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Siviglia-Roma, cresce l’attesa per la finale di Budapest: tutte le cose da sapere

La sfida incrociata di ex pesanti, i numeri “da sfatare” per gli spagnoli e Mou, una coppa che vale un pezzo di storia

L'invasione dei tifosi dell'As Roma sul prato dell'Olimpico dopo la vittoria della Conference League

L'invasione dei tifosi dell'As Roma sul prato dell'Olimpico dopo la vittoria della Conference League

Mancano solo poche ore alla finale di Europa League Siviglia-Roma. Un appuntamento con la storia, una finale europea di questo rango che mancava da 32 anni e la voglia di ripetersi dopo la notte di Tirana del 25 maggio dell’anno scorso. Ma tanti sono i significati di questa partita, tra ex giocatori e dirigenti, numeri assoluti che questa sera verranno sfatati (in un senso o nell’altro) e un popolo giallorosso che si dividerà tra Budapest, Stadio Olimpico e le vie della città.

Siviglia-Roma, i numeri: chi perde per la prima volta?

Se c’è una squadra a cui accostare per antonomasia il trofeo dell’Europa League, questa è proprio il Siviglia. In questa competizione fondata nel 1971 con il nome di Coppa UEFA (fino al 2009), nonostante il dominio italiano negli anni ’90, con 8 vittorie italiane in 11 edizioni (tra cui Napoli, Juventus, Inter e Parma), è proprio la squadra lusitana a detenere il maggior numero di successi, ben 6, il doppio delle inseguitrici (Inter, Juventus, Liverpool e Atletico Madrid a quota 3). Una storia nemmeno così lontana nel tempo, perché i successi si sono concentrati tutti negli ultimi 15-20 anni. Le prime quando era ancora Coppa UEFA (2006 e 2007), poi i trofei del 2014, 2015, 2016 e 2020.

Ma al netto dell’albo d’oro, la statistica più clamorosa riguarda le finali: il record di ogni finale vinta, 6 su 6. Ma qui dalla parte romanista si contrappone la statistica del suo condottiero, José Mourinho. Anche il tecnico portoghese, quando arriva all’ultimo atto di una competizione europea, non ha mai perso nella sua carriera. Coppa UEFA col Porto nel 2003, Champions League con Porto (2004) e poi Inter (2010), Europa League col Manchester United (2017) e la Conference con la Roma del 2022. In ogni caso, questa sera verrà scritta la storia interrompendo una striscia vincente.

La sfida degli ex

Anche qui Siviglia-Roma ha quel retroscena che alimenta la narrazione di una partita non banale. Se l’unico precedente ufficiale è datato estate 2020, quando negli ottavi di finale di Duisburg (in campo neutro e senza spettatori a causa del Covid-19) gli andalusi vinsero per 2-0 nell’anno del loro ultimo trofeo, tra i biancorossi ci sono due grandi ex. Il primo in campo, il secondo fuori. Erik Lamela, portato in Europa dal River Plate proprio dalla Roma nell’estate del 2011, ha disputato in maglia giallorossa 62 partite segnando 19 gol in 2 stagioni, facendo vedere grandi qualità non assistite a dovere dalla continuità per un ragazzo non ancora 20enne a suo arrivo. Dopo 7 anni al Tottenham, l’approdo a Siviglia, ed è stato proprio grazie ad una sua rete, al 95′ dei supplementari, nella semifinale di ritorno contro la Juventus, a portare i suoi in finale.

Ma probabilmente il più importante degli ex è in tribuna, ossia Ramón Rodríguez Verdejo, per tutti conosciuto come Monchi. Portiere per un’intera carriera al Siviglia, diventato poi direttore sportivo, lasciò gli andalusi per diventare nella primavera del 2017 ds della Roma sotto la presidenza Pallotta. Sotto la sua dirigenza, nella stagione 2017-2018, la semifinale di Champions League dopo 34 anni ma i risultati negativi dell’anno seguente, insieme all’addio dell’allenatore Eusebio Di Francesco, lo portarono a lasciare la società giallorossa dopo meno di due anni, nel marzo 2019, per tornare subito a Siviglia.