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Sciopero infermieri 28 gennaio: inevitabile, siamo trattati in modo inaccettabile

“Abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa. Gli applausi e le pacche sulle spalle non ci aiutano ad arrivare a fine mese”

infermiere

Infermiere in ospedale

Anche a Bologna gli infermieri del Nursind saranno in sciopero il prossimo 28 gennaio. “La misura è colma e la decisione era inevitabile”, proclama il sindacato nazionale delle professioni infermieristiche, nato per dar voce agli infermieri che vogliono tutelare la propria professione. E la numero uno del Nursind a Bologna, Antonella Rodigliano, incalza: “Sciopereremo perché crediamo che valorizzare la nostra professione sia nell’interesse dei cittadini e che migliorarne le condizioni di lavoro migliorerebbe l’assistenza di tutti. Non vogliamo creare disagio ai cittadini più di quello che già stanno vivendo.

Migliorare l’assistenza di tutti

Però vogliamo che tutti sappiano che gli infermieri sono una risorsa fondamentale”. In altre parole, assicura Rosigliano, “chi di noi può, si ferma e sciopera. Gli altri garantiranno i servizi essenziali, come sempre abbiamo fatto”. La segretaria del Nursind di Bologna confida nel fatto che “tutti coloro che hanno apprezzato il nostro coraggio e il nostro lavoro durante la prima ondata pandemica possano condividere le ragioni della protesta.

È proprio a loro che chiediamo un gesto di solidarietà, perché siamo sia fermamente convinti che la società civile sia sempre molto più avanti di chi ci rappresenta nelle Istituzioni e sia ben consapevole del fatto che migliorare le nostre condizioni di lavoro significhi anche migliorare l’assistenza di tutti”.

Le ragioni della protesta

Fra le ragioni principali della protesta, i tempi lunghi di chiusura del nuovo contratto collettivo nazionale e il mancato inserimento dell’emendamento alla Legge di Bilancio 2022 che avrebbe dovuto svincolare l’erogazione dell’indennità specifica dal rinnovo contrattuale. “Il personale medico già da un anno ha giustamente ricevuto mezzo miliardo di euro, il restante personale sanitario e socio-sanitario ancora nulla- contesta il sindacato degli infermieri- siamo i più esposti, garantiamo l’assistenza nelle 24 ore e siamo trattati come figli di un dio minore.

A questo si aggiunge il fatto che “le condizioni di lavoro sono diventate inaccettabili– lamenta il Nursind- spostamenti continui e improvvisi di reparto, ferie bloccate, nessun affiancamento per i neoassunti, montagne di ore di straordinario non pagato, nessuna quarantena per i contatti stretti, sempre sotto-organico, richiamati continuamente in servizio.

Siamo i più colpiti dalla pandemia, i primi per i quali è stato deciso l’obbligo della vaccinazione per lavorare. Non abbiamo vita al di fuori del lavoro. E abbiamo gli stipendi tra i più bassi d’Europa. Gli applausi e le pacche sulle spalle non ci aiutano ad arrivare a fine mese. Non siamo eroi, siamo professionisti. La nostra professione è così svalutata che sono pochi a volerla intraprendere e sono molti invece quelli che si sono stancati e l’abbandonano. Gli infermieri sono una risorsa rara”.

Secondo il sindacato, è necessario avere un “corretto rapporto infermiere-pazienti, uno a sei per i reparti ordinari, e veder riconosciute e sviluppate le nostre competenze. Vogliamo poter svolgere l’attività libero professionale, superando il vincolo di esclusività di rapporto, e poter avere una carriera che premi le competenze specialistiche”.

(San/ Dire) 

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