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“Ti posso spiegare”, una commedia di Michele La Ginestra

In scena al Teatro 7 fino al 13 aprile, con Michele La Ginestra e Beatrice Fazi

La gelosia, che “quando arriva non va più via”, che “più la scacci e più l’avrai”, a volte può assumere dei lineamenti ben precisi, a volte può avere un nome e un cognome, e un corpo che pare disegnato proprio da Dio: gambe lunghe e sode, capelli lunghi, accento straniero. E quando la gelosia, con il suo corpo disegnato da Dio, si insinua, all’improvviso e inaspettatamente, in una vita coniugale come tante, tutto diventa più difficile. Complice un bicchiere di troppo, in cui annegano i ricordi di una notte, tutto sembra crollare: vent’anni di matrimonio, collaudati da una quotidianità vissuta fianco a fianco, sempre insieme, mai un’incertezza, mai una sbavatura.

Fino a quando.. Beh, fino a quando questa tranquilla, ordinaria e normale vita coniugale viene scossa da quest’arrivo improvviso e inaspettato. Niente sembra essere come era. Nemmeno il letto di casa, nido di quella vita coniugale, vent’anni insieme, fianco a fianco. Un intreccio (apparentemente) inspiegabile, che sconvolge la vita di Beatrice Fazi, moglie gelosa e sospettosa che affida i suoi dubbi a un manuale scritto da uno studioso canadese, e di Michele La Ginestra, marito fedele – almeno fino a prova contraria. E come gliela spieghi ad una moglie possessivo-ossessiva la presenza di lei – l’altra – conturbante modella francese dalle gambe lunghe e sode, interpretata da Maria Chiara Centorami?

Ed ecco, allora, la fatidica frase: “Cara… Ti posso spiegare!”, che dà il titolo allo spettacolo teatrale, una commedia divertente, brillante e delicata, in scena al Teatro 7 (via Benevento, Roma) fino al 13 aprile, di Michele La Ginestra (protagonista e autore) e Adriano Bennicelli, per la regia di Roberto Marafante. Ma la spiegazione non è nemmeno così semplice, se i ricordi sono offuscati da quel bicchiere di troppo. Perché le cose non sempre sono come appaiono, anche se tutti gli uomini – soprattutto quelli di una certa età, “con la faccia da cocker” – vorrebbero poter dire il contrario. E per far luce su una vicenda assurda e ingarbugliata, bisogna fare un passo indietro, e tornare alla sera prima, per ricostruire passo passo tutti gli eventi, che hanno portato lui – marito fedele, almeno fino a prova contraria, e lei – l’altra – nello stesso letto, insieme. Il letto coniugale, quello dove al fianco di Michele La Ginestra, dovrebbe esserci solo Beatrice Fazi, moglie gelosa e sospettosa. Perché, sapete com’è, è un attimo che “queste qui te le ritrovi nel letto di casa tua”.

E allora saranno dei divertentissimi flashback, alternati a colpi di scena – tutti inseriti nel testo con maestria ed eleganza – a ricostruire la storia. Una storia confusa fino alla battute finali, che lascia il pubblico col fiato sospeso. E proprio al pubblico, nonostante sul finale la situazione si districhi, viene data la possibilità di scegliere tra un’illusione, una novità breve ed effimera, e l’ordinaria realtà, che per quanto complicata sia, è la vita che ci siamo scelti.

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