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Siamo alla canna del gas…

Ignazio Marino e le droghe: può il sindaco della Capitale d’Italia fare affermazioni simili?

Che non fosse un politico lo si era capito; e, tutto sommato, nonostante un'esperienza come corridore per la segreteria nazionale e quasi due anni da amministratore della più grande città d'Italia, politico non è diventato. L'Ignazio Marino vincitore delle primarie e per la scelta del sindaco nel centrosinistra, e vincitore delle successive elezioni amministrative del Comune di Roma, la politica non ce l'ha davvero nel sangue (e visti i tempi non sta a noi giudicare se questo sia un bene o un male).

Come ultima prova della sua poco machiavellica inclinazione alla propaganda politica, il sindaco, intervistato durante la trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora", ha detto di essere «fortemente attirato da qualunque sostanza stupefacente ma non ne ho mai utilizzata nessuna, perché ho paura da un punto di vista medico». Una bella sparata che già di per sé basterebbe a far vacillare un Berlinguer. Ma visto che Berlinguer non aveva vinto nessuna elezione primaria, Marino ha pensato bene di spingersi oltre, aggiungendo: «Certo mi sono molto interrogato, perché quando abbiamo avuto in città i Rolling Stones, vedendo il batterista, a quasi 75 anni, suonare senza interruzione con un energia incredibile, diventa poi difficile spiegare ai tuoi figli che non devono utilizzare sostanze», completando così un quadro politico di rare fattezze. In realtà, tanto valeva mettersi addosso un giubbotto esplosivo e dichiarare di voler spianare il Vaticano, giacché accostando le parole "figli" e "droga" senza parlare aggiungerci "punizione divina" equivale a scatenare crociate di inimmaginabile portata, composte sorrette e portate avanti dalla cospicua fetta di moderatissima e cattolicissima popolazione benpensante di Roma.

Anche scevra dal contorno politico che vi si è creato attorno, la frase è indubbiamente fuori luogo, e certamente offensiva per chi qualcuno con problemi di droga l'ha conosciuto. E' una sparata di cattivo gusto che nessuno dovrebbe fare, ben che meno se uomo politico. Ben che meno se sindaco della Capitale d'Italia. A poco è poi valsa la sua successiva dichiarazione: «Insomma sono un medico…un pò di umorismo…», anche perché la polveriera era già saltata. C'è da dire però che di peggiori smentite ne avrebbe potute fare: video su Youtube, manifestazione, intervista completa, passeggiata nei centri di riabilitazione etc. In effetti sarebbe stato il miglior modo per ingigantire un fatto che, per sua fortuna e per un caso strano, sta già scemando. Vuol dire che qualcosa di politico il nostro sindaco lo sta imparando (oppure ha imparato a seguire i consigli di chi in Comune politica a fa da quarant'anni).

Dello sciacallaggio politico che molti hanno fatto e stanno facendo su questo fatto non ce ne curiamo, anche perché questo comporterebbe un nostro giudizio di merito sul reale interesse di alcuni di questi canis aureus sul problema della droga (i festini e gli arresti per droga sono proprio dietro l'angolo, e risalgono a due anni fa); ci curiamo invece di dire al sindaco Marino che, per quanto la sua non-politicità possa essere certamente apprezzata su alcuni punti (quale sindaco politico avrebbe chiuso, non a torto, i Fori Imperiali, curandosi così della città ma non della comodità di alcuni suoi cittadini?), lui, nei fatti, rimane un uomo politico, e come tale ha delle sue chiare responsabilità. Che non volesse offendere è fuori da ogni dubbio, ma che abbia detto una cavolata lo è altrettanto, così come che nei fatti abbia involontariamente offeso qualcuno.

Al posto della defensio ab ironia, sarebbe stato più corretto che il sindaco, senza montare un caso nazionale, avesse subito scritto, a caldo, una dichiarazione di scuse, spiegando che non era sua intenzione offendere nessuno. Ce la saremmo aspettati non perché Marino ricopre una carica politica, ma proprio perché, nei fatti, non ha il profilo di uomo politico: sarebbe quindi stata una dichiarazione di scuse più sentita, fatta senza tener conto dell'asticella nei sondaggi.

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