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Tv, “Una storia da cantare” non riesce a decollare 

Ci si chiede spesso il perché format come “C’è posta per te” riescano sempre e comunque a fare centro…

Ci si chiede spesso il perché format come “C’è posta per te” riescano sempre e comunque a fare centro, pur non avendo come obiettivo quello di fare della qualità l’asse portante del programma, ma quello di proporre ai telespettatori storie comuni di vita che tutti i giorni vedono come protagoniste le persone della porta accanto. Di contro, programmi come “Una storia da cantare”, pregni di qualità e quantità, con documenti filmati che hanno fatto la storia della televisione e della musica italiana, trovano continuamente grandi difficoltà ad attirare l‘attenzione dei telespettatori. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che i filmati trasmessi sono ormai visti e rivisti, al punto da essere ormai sbiaditi, per usare un termine tecnico, al pari di meravigliose canzoni, che pur avendo fatto la storia della musica italiana, sono ormai talmente tanto ascoltati che rischiano di diventare stucchevoli.

Purtroppo i documenti filmati sono sempre gli stessi e di conseguenza nulla si può aggiungere a quello che abbiamo già visto. E’ il motivo per cui programmi come quello del sabato sera condotto da Maria De Filippi, riescono ad avere sempre la meglio. I telespettatori sembra che preferiscano vivere, telelvisivamente parlando, programmi dal finale non scontato, magari di minor qualità, ma capaci di regalare sempre emozioni diverse. Soprattutto storie che vedano come protagonisti le persone più disparate e non solo i soliti noti, a dimostrazione che non sempre programmi creati con I grandi nomi riescano ad ottenere risultati certi  e importanti, nei confronti di programmi plasmati con minore qualità ma densi di vita vissuta.

di Marco Vittiglio, giornalista e critico televisivo

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