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Sorry the uaind: così Alfano dichiara guerra alla lingua inglese

E’ così difficile per un politico con compiti istituzionali anche internazionali studiare un’oretta al giorno l’inglese per affrancarsi da oscene figuracce?

Giorni fa in un articolo mi complimentai con Virginia Raggi, dopo averla ascoltata parlare in un inglese perfetto mentre rispondeva ad un intervistatore della Cbs. Mi meravigliò anche il suo accento, che denotava frequentazioni “yankee”, e soprattutto mi meravigliò che un politico italiano avesse una così larga padronanza di una lingua che, da molti anni, è la “langue diplomatique” internazionale, avendo preso il posto del vecchio francese, almeno per quanto riguarda gli incontri europei.

Ridemmo invece per l'inglese di Rutelli, quando l'ascoltammo fare un endorsement per invogliare gli stranieri a visitare l'Italia, il famoso "Pliz, visit auar cauntri", che divenne un video virale sulla rete. Ridemmo per l'inglese di Berlusconi, – che però parla un buon francese e purtroppo talvolta lo canta pure – tutte le volte che era costretto a fare dichiarazioni in ostico e pericoloso anglosassone, leggendo e sbagliando clamorosamente accenti e pronuncia. Di lui si ricorda l'incontro col presidente americano Bush e il suo “nosonly a flag ov e cauntry…”

Clamoroso fu l'intervento di Ignazio La Russa che, come ministro della difesa, costrinse più e più volte i poveri operatori televisivi a ripetere la ripresa, perché inciampava paurosamente su parole e concetti espressi in un inglese che in seconda media ti mettono tre in pagella.

Matteo Renzi, per non fare torto a nessuno, si è lanciato spessissimo in discorsi in inglese da doppio carpiato con avvitamento rovesciato, nei quali però viene ammirata la sua faccia tosta e la capacità di andare avanti, prendendosi quelle meravigliose pause rimaste storiche, composte da quello strano sillabare “de… de… de… di… di… di… ba… ba… ba…” che sembra il tentativo disperato di un lattante di richiamare l'attenzione della mamma.

Ma è così difficile per un politico con compiti istituzionali anche internazionali studiare un'oretta al giorno l'inglese per affrancarsi da oscene figuracce? Sembrerebbe di si, a giudicare l'ultimo (last but not least) che andrà a fare topiche in giro per il mondo, il neo ministro degli esteri Angelino Alfano, assolutamente a corto di lingua inglese. Gira già un video dove – da ministro degli interni – tentò di giustificare un suo ritardo ad una riunione a Bruxelles, adducendolo al vento contrario in aereo, e dicendo “sorry the uaind” e non con il corretto “sorry the uind”.

Forse aveva in mente la bellissima canzone dei Beatles “The long and winding road”, dove “winding” viene pronunciato poeticamente “uanding”. Siamo certi che Alfano conoscesse la licenza poetica e volle farci notare la differenza.

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