Antonio e Blu, interpretati rispettivamente da Rimau Grillo Ritzberger, Leonardo Pazzagli e Valentina Romani

Lo scorso 23 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma è stato presentato “Un bacio”, l’ultimo film di Ivan Cotroneo, tratto dal racconto omonimo del regista, che uscirà nelle sale il 31 marzo. I protagonisti sono Lorenzo, Antonio e Blu, interpretati rispettivamente da Rimau Grillo Ritzberger, Leonardo Pazzagli e Valentina Romani, che vivono la loro storia d’amicizia durante un’età critica come l’adolescenza quando tutto quello che succede, succede per la prima volta.

Se da una parte è un film romantico che affronta con sensibilità tutti quei caratteri tipici dell’età come la voglia di evasione, l’insicurezza, l’insoddisfazione, la necessità di sentirsi parte di qualcosa, il conflitto con gli adulti; dall’altra affronta in maniera dura e diretta il dramma del bullismo nelle scuole e l’omofobia.

Ognuno per un diverso motivo, i tre sedicenni sono vittime di bullismo tra i banchi di una scuola periferica di Udine, moderna e grande come un campus americano, rigida e conservatrice come un collegio militare. Grazie alla forza della loro amicizia che “ti salva la vita”, insieme sopravvivono sognando, amando, ribellandosi e condividendo le loro fragilità, fino a quando però i meccanismi del gruppo vengono compromessi per sempre.  

I personaggi di “Un bacio” sono retti da una verità emotiva, la stessa che contribuirà al drammatico finale.

Il regista nell’affrontare l’amore omosessuale si è ispirato ad un fatto di cronaca realmente avvenuto nel 2008 vicino a Los Angeles.

In “Un bacio” la diversità una volta tanto è capitata sotto i giusti riflettori, quelli di chi la ritiene un arricchimento e non un sinonimo di minaccia e aberrazione. È un film popolare nel vero senso della parola, che parla soprattutto ai ragazzi ma anche ai genitori e ai professori, e che ha una grande speranza, quella di poter aiutare chi a sedici anni si sente solo, chi teme le etichette e chi è stato vittima di bullismo, perché vivere l’adolescenza con felicità e spensieratezza nonostante le fragilità dell’età è un diritto di tutti e non un privilegio per i più fortunati e protetti.

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