Roma, protesta pro Palestina dopo il blocco della Flotilla: oltre 5mila in corteo
Gli slogan e gli striscioni non chiedevano soltanto la “Palestina libera”, ma anche un cambio di passo da parte delle istituzioni italiane

Il blocco delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla da parte delle autorità israeliane ha innescato, mercoledì sera, una catena di mobilitazioni in tutta Europa. A Roma, il presidio permanente di piazza dei Cinquecento – ribattezzata dagli attivisti “piazza Gaza” – è diventato il punto di partenza di un corteo che ha coinvolto più di 5mila persone. Non si è trattato soltanto di un raduno spontaneo, ma di una manifestazione preparata da tempo dai movimenti pro Palestina e dal sindacato Usb, che avevano già annunciato iniziative in caso di nuove restrizioni sul fronte di Gaza.
Perché la manifestazione a Termini non è un episodio isolato
Le conseguenze pratiche sono state immediate: la stazione Termini blindata, la fermata metro chiusa su disposizione delle forze dell’ordine, le strade limitrofe transennate. Roma ha così vissuto ore di disagi, soprattutto per pendolari e residenti del centro. Tuttavia, la gestione dell’ordine pubblico è stata improntata alla massima prudenza: nessuno scontro, nessun episodio di violenza, ma un monitoraggio costante per contenere l’impatto della protesta.
Un segnale politico per il governo italiano
Al di là della cronaca, la manifestazione ha un chiaro significato politico. Gli slogan e gli striscioni non chiedevano soltanto la “Palestina libera”, ma anche un cambio di passo da parte delle istituzioni italiane, accusate di mantenere una linea troppo tiepida nei confronti di Israele e di ignorare la sofferenza civile a Gaza. Il corteo, inizialmente diretto verso palazzo Chigi, si è poi diretto verso piazza Barberini e poi su via del Tritone direzione piazza San Silvestro, dopo un accordo con la Questura, ma la richiesta di un confronto con il governo resta sul tavolo.
Roma come crocevia di solidarietà internazionale
Che la capitale italiana sia diventata un luogo simbolico della solidarietà con la causa palestinese non sorprende. Negli ultimi mesi, Roma ha ospitato presidi, cortei, incontri pubblici e iniziative di sensibilizzazione. Piazza dei Cinquecento è stata trasformata dagli attivisti in un presidio permanente, ribattezzato con il nome di Gaza. Un gesto non solo simbolico, ma anche comunicativo: portare la questione palestinese nel cuore pulsante della città, davanti alla principale porta ferroviaria del Paese.
Le reazioni delle famiglie e dei cittadini
Tra i cittadini romani, la reazione è stata duplice. Da un lato c’è chi ha espresso fastidio per i disagi causati dalla chiusura della stazione e dalla paralisi del traffico; dall’altro, chi ha accolto la manifestazione come un atto di giustizia simbolica. Numerose famiglie hanno raccontato di aver dovuto deviare i propri percorsi abituali, ma senza tensioni particolari. Alcuni residenti hanno portato solidarietà agli attivisti, condividendo cibo e acqua durante le ore di presidio.
L’Italia e la sfida mediorientale
La protesta di Roma è anche lo specchio di un dilemma più ampio: quale ruolo può e deve avere l’Italia nello scacchiere mediorientale? Mentre altri Paesi europei hanno preso posizioni più nette sul conflitto in corso, il governo italiano appare diviso tra il tradizionale rapporto con Israele e le crescenti pressioni di opinione pubblica, movimenti sindacali e associazioni civili.
Il corteo di Termini-Barberini-San Silvestro ha riportato la questione al centro del dibattito, mostrando come la politica estera non sia più confinata ai palazzi istituzionali ma abbia un impatto diretto nelle piazze e nella vita quotidiana dei cittadini.
Cos’è la Global Sumud Flotilla
La Global Sumud Flotilla è un’iniziativa internazionale che vede la partecipazione di imbarcazioni civili dirette a Gaza con l’obiettivo dichiarato di rompere il blocco israeliano e portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
L’organizzazione raccoglie attivisti, associazioni e gruppi della società civile provenienti da diversi Paesi europei e mediterranei. Le navi trasportano medicinali, beni di prima necessità e materiale di supporto per ospedali e scuole.
L’iniziativa prende il nome dalla parola araba sumud, che significa “resilienza” o “resistenza non violenta”, a sottolineare il carattere pacifico della missione. Tuttavia, ogni volta che le imbarcazioni tentano di raggiungere le coste di Gaza, interviene la marina israeliana, che ne impedisce l’attracco, invocando ragioni di sicurezza nazionale. E così è accaduto anche questa volta, per fortuna in maniera non cruenta.
Negli anni, episodi simili hanno suscitato ampie proteste in Europa e nel mondo, trasformando la flottiglia in un simbolo di mobilitazione internazionale per la causa palestinese.
Le proteste pro Palestina in Europa
La manifestazione di Roma non è un caso isolato. In contemporanea al blocco della Flotilla, mobilitazioni si sono registrate in diverse città europee, da Madrid a Parigi, da Atene a Berlino.
Ogni volta che una flottiglia viene fermata, scatta un’ondata di presidi e cortei, spesso organizzati da sindacati, associazioni studentesche e comunità palestinesi locali. Le rivendicazioni sono simili: chiedere la fine del blocco di Gaza, più impegno umanitario e un cambiamento di linea nei confronti di Israele da parte dei governi occidentali.
Roma, in questo quadro, si conferma una delle capitali europee più attive: la scelta della stazione Termini come epicentro della protesta ha un valore simbolico forte, perché pone la questione palestinese al centro della vita cittadina e sotto gli occhi di migliaia di viaggiatori ogni giorno.