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Roma. Salario accessorio, rottura definitiva tra politica e sindacati

Al via l’approvazione dell’atto unilaterale in Giunta. E’ stato di agitazione

Sarà proclamato ufficialmente lunedì lo stato di agitazione da parte dei sindacati CGIL, CISL, UIL e CSA. Ma, di fatto, l’agitazione è già in atto a partire da oggi.

Come abbiamo spiegato, ieri si è conclusa con un nulla di fatto la trattativa tra il vicesindaco Nieri e i sindacati in merito non solo al salario accessorio – che spesso rappresenta il discrimine tra la soglia di povertà e quella di sopravvivenza – ma anche in merito alla riorganizzazione dell’assetto lavorativo dei dipendenti capitolini, inclusi gli amministrativi, i Vigili e le maestre ed educatrici e quindi il settore scolastico educativo. Eppure, quando il sindaco Ignazio Marino aveva invocato la mano del deus ex machina che si chiama Ministero dell’Economia (MEF), il ‘contenzioso’, come riportato in relazione, era tutto circoscritto alla modalità di erogazione del salario accessorio, c.d. ‘a pioggia’ – con un contratto, sia chiaro, che non viene aggiornato da 5 anni. Quindi, in virtù di questo, non si capisca perché si stia premendo l’acceleratore sulla riorganizzazione del contratto, nonostante questo punto non fosse tra le priorità richieste dal MEF.

Dopo la mancata trattativa, oggi si è tenuta la riunione di Giunta, durante la quale, sul tavolo, è stato messo l’atto unilaterale stilato dal vicesindaco Nieri. “In Giunta abbiamo deciso, con un certo rammarico, di approvare la delibera che fissa i termini del nuovo contratto decentrato” – ha dichiarato il sindaco Ignazio Marino al termine della seduta di Giunta, in Campidoglio. “Il contratto – ha poi precisato – ha caratteristiche di provvisorietà perché, come prevede la legge, ora inizierà un percorso. Abbiamo scritto un documento che permetterà agli impiegati del Comune di continuare ad avere il salario accessorio, senza interruzione, che altrimenti non avremmo potuto pagarlo già dalla fine di agosto”.

Così dice il sindaco, tentando di rassicurare i dipendenti, almeno sull’erogazione del salario accessorio. Visto che tutto il resto, per sua stessa ammissione, è ‘provvisorio’. E per rassicurarli, sostiene che da questo mese non “avremmo potuto” pagare gli stipendi. Già, peccato però che la delibera che garantiva il pagamento del salario accessorio fino al 31 luglio sia stata sottoscritta, con un termine del tutto arbitrario, dalla Giunta stessa.

Intanto, dal canto suo, anche il vicesindaco Nieri prova a ‘metterci la pezza’. “Noi manterremo aperto il dialogo con le organizzazioni sindacali” – quelle stesse organizzazioni sindacali che ieri sera ha salutato, intorno all’1.30 di notte, senza troppi complimenti. “Stiamo avviando un processo assolutamente nuovo – ha aggiunto – e sarà fondamentale, anche in considerazione del fatto che questo atto non è definitivo che il dialogo continui per il bene dei dipendenti e della nostra città. Noi abbiamo approvato un atto che deve passare dalla verifica dei revisori dei conti. Ci prenderemo tutto il tempo che serve, ritorneremo sulle cose…” – ha fatto sapere. Per poi aggiungere: “Non ci sono tagli, il fondo è lo stesso del 2013 e sul tavolo delle trattative ci sono oltre 8 milioni da usare per progetti di produttività. Speriamo che le buste paga aumentino pure”.

Eppure, tra i sindacati e i lavoratori la preoccupazione si dilaga. Anche perché non è ben chiaro il concetto di produttività di Roma Capitale. “Non verranno più dati istituti a pioggia – ha spiegato ancora Nieri, riferendosi alla famosa relazione del MEF – Il cuore della proposta sta nella produttività e nella turnazione. Stiamo parlando di istituti completamente nuovi che non erano state mai nemmeno discusse e per questo è fondamentale il contributo delle organizzazioni sindacali. Siamo nell’innovazione totale” – afferma.

Anche l’assessore alla Roma Produttiva Marta Leonori ha parlato di ‘decisione sofferta’. Ma, come mai – viene da chiedersi – tanto ottimismo per una decisione sofferta, o per dirla con le parole del sindaco: ‘con molto rammarico’?

E mentre in Giunta, con ‘molto rammarico’ si prendeva una ‘decisione sofferta’, in piazza del Campidoglio, ai piedi della Lupa Capitolina, i sindacati e i dipendenti protestavano. ‘Vergogna’, ‘buffoni’, ‘Marino vattene a casa’: queste le voci di una piazza esasperata da mesi di incertezza e da una trattativa sfumata sotto i loro occhi questa notte. Con loro, le sigle sindacali CGIL, CISL, UIL e CSA che avevano anche, simbolicamente, occupato il I Dipartimento Risorse Umane in via del Tempio di Giove in segno di invito alla parte politica. Un modo per dire: ‘Siamo qui al tavolo, vi aspettiamo per risolvere insieme questa difficile situazione’.

Il gruppo di dipendenti capitolini, tra cui un nutrito numero di maestre ed educatrici in protesta già ieri mattina, ha anche duramente contestato il vicesindaco Nieri e il segretario generale Liborio Iudicello, sempre nella piazza del Campidoglio. “Risulta incomprensibile la scelta del sindaco – ha commentato Di Cola della Fp Cgil – Quello di oggi è l’ennesimo fallimento della giunta Marino nella gestione del personale, irresponsabilmente si è scelto di non proseguire il confronto scegliendo il muro contro muro e generando rabbia e caos tra i dipendenti”.

‘Marino fermati un pochino, contratto unilaterale colpo mortale’ – così uno striscione esposto in piazza del Campidoglio, al fianco di un altro che recita: ‘Rispetto’.

Già nel primo pomeriggio, lo stesso Di Cola a Romait aveva spiegato che tutte le sigle sindacali erano intenzionate a prendere in considerazione ogni tipo di mobilitazione per riuscire a cambiare l’atto unilaterale. Atto che, poi, è arrivato. Nonostante l’invito del capogruppo PD in Campidoglio Francesco D’Ausilio e del presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti i quali avevano commentato dispiaciuti la rottura delle trattative. Coratti, poi, aveva invitato la Giunta a non prendere decisione affrettate e ad agire “con cautela”.

“Da parte dei sindacati c’è stata la massima disponibilità. Abbiamo lanciato gommoni e canotti per il salvataggio di quest’aspetto, perché se avessero voluto avrebbero potuto concertare insieme ai sindacati per salvare i dipendenti” – fa sapere Catia Mineo di CSA. “Per tutto il tempo che siamo stati al tavolo – ha continuato – non abbiamo visto una minima apertura, ma il vicesindaco ha ritenuto opportuno chiudere la trattativa. L’abbiamo ulteriormente invitato a ripensarci, perché siamo responsabili e perché questa è una sconfitta per tutti. Eppure, i veri sconfitti sono loro. La Giunta, il sindaco, il vicesindaco non hanno capito che per essere il 1 Agosto, e per essere noi tutte qui, vuol dire che qualcosa di grave sta succedendo. Evidentemente la verità non viene detta per quel che riguarda l’organizzazione dei servizi, che può essere fatta quando ci sono le strutture a disposizione. Abbiamo più volte detto che le scuole cadono a pezzi, i nidi sono invasi da topi, e altro, e a tutto oggi, sono le insegnanti, per buona volontà a dipingere le pareti. Se non è produttività questa!” – aggiunge.

Anche dal governo arrivano voci simili: “La questione del salario accessorio può essere risolta con i sindacati e i lavoratori senza inutili conflitti. Solo tre mesi fa il Governo è intervenuto per porre rimedio ad una questione sollevata dall’amministrazione capitolina indicando un percorso definito da seguire. Come già sottolineato nei mesi scorsi infatti il provvedimento governativo non indica deadline, ma istituisce un comitato presso la conferenza unificata per definire i nuovi criteri” – fanno sapere i deputati PD Umberto Marroni, Lorenza Bonaccorsi, Marco Di Stefano, Andrea Ferro, Monica Gregori e Nico Stumpo. “Riteniamo quindi – continuano – che non sia utile anticipare le decisioni del tavolo con un contratto decentrato unilaterale che potrebbe, solo dopo poco tempo, essere messo in discussione dalle future indicazioni. Inoltre è necessario in questo momento di crisi e di difficoltà delle famiglie dare certezze a chi guadagna poco più di mille euro al mese evitando di creare inutili allarmismi”.

“Il sindaco Marino scenda dalle barricate, riapra la trattativa immediatamente e ascolti i lavoratori della sua amministrazione. Con le scelte autoritarie si producono solo errori clamorosi e gli eventi di questi mesi avrebbero dovuto insegnarglielo” – è questa la sentenza definitiva delle sigle CGIL, CISL, UIL e CSA. 

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