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Roma, scontrino 430 euro emesso a turiste: locale riaperto dopo chiusura 5 ore

430 euro per acqua e spaghetti, le reazioni: un danno gravissimo per città già colpita da problematiche e critiche

Due turiste giapponesi hanno postato sui social uno scontrino di 429,80 euro ricevuto dopo aver consumato due piatti di spaghetti al pesce e una bottiglia d'acqua in un ristorante romano. Successivamente la denuncia del super scontrino, pubblicata da "Il Messaggero", gli agenti della Polizia locale di Roma sono intervenuti presso il locale che ha emesso lo scontrino, anche su invito del Campidoglio, per verificare eventuali irregolarità.

L'esercizio commerciale era già stato chuso per 5 giorni, antecedentemente, per i tavolini all'aperto posizionati oltre la superficie consentita dal I Municipio. I vigili intervenuti venerdì 27 settembre, hanno constatato che la violazione dei tavolini persisteva, e hanno nuovamente sospeso la licenza per altri 5 giorni.

Ma l'attenzione degli agenti era soprattutto concentrata sul maxi scontrino ricevuto dalle due turiste giapponesi, in particolare sulla voce della mancia di 80 euro, che non può essere inserita nel conto, soprattutto se imposta ai clienti. Ora i gestori rischiano una sanzione amministrativa di qualche migliaio di euro. Intanto la Polizia locale ha assicurato che terrà sott'occhio il locale denunciato. 

Dopo essere stato chiuso per sole cinque ore nella giornata di venerdì 27 settembre, il giorno dopo, sabato, l'Antico caffè di Marte, in via del Banco di Santo Spirito, ha ripreso la sua attività normale. Secondo "Il Messaggero", i titolari hanno chiesto e ottenuto la riapertura del locale in cambio di liberare il marciapiede da tavolini e sedie posti in modo non consentito. Rimane, invece da saldare il "conto" della sanzione amministrativa da migliaia di euro, per gli 80 euro di mancia inseriti nel conto, già di per sé pungente.

"È chiaro che gli obiettivi di qualità, che ci siamo dati come priorità, diventano difficilmente perseguibili quando due turiste giapponesi arrivano a pagare 429,80 euro per due piatti di spaghetti". Lo scrive su facebook l'assessore capitolino allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro, Carlo Cafarotti.

"Con questi comportamenti, che definirei persino offensivi in primis per la categoria- aggiunge- non si arriva da nessuna parte. Oltre a respingere di fatto la clientela, che va invece coccolata e invitata a tornare, si denigra l'immagine di Roma nel mondo. Evidentemente questi (dis)servizi, come ho detto giorni fa, dipendono dalla filiera, non dall'amministrazione. Chi di voi tornerebbe in una città in cui è stato impunemente derubato? Chi di voi la consiglierebbe ad amici e parenti

Durissime le parole del Codacons, che chiede misure drastiche qualora le accuse ai ristoratori venissero accertate. Sulla bilancia, secondo il presidente Carlo Rienzi, non vi è solo la credibilità del ristorante in questione, ma l'immagine di Roma nel mondo. "Si tratta di episodi che causano danni economici ben superiori ai 430 euro pagati dalle due turiste", ha dichiarato Rienzi.

"L'immagine di Roma agli occhi del mondo, già particolarmente critica a causa dei tanti problemi della capitale, appare ancora una volta lesa, con effetti diretti sul turismo e sugli esercenti corretti. Per tale motivo, se saranno accertate scorrettezze e furberie, al locale in questione dovrà essere ritirata definitivamente la licenza", conclude Codacons. 

Forte anche la presa di posizione di Confesercenti Roma, espressa in un comunicato dal presidente Claudio Pica: "Quanto accaduto a due turiste giapponesi è molto grave. Per tutta la categoria degli esercenti si tratta di un grande danno d’immagine, poiché gran parte dei ristoratori romani lavorano quotidianamente per mantenere alti gli standard qualitativi e normativi di prodotti e servizi".

 "Chiediamo da una parte l’intervento dei Carabinieri e della Polizia Turistica di Roma Capitale, dall’altra la possibilità di prevedere una sanzione elevata insieme alla sospensione della licenza nei confronti di quegli esercenti che si prendono gioco della clientela. Un comportamento inaccettabile che va disciplinato e su cui – ci chiediamo – la magistratura potrebbe anche configurare reati penali".  (Foto di repertorio)

 

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