Prima pagina » Interviste » Crisi Ucraina, l’esperto: “Putin mira ai Paesi Baltici, risposta europea confusa”

Crisi Ucraina, l’esperto: “Putin mira ai Paesi Baltici, risposta europea confusa”

Cosa sta succedendo in Ucraina? risponde Marco Guidi, ex caporedattore de Il Messaggero, inviato in zone di guerra ed esperto di geopolitica del Medio Oriente

Le informazioni che ci arrivano sulla crisi Ucraina sono confuse e spaventose, come lo è l’escalation delle ultime settimane. Cosa sta succedendo in Ucraina? E come si è arrivati a questa situazione?

Lo abbiamo chiesto a Marco Guidi, ex caporedattore de Il Messaggero, inviato in zone di guerra ed esperto di geopolitica del Medio Oriente.

Sanzioni Usa e inflazione alle stelle

Partiamo dall’economia e dalle sanzioni alla Russia, mentre l’Europa è disgregata e risponde in modo disomogeneo.

“Biden ha imposto delle sanzioni alla Russia, che non sono quelle terribili che aveva minacciato, l’Europa sta andando in ordine sparso con le sanzioni. Dagli ungheresi che forse non ne faranno ai tedeschi che chiudono il gasdotto Nord Stream 2 (il più lungo del mondo). Questo accade perché il petrolio è schizzato a oltre cento dollari al barile, il metro cubo di gas sta salendo, pertanto coloro che speravano nell’abbassamento del prezzo se lo possono scordare (e meno male che andiamo verso la primavera…).

Questo sta favorendo l’inflazione: l’Italia registra l’inflazione più alta degli ultimi 26 anni. Con queste sanzioni non solo Putin non si ferma, ma si fa una risata”.

Le condizioni inaccettabili imposte dalla Russia

Quali le condizioni della Russia all’Ucraina?

“Ieri Putin ha detto di voler ancora trattare ma chiedo 4 cose:

Che l’Ucraina riconosca il Donbass e la Crimea non più parte del suo territorio, che l’Ucraina non entri mai nella Nato, che l’Ucraina disarmi il suo esercito, che smetta di avere rapporti con l’UE. Ebbene nessuno stato può accettare simili condizioni.

Abbiamo sanzioni che contano poco, frammentazione in area UE, e Putin che allarga le sue mire. Biden aveva inoltre promesso un aiuto sul gas al nostro paese ma se questo aiuto consiste nelle navi con il gas liquido siamo nei guai, aveva anche promesso che il Qatar ci avrebbe dato una mano: tuttavia si tratta di una percentuale talmente bassa che si arriva a una percentuale irrisoria del fabbisogno. Quando Macron ha bloccato il gasdotto tra l’Algeria e Italia non si è reso conto che noi il gas algerino lo riceviamo solo con le navi”.

Putin mira ai Paesi Baltici e non solo all’Ucraina

Dove vuole arrivare Putin?

“Gli Usa hanno risposto a questa domanda. Stanno trasferendo soldati dalla loro basi per piazzarli in Romania e nei Paesi Baltici, perché c’è il sospetto che Putin non si voglia fermare. In Lettonia ed Estonia ci sono minoranze russe che vedono con interesse i venti di guerra. In Lettonia anche se sei russo non puoi avere il passaporto se non parli lettone, che è una lingua baltica e non ha nulla a che fare con il russo, che invece è una lingua slava. La minoranza russa non ha quindi il passaporto, ebbene Putin potrebbe strizzare l’occhio a queste minoranze. Peccato che i tre paesi baltici non solo fanno parte dell’Europa ma anche della Nato. E quindi gli americani lì stanno mandando truppe. Già in Cecenia Putin ci mise di fronte al fatto compiuto, lo stesso in Crimea, occupata senza colpo ferire e oggi il Donbass, la più importante riserva di carbone e ferro del continente”.

Le risorse energetiche italiane

E i pozzi del gas italiano?

“Questa è la cosa che più mi lascia davvero stupito. Parlamentari, politici, leader, tutti continuano a dire che occorre ripristinare i pozzi del gas italiano. Il gas italiano procede da Venezia al canale di Sicilia per tutto l’Adriatico, e anche per parte della Pianura Padana. A parte alcuni pozzi che però sono in minoranza, che sono attivi, (3% di gas in più) questi pozzi sono tutti fermi dal 2017 per ragioni ecologiche. Questi geni della politica non si rendono conto delle difficoltà per riavviare questi pozzi? Per ripristinare un pozzo ci vuole manodopera altamente specializzata, sono lavori complessi e lunghi mesi inoltre. Queste figure sono all’estero dove c’è petrolio e non qui. Insomma è un’idea difficilmente realizzabile”.

Il gasdotto Tap completato nel 2020?

“Il famoso gasdotto Tap (Trans-Adriatic Pipeline) che arriva nelle Puglie, anche questa è una farsa all’italiana. I 5 Stelle minacciavano di occupare le spiagge per difendere l’ambiente. La Tap dovrebbe funzionare a pieno ma non è così, e i 5 Stelle hanno detto che è merito loro. Ci siamo opposti al gasdotto e non al metano, hanno avuto il coraggio di dire. Come si fa a dire una cosa del genere? In questa situazione come si fa ad essere credibili?”

Nessuno ne esce pulito

La stampa italiana come al solito sembra avere una sola voce di informazione. Putin è uno spietato dittatore e la Nato interviene per la pace. Possiamo fare un maggiore sforzo di lucidità sui fatti?

“Nei giorni scorsi Lega e Grillo si sono espressi a favore di Putin, questo per quanto riguarda la politica. I retroscena sono complessi e nessuno ne esce pulito, però bisogna dire che non è stata l’Ucraina a invadere. La Russia ha fatto delle scelte precise ed esplosive. La propaganda russa ha parlato di migliaia di elmetti con simboli nazisti, ma nessun giornalista ha domandato dove li hanno presi. Dove hanno trovato questi elmetti? E poi ricordo che il partito neonazista ucraino ha partecipato alle elezioni e ha preso il 2%. L’Ucraina farebbe manovre sottobanco con la Nato? Non scherziamo, in questo momento alla luce della democrazia e della logica è la Russia ad aver invaso. Certo è che la sedicente democrazia Ucraina ha altri terribili problemi di diritti umani, ecco perché non viene ammessa nell’UE. Insomma l’Ucraina non è un paradiso di diritti, ma oggi è Putin ad aver aggredito”.