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Scoppia la polemica intorno al voto di sabato, i candidati divisi

Giachetti: “Caro commissario romano del Pd, ti prego, ti supplico facciamo in modo che si voti anche sabato”

Mancano solo quattro giorni, ufficialmente, alle Primarie del centrosinistra per eleggere il candidato sindaco a Roma, e i dissidi all'interno degli schieramenti, tra i 6 candidati sono emersi chiaramente dopo una dichiarazione pubblicata su Facebook di Roberto Giachetti sulla eventualità di votare il giorno di sabato 5 marzo, oltre la giornata di domenica 6. Queste le parole di Giachetti che hanno innescato la polemica: "Qualcuno ha ipotizzato che io fossi contrario al fatto che si votasse anche sabato: una cosa singolare, visto che lo avevo chiesto io al commissario romano", poi rivolgendosi direttamente a Matteo Orfini: "Caro commissario romano del Pd, ti prego, ti supplico, io sono favorevole, facciamo in modo che si voti anche sabato. Se anche altri candidati stanno sentendo queste mie parole, facciamo una voce grande per far si che si voti anche sabato come accaduto a Milano".

Una richiesta però che non è stata accolta favorevolmente da tutti i 6 candidati. Roberto Morassut, pur dicendosi d'accordo in linea generale di estendere il voto a sabato, non ha lesinato di criticare la struttura organizzativa di queste Primarie, sottolineando "l'assenza di spazi per un confronto pubblico aperto e programmatico tra i candidati", definendo poi il confronto di domani 3 marzo tra i 6 candidati – confronto pubblico previsto presso la Sala Umberto, poi ieri sera si è deciso che il dibattito sarà a porte chiuse nella sede del Pd al nazareno – un "appuntamento inutile", rincarando infine la dose di dissenso: "Il Pd si è occupato per troppo tempo di posti, di aree di influenza, di gruppi interni. Questo stile si sta riproducendo nello schieramento che sostiene Giachetti".

Dichiarazioni a cui il comitato elettorale del Vicepresidente della Camera dei deputati, Roberto Giachetti, risponde attraverso una nota di Ileana Argentin: "Dispiace che Morassut abbia abbandonato il fair play", a cui fa seguito la controreplica di Valeria Baglio, del comitato Morassut: "Fair play è dire le cose come stanno". Contrari alla votazione di sabato si sono dichiarati i candidati Stefano Pedica e Domenico Rossi. "Non c'è motivo per cambiare le regole in corso – ha affermato Pedica – alle primarie si deve votare solo domenica 6 marzo, come era già stato concordato, io non mi presto a giochi di potere o a richieste di candidati con truppe cammellate"; parole che lasciano trasparire il sospetto che la volontà di estendere il voto a sabato mascheri un appoggio alle conventicole all'interno del Pd.

Domenico Rossi, del Centro Democratico, ha spiegato la sua posizione: "Se si fosse proposto quando sono state decise le regole delle primarie avrei detto subito sì al voto anche di sabato, ma mancano quattro giorni alle votazioni, mi risulta che sabato pomeriggio ci saranno dei confronti tra candidati e allora come si fa a cambiare le regole praticamente a partita in corso?" Ha espresso invece parere favorevole Gianfranco Mascia dei Verdi:"Tutto quello che può favorire la partecipazione è utile e quindi sono d'accordo a votare sia sabato che domenica. Gli elettori apprezzeranno". Infine, il comitato elettorale di Chiara Ferraro ha fatto sapere che:"Estendere il voto a sabato sarebbe un bene per la democrazia".

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