Sassi contro i bus Atac, cresce la rabbia degli autisti: “Lavoriamo ogni giorno con la paura”
Due autobus Atac colpiti da sassi a Roma: autisti esasperati, sindacati minacciano lo sciopero. “Ogni turno può diventare un rischio per la vita”

Domenica 26 ottobre, due autobus dell’Atac in servizio su linee diverse sono stati bersaglio di lanci di sassi da parte di ignoti. Nessun ferito grave, ma tanta paura tra passeggeri e conducenti. Gli episodi, avvenuti nel quadrante sud-ovest della capitale, hanno riacceso la tensione tra i lavoratori dell’azienda di trasporto pubblico e i sindacati, che ora minacciano uno sciopero.
“Ogni giorno al lavoro con la paura”, raccontano gli autisti di via Candoni, una delle rimesse più grandi e problematiche di Roma. La denuncia, affidata anche alle parole di Andrea Lucidi, autista Atac della rimessa di Magliana, è un grido d’allarme che non può più essere ignorato.
Sassi contro i bus Atac: cosa è successo domenica 26 ottobre
Secondo quanto riportato da fonti aziendali e confermato dai sindacati Fast Confsal e Ugl Autoferrotranvieri, due autobus in servizio sulle linee 775 e 44 sono stati colpiti da sassi lanciati da sconosciuti. Gli episodi si sono verificati a poca distanza di tempo l’uno dall’altro, tra le 19 e le 21. In entrambi i casi, i vetri laterali dei mezzi sono andati in frantumi.
Gli autisti hanno immediatamente fermato la corsa e allertato la centrale operativa, mentre i passeggeri, spaventati, sono stati fatti scendere in sicurezza. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno avviato le indagini per individuare i responsabili. Al momento, però, nessun sospetto è stato fermato.
L’Atac ha espresso “ferma condanna per atti gravissimi che mettono in pericolo lavoratori e cittadini” e ha annunciato di collaborare con la polizia per risalire agli autori. Ma per chi lavora su quelle linee, le parole non bastano più.
La voce degli autisti di via Candoni: “Ogni corsa è una roulette russa”
Dietro la freddezza dei comunicati, c’è la quotidianità di chi guida gli autobus romani in zone difficili. “Non sappiamo mai se torneremo a casa sani e salvi”, scrive Andrea Lucidi, autista della rimessa di Magliana, in una lettera diventata virale sui social tra i colleghi. “Ogni fermata può diventare un potenziale pericolo. Le sassaiole, le aggressioni verbali e fisiche sono all’ordine del giorno”.
Gli autisti di via Candoni e Magliana, due rimesse che servono i quartieri più periferici del sud-ovest romano, raccontano una realtà di solitudine e abbandono istituzionale. “Quando chiediamo più sicurezza veniamo ascoltati, ma poi non cambia nulla”, spiegano. “Abbiamo paura non solo per noi, ma anche per i passeggeri che trasportiamo. A volte abbiamo famiglie con bambini a bordo e ci sentiamo impotenti”.
L’indignazione dei sindacati: “Così non si può più lavorare”
Francesco Menegat della Fast Confsal chiede che le istituzioni prendano in esame lo spostamento del campo rom a via Candoni e come misura tampone l’istallazione di paratie alte tra il campo rom e il confinante deposito di Magliana. “Non possiamo accettare che i nostri lavoratori rischino la vita ogni giorno”, ha dichiarato Massimo Boni, segretario della Faisa Cisal. “Chiediamo pattugliamenti nelle aree più sensibili, telecamere di sorveglianza potenziate e la presenza costante della polizia municipale ai capolinea”.
Anche l’Ugl Autoferrotranvieri e la Fit Cisl hanno espresso solidarietà agli autisti, denunciando “una deriva di violenza e impunità” che da mesi colpisce i servizi pubblici locali. In molte zone periferiche della città, soprattutto lungo le linee notturne, gli episodi di vandalismo e aggressione sono ormai una drammatica consuetudine.
Atac e Comune di Roma: le misure allo studio
Dal Campidoglio arriva la promessa di interventi. L’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, ha condannato gli episodi e assicurato che “la sicurezza dei conducenti è una priorità assoluta”. Tra le ipotesi allo studio, l’installazione di vetri antisfondamento, l’ampliamento della rete di videosorveglianza a bordo dei mezzi e un coordinamento più stretto con le forze dell’ordine nei quartieri considerati a rischio.
Atac, da parte sua, fa sapere che continuerà a “monitorare la situazione con la massima attenzione”, ma i lavoratori chiedono fatti concreti. “Siamo stanchi di promesse – replica Lucidi –. Ci vogliono controlli veri, presidi fissi e una rete di protezione reale. Non possiamo continuare a essere bersagli mobili”.
Sicurezza sui mezzi pubblici: un problema che riguarda tutti
Il caso dei sassi contro i bus Atac riaccende il dibattito sulla sicurezza del trasporto pubblico urbano in Italia. Solo a Roma, secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, nel 2024 si sono registrati oltre 300 episodi di aggressione o vandalismo ai danni di conducenti o mezzi pubblici. Un fenomeno che, oltre a mettere in pericolo la vita di chi lavora, mina la fiducia dei cittadini nel servizio.
Molti utenti, soprattutto nelle ore serali, scelgono di rinunciare ai mezzi pubblici per paura. E questo, a sua volta, incide sulla qualità del servizio e sui conti dell’azienda, alimentando un circolo vizioso difficile da spezzare.
Un grido d’allarme che non può restare inascoltato
“Non vogliamo eroi, vogliamo protezione”, scrive Lucidi. Le sue parole, che racchiudono il sentimento di centinaia di colleghi, riassumono la stanchezza e la paura di una categoria dimenticata.
Gli autisti Atac non chiedono privilegi, ma il diritto di lavorare in sicurezza, come qualsiasi cittadino. La loro voce, oggi, è anche quella di una città che non può più permettersi di chiudere gli occhi davanti a un problema che riguarda tutti: la sicurezza di chi garantisce ogni giorno un servizio essenziale, spesso nell’indifferenza generale.
