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Terremoto Centro Italia, 4° anniversario: ritardi moralmente inaccettabili nella ricostruzione

I geologi denunciano il ritardo grave e moralmente inaccettabile della ricostruzione pubblica e privata post sisma

terremoto centro Italia

Terremoto Centro Italia

Terremoto Centro Italia, Rapporto sulla ricostruzione.

“A quattro anni dal primo dei terremoti che tra agosto 2016 e gennaio 2017 hanno sconvolto il Centro Italia, sia la ricostruzione pubblica che quella privata sono in forte ritardo e tale lentezza è dimostrata dal Rapporto sulla ricostruzione post sisma 2016 presentato ieri dal Commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini”.

È il commento di Domenico Angelone, Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi, in occasione del quarto anniversario dal violento sisma di magnitudo 6.0 che, il 24 agosto 2016, distrusse Amatrice e Accumoli, nel Lazio, e Arquata del Tronto, nelle Marche, provocando 299 vittime.

“Questi dati dimostrano che il bilancio dei lavori è tutt’altro che positivo – aggiunge Angelone – a partire dalla ricostruzione privata: dei 5.325 progetti approvati in questi quattro anni, 2.544 quelli già realizzati e 2.758 i cantieri in corso.

Quattro anni di burocrazia e lungaggini che hanno portato a un ritardo ancora più evidente nella ricostruzione pubblica: basti pensare che dei 2,1 miliardi di euro già stanziati, le risorse effettivamente erogate ammontano a circa 200 milioni di euro, appena il 10% del totale” denuncia il geologo.

Ordine Geologi Lazio: “ritardo moralmente inaccettabile”

Il Lazio fu una delle regioni più colpite, a fare un resoconto a quattro anni dal sisma è Roberto Troncarelli, Presidente Ordine dei Geologi Lazio. “I numeri citati sono uno specchio fedele delle attività di ricostruzione.

Siamo in un ritardo grave e moralmente inaccettabile, accentuato dall’appesantimento amministrativo che colpisce, ogni iter autorizzativo in Italia”, dichiara Troncarelli.

“C’è una tendenza a creare complicazioni e lungaggini anche quando potrebbero essere assunte decisioni di snellimento, basate sul buon senso”, prosegue.

“E non appare condivisibile l’osservazione che, alla base di tutto il rallentamento, vi sia la necessità di garantire trasparenza nelle procedure di affidamento, nella rotazione degli incarichi professionali, nel rispetto delle norme vigenti”.

Un terremoto talmente violento quello del Centro Italia da modificare la connotazione geografica del nostro Paese. “Un evento sismico del genere ha avuto ripercussioni profonde sugli aspetti economici e sociali di un’intera Regione”, spiega il geologo.

Mancata corsia preferenziale per tornare presto a normalità

“Si sarebbe dovuta costruire da subito una corsia preferenziale per tornare ad una parvenza di normalità nel più breve tempo possibile. E per gestire poi sul lungo periodo le attività di completamento in un quadro normativo ordinario”.

Invece i numeri, soprattutto quelli della ricostruzione privata, sono ancora imbarazzanti per un paese civile. Senza poi voler entrare nel merito delle ricadute sui professionisti e sulle imprese che, ad oggi, non riescono ad incassare i loro crediti, sempre per questioni legate alla ridondanza dei controlli, delle verifiche e degli accertamenti.

È auspicabile che, tenuto conto dell’accuratezza e della meticolosità dei controlli, questo rappresenti almeno l’occasione per porre la prevenzione alla base di ogni scelta pianificatoria ed edificatoria. Ed evitare che in futuro si registrino altri eventi che segnino così profondamente popolazioni e territori” è il monito di Troncarelli.

Tremò il Lazio ma anche Abruzzo, Umbria e Marche

Il sisma del 2016 non fece tremare solo il Lazio, ma anche Abruzzo, Umbria e Marche. Arquata del Tronto, un piccolo comune in provincia di Ascoli Piceno, è stato tra i più colpiti dalla scossa del 24 agosto 2016. 

Daniele Mercuri, Presidente Ordine dei Geologi delle Marche: “Sono trascorsi quattro anni da quel 24 agosto e voglio rendere omaggio alle persone che in quei tragici giorni hanno perso la vita. Voglio rivolgere un pensiero alle loro famiglie ed alle migliaia di persone la cui esistenza è stata sconvolta in maniera drammatica.

Gli edifici privati danneggiati dal terremoto del Centro Italia del 2016 sono stati oltre 80 mila, di cui più di 45 mila nelle Marche. Fino al mese di giugno 2020 nella nostra regione sono state presentate circa 8.400 richieste di contributo, avviati quasi 3.600 cantieri e circa 1.690 edifici risultano riparati.

Pandemia ha complicato ricostruzione già lenta

Tali dati evidenziano una ricostruzione piuttosto lenta che la pandemia dovuta al Covid-19 ha ulteriormente complicato. L’Ordinanza 100 è stata emanata per velocizzare e semplificare il processo di ricostruzione.

La misura introduce l’autocertificazione da parte dei progettisti e stabilisce un tempo massimo di concessione del contributo pari a 110 giorni.

Prevenzione e pianificazione

Studi e approfondimenti volti a garantire una migliore conoscenza delle caratteristiche geologiche, sismiche e fisiografiche del territorio consentiranno una ricostruzione più sicura.

Solo attraverso un’adeguata azione preventiva e pianificatoria si può arrivare ad una efficace ricostruzione. Un’operazione che possa valorizzare la rinascita dei nostri meravigliosi territori, borghi e città”, continua il geologo marchigiano.

“Per tutelare il nostro patrimonio edilizio, culturale e storico è necessario puntare sulla prevenzione e su una ricostruzione efficiente. Lo stesso per mettere in sicurezza la vita dei nostri genitori e dei nostri figli”, spiega Domenico Angelone, Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Il Fascicolo del fabbricato diventi obbligatorio

“Sappiamo ormai bene che l’Italia è fragile dal punto di vista sismico, per questo motivo la priorità deve essere quella di investire sulla sicurezza. Da un decennio il Consiglio Nazionale dei Geologi si batte affinché diventi obbligatorio il fascicolo del fabbricato.

Uno strumento fondamentale per la valutazione della vulnerabilità degli edifici, per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano. Un mezzo prezioso per la redazione dei piani comunali di Protezione civile”, conclude Angelone.

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