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Roma Tufello, droga: sgominata dalla Polizia una grossa banda

I delinquenti spadroneggiavano da tempo nel quartiere. Da qui il nome dell’operazione condotta dalle Forze dell’ordine: “Gli intoccabili”

Modello Gomorra. Ma a Roma: nel quartiere del Tufello, alla periferia nord della Capitale. Un quadrilatero compreso tra i caseggiati di via Tonale, via Monte Petrella, via Monte Crocco e via Monte Epomeo. Una “piazza di spaccio” organizzata in grande stile e aperta pressoché ininterrottamente, di giorno come di notte. I pusher impegnati a smerciare la droga e i collaboratori di supporto indaffarati a svolgere funzioni di, chiamiamola così, vigilanza.

Sono le stesse scene che abbiamo visto in tv nella fiction tratta dal libro di Roberto Saviano. E come le abbiamo viste noi spettatori, è chiaro che le avranno viste i criminali della banda che è stata sgominata oggi dalla Polizia di Stato. Sempre ammesso che non fossero già informati “per esperienza diretta”.

A finire in manette, comunque, sono state venti persone. Che avevano  messo in piedi una vera e propria associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e alla detenzione illegale di armi da fuoco. Una gang organizzata militarmente, in modo da reperire cospicui quantitativi di droga destinata allo spaccio e con l’aggravante di essere una consorteria criminale armata. Per gestire i loro traffici, avevano occupato interi spazi pubblici del quartiere, prediligendo i cortili e le zone condominiali degli edifici per gli scambi di droga. Un territorio tenuto in ostaggio dalla coesistenza dei venditori di stupefacenti e della loro clientela.

Gli affari, manco a dirlo, andavano a gonfie vele, con guadagni stimati dagli inquirenti in 4mila euro giornalieri. Al vertice dell’organizzazione si collocano Christian Primavera (classe 1993), Fabio Guida (classe 1984) e Andrea Giuliani (classe 1994) i quali erano in grado di sovrintendere ogni fase dell’attività criminosa, dal reperimento di diverse tipologie di sostanza stupefacente, alla distribuzione tra i ‘soci’ per il successivo smercio, garantendo costantemente la funzionalità dell’intera organizzazione.

Christian è il figlio minore di Guerino e fratello di Daniele e Fabrizio Primavera, tutti membri dell’omonima famiglia malavitosa costituente una pericolosa consorteria criminale operante nel quartiere San Basilio. Loro, dopo un breve periodo di latitanza, furono arrestati nel 2015 da questa Squadra Mobile per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti in esecuzione di un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere, nel cui ambito Primavera Christian risultava indagato in stato di libertà.

Tra i destinatari delle misure restrittive risulta anche un avvocato del Foro di Roma, sottoposto agli arresti domiciliari. L’uomo, sprezzante delle norme penali e deontologiche, su esplicita richiesta del ‘kapò’ Christian Primavera, forniva indicazioni all’organizzazione sul luogo in cui era occultata la droga non rinvenuta dalla polizia giudiziaria in occasione dell’arresto di Stefano Antonini, suo assistito.

Il lungo e complesso lavoro investigativo (attività censorie, servizi di osservazione controllo e pedinamento, arresti, perquisizioni e sequestri) ha consentito di delineare all’interno del gruppo criminale i vari ruoli assegnati e svolti dagli indagati. Le fonti di prova raccolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, venivano oltremodo avvalorate dai numerosi sequestri di droga e armi. Nel corso delle indagini sono stati arrestati diversi spacciatori e si sono contestate violazioni amministrative agli assuntori con contestuale ritiro della patente di guida; venivano altresì sequestrati in diverse operazioni 15 kg circa di sostanza stupefacente (in prevalenza cocaina), cinque pistole, un fucile e numerose munizioni.

Oltre a essere criminali incalliti, i capi e i membri della gang erano anche arroganti. Non solo con i cittadini qualsiasi e, ovviamente, con i propri clienti, ma addirittura nei confronti delle forze dell’ordine. In pratica, si sentivano al di sopra di ogni possibile sanzione e da questo è scaturita la denominazione dell’operazione di polizia: “gli Intoccabili”.

Oggi, per fortuna, sappiamo che non era così.

 

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