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Termini e Metro: sette mosse per più sicurezza, con più personale

Termini e Metro: sette mosse per più sicurezza. Presidi, luce, telecamere, allontanamenti mirati, pronto intervento e sostegno alle vittime, con più personale

Stazione Metro Cavour

Termini è il cuore dei movimenti di Roma: chi arriva, chi parte, chi cambia linea, chi lavora. Proprio per questo, ogni episodio di violenza in stazione o nelle fermate della metro fa rumore doppio, perché colpisce un posto che dovrebbe essere “neutro”, sicuro per studenti, pendolari, turisti, donne che rientrano la sera. La domanda è semplice: cosa si può fare, subito, senza aspettare l’ennesimo piano da conferenza stampa?

Termini e Metro: prima mossa, presidi fissi e percorsi di aiuto chiari

Un presidio deve essere visibile e raggiungibile, non solo “presente” sulla carta. A Termini esistono indicazioni ufficiali per arrivare ai presidi di Polizia Ferroviaria e Carabinieri sia dall’interno sia da via Marsala, con riferimenti di percorso e orari.
La prima mossa è farlo sapere: cartellonistica, annunci, mappe, personale che indirizza. È prevenzione concreta.

Termini e Metro: seconda mossa, applicare le zone a vigilanza rafforzata senza ambiguità

Quando si parla di ordine pubblico, servono strumenti che reggano sul piano giuridico. L’ordinanza sulle “zone a vigilanza rafforzata” firmata a gennaio 2025 punta proprio a questo: nelle aree indicate, divieto di stazionamento per soggetti aggressivi o molesti già segnalati e allontanamento per chi viola. Nel perimetro Esquilino rientrano vie adiacenti allo scalo, come Giolitti, Turati, Gioberti, Manin, piazza Manfredo Fanti e piazza Vittorio Emanuele II.
Terza mossa, qui, è la coerenza: controlli ripetuti, sanzioni applicate, verifiche sugli effetti reali.

Termini e Metro: terza mossa, luce e decoro nei punti che oggi fanno paura

Roma non ha bisogno di slogan: ha bisogno di lampioni che funzionano, spazi puliti, angoli ciechi eliminati. Soprattutto nelle uscite laterali, nei corridoi, nei sottopassi, nelle scale dove si resta soli anche alle 19. Un percorso illuminato è una barriera psicologica per chi cerca una preda facile.

Termini e Metro: quarta mossa, controllo accessi e gestione dei flussi

Non è “blindare”, è organizzare. RFI racconta il modello Gate: varchi e tornelli per separare l’area commerciale dalla zona binari, limitando accessi impropri e riducendo situazioni favorevoli a furti e intimidazioni.
Portare la stessa logica nelle fermate metro più sensibili significa: tornelli funzionanti, uscite monitorate, riduzione dei varchi “facili”, manutenzione costante.

Termini e Metro: quinta mossa, telecamere sì, ma integrate con intervento rapido

A Termini la rete di videosorveglianza è già imponente: oltre 1.200 telecamere dedicate, secondo RFI.
E nella Metro A un progetto pubblico ha previsto 230 telecamere collegate a una nuova infrastruttura (fibra e Wi-Fi).
La differenza, però, la fa il “dopo”: chi guarda, chi chiama, chi arriva, in quanti minuti. Qui Roma deve pretendere indicatori pubblici: tempi medi di intervento e numero di pattuglie dedicate per fascia oraria.

Termini e Metro: sesta mossa, più personale visibile e strumenti di tutela

La presenza umana dissuade. FS Security ha riportato un calo delle aggressioni al personale ferroviario nel 2024 rispetto al 2023 e ha annunciato nuove soluzioni come alert video e sperimentazioni di bodycam in alcuni presìdi.
Roma può fare lo stesso nel perimetro metro: più addetti in stazione nelle ore serali, più squadre mobili, più controlli nei nodi di scambio. E tutele vere per chi lavora: segnalazione immediata, supporto legale, procedure rapide.

Termini e Metro: settima mossa, sostegno alle vittime e rete sociale nei luoghi giusti

Parlare di aggressioni e violenza sessuale significa anche garantire canali protetti: numeri da chiamare, spazi sicuri, personale formato a gestire una richiesta d’aiuto senza rimbalzi. Accanto alla sicurezza “di polizia” va messa quella sociale: interventi su fragilità e marginalità che si concentrano attorno alle stazioni, senza scaricare tutto sugli operatori del trasporto.

Termini e Metro: tecnologia e privacy, confine da rispettare

C’è una linea netta: le telecamere servono, ma non tutto è lecito. La normativa italiana ha previsto una sospensione dell’uso di riconoscimento facciale in luoghi pubblici, prorogata fino al 31 dicembre 2025.
Quindi sì a videosorveglianza e procedure operative; no a scorciatoie che espongono la città a contestazioni e stop.