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Ucraina, l’ex corrispondente Rai Masotti: “Spero nella diplomazia ma siamo sul filo del rasoio”

“Fino a due, tre giorni fa ero convinto che fosse una guerra dimostrativa. Adesso la situazione è peggiorata, si è incattivita”

Vladimir Putin

Vladimir Putin

La guerra in Ucraina è ormai scoppiata. Putin ha annunciato in tv l’attacco militare da parte della Russia e forti esplosioni nelle città ucraine di Odessa, Mariupol, Leopoli e Kiev si sono subito avvertite. Per evitare scenari ben più drammatici e inimmaginabili resta la soluzione, complicata, della diplomazia. Intervenuto in esclusiva al nostro giornale, Giovanni Masotti, giornalista ed ex corrispondente della Rai a Mosca, ha analizzato la situazione tra Russia e Ucraina alla luce dell’attacco russo di poche ore fa.

L’analisi di Giovanni Masotti

“Siamo ormai alla guerra” afferma Masotti. “Io avevo sperato e pensato che ci fossero scaramucce al confine e che non sarebbero penetrati all’interno del territorio ucraino, e invece purtroppo la situazione è degenerata. Anche perché sono 7-8 anni che c’era questa guerra strisciane tra i filorussi del Donbass dell’Ucraina dell’est, e il governo ufficiale di Kiev, complicato poi dall’occupazione e annessione da parte della Crimea. La Russia non può accettare che un ex pezzo importante del suo impero vada a finire nelle mani occidentali. È una questione vitale. Del resto l’Ucraina non può cedere di un pollice riguardo al suo territorio: non può regalare chilometri e chilometri di territorio. Quindi è molto complicato”.

“Non credevo che andassimo vicini alla terza guerra mondiale”

“Ci sono tanti tentativi diplomatici da parte dell’Occidente, dalla parte moderata soprattutto dello schieramento, ma la situazione è molto seria. Poi se si pensa che i Russi si sono preparati ad accogliere a Rostov sul Don, che è la prima città oltre confine, settecento mila profughi dal Donbass , questo ti dà un’idea della gravità della situazione. Io non credevo che andassimo vicini alla terza guerra mondiale ma siamo vicini. Non è detto, perché io spero che la resipiscenza dei leader possa prevalere e che lo sforzo congiunto, diplomatico, dell’Occidente, che da una parte difende l’Ucraina ma dall’altra è consapevole del rischio altissimo cui si va incontro”.

“Spero nella diplomazia”

“Spero che questi tentativi diplomatici, anche molto lentamente, possano portare a qualche frutto” prosegue l’ex corrispondente della Rai. “Però è difficile dirlo. Penso che Putin prima di fare quelle dichiarazioni di due giorni fa abbia riflettuto parecchio e sia giunto alla conclusione che la Russia non possa rinunciare ad acquisire ufficialmente quei due territori, le due repubbliche indipendenti filorusse di Donetsk e Lugansk. Quindi una situazione in rapido e drammatico movimento. Non resta che stare a guardare. Spero che l’Italia possa avere un ruolo importante e fondamentale vista la sua posizione più morbida verso la Russia per tanti motivi, tra cui quello energetico. Spero che l’Italia possa svolgere un ruolo anche nel tentativo di Draghi e Macron di far sedere allo stesso tavolo Putin e Zelensky“.

“Siamo sul filo del rasoio, grazie anche a Biden”

“Credo che questa sia l’unica possibilità per evitare la guerra aperta di cui abbiamo avuto questa anticipazione tra ieri e oggi. Molto difficile prevedere ma siamo sul filo del rasoio. Fino a due tre giorni fa ero convinto che fosse una guerra dimostrativa, un’esibizione muscolare. Adesso la situazione è peggiorata, si è incattivita. Non voglio fare l’antiamericano ma devo dire grazie anche a quello che ha detto Biden, che è stato molto duro. E molti Paesi occidentali gli sono andati dietro. Invece sono convinto che sarebbe servita una maggiore cautela e un maggiore sforzo di comprensione delle esigenze russe”.

“Nessuna delle due parti è disposta a cedere di un millimetro”

“Perché non dimentichiamo che l’Ucraina ha fatto parte dell’URSS, dal 1917 al 1991. Come si può facilmente, parlo da parte russa, recidere un pezzo di storia così grande e consistente e tornare indietro e dimenticare questi decenni in cui l’Ucraina era una delle quindici regioni dell’URSS? Ci sono state incrostazioni di queste incomprensioni, prima minacce ed esibizioni muscolari. Devo dire che siamo in mano a Dio in questo momento. Nessuna delle due parti è disposta a cedere di un millimetro. Speriamo nella diplomazia, nelle ultime gocce dell’acqua della diplomazia che possa spegnere quest’incendio che si sta propagando” conclude Masotti.