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Roma, urtisti si difendono da accuse stampa: non siamo invasori abusivi

“Rispediamo al mittente l’accusa che ci rivolge ‘Il Fatto Quotidiano’ e chiediamo scuse pubbliche”, scrive in una nota l’Associazione storica Urtisti di Roma

"Gli urtisti non invadono nulla: noi lavoriamo nella zona del Vaticano. Abbiamo regolari licenze da oltre cent'anni, siamo una categoria storica di Roma e patrimonio dell'umanità. Rispediamo al mittente l'accusa che oggi ci rivolge Il Fatto Quotidiano e chiediamo scuse pubbliche, perché nessuno può permettersi di attaccarci come fossimo degli invasori abusivi". Così, in una nota, l'Associazione storica Urtisti di Roma, in merito all'articolo di oggi pubblicato sul quotidiano a firma di Gianluca Roselli, dal titolo "Il leghista in corsa per guidare gli ebrei romani".

"Siamo 115 operatori su suolo pubblico, gli unici legittimati addirittura da una Bolla papale a svolgere il nostro mestiere nei pressi dei monumenti della Capitale– aggiungono gli urtisti- Lo facciamo da una vita, onestamente, paghiamo le tasse e vendiamo merce regolare: non ci pieghiamo davanti agli attacchi gratuiti che ci rivolge una certa stampa e, soprattutto, non diamo sponda nelle vicende legate alle elezioni per la Comunità ebraica che avranno luogo domani 16 giugno.

Il voto è libero. Abbiamo colleghi candidati e ciascuno farà la propria scelta. L'unica certezza che accomuna tutti e 115 operatori gli operatori di categoria è che abbiamo ben chiaro chi da sempre si batte al nostro fianco per tutelare il nostro diritto a lavorare e la nostra dignità di lavoratori, perorando la nostra causa da anni soprattutto contro gli attacchi che il Campidoglio ci rifila in maniera reiterata da quattro anni a questa parte". (Zap/ Dire) 

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