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Autovelox, parte il censimento nazionale: ecco dove sono i dispositivi a Roma e nel Lazio

Dal 30 novembre scatterà una regola netta: tutti gli autovelox non registrati non potranno più emettere multe

Si può capire se l'autovelox funziona?

Autovelox - AdobeStock - RomaIT.it

Da oggi in Italia è operativo il primo censimento ufficiale degli autovelox. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Polizia Stradale, Carabinieri, Comuni e Province hanno sessanta giorni per inserire i dati dei dispositivi sulla piattaforma telematica del Mit. Dal 30 novembre scatterà una regola netta: gli autovelox non registrati non potranno più emettere multe.

Per i cittadini romani e laziali, spesso alle prese con sanzioni ripetute e contestazioni, la novità rappresenta un passaggio cruciale: finalmente sarà possibile consultare un elenco unico e ufficiale degli apparecchi effettivamente in uso.

Una carta d’identità per ogni autovelox

Ogni amministrazione dovrà indicare marca, modello, numero di matricola ed estremi di approvazione. Tutti i dati confluiranno nel Portale dell’Automobilista, accessibile a chiunque. È un’operazione di trasparenza che riguarda da vicino anche Roma, dove gli autovelox hanno spesso sollevato polemiche, soprattutto nei tratti urbani più trafficati.

Gli autovelox a Roma: dove si trovano i principali

La Capitale conta decine di dispositivi fissi e mobili, molti dei quali posizionati lungo le grandi arterie di ingresso e uscita dalla città. Tra i più noti:

  • Via Cristoforo Colombo: più punti di rilevazione, soprattutto all’altezza di Ostia e Malafede, spesso contestati dagli automobilisti per il numero elevato di sanzioni.
  • Tangenziale Est: dispositivi di controllo della velocità media (tutor) tra Batteria Nomentana e San Lorenzo.
  • Via del Mare: frequenti postazioni fisse e mobili, soprattutto nei tratti a doppia corsia.
  • Via Aurelia: postazioni in uscita da Roma, in direzione Civitavecchia.
  • Grande Raccordo Anulare (GRA): diversi autovelox mobili gestiti dalla Polizia Stradale, soprattutto nei tratti più pericolosi e congestionati.
  • Via Tiburtina e Via Prenestina: postazioni fisse nei tratti più urbanizzati.

Nel Lazio: le strade più controllate

Anche fuori dalla Capitale i dispositivi sono numerosi. Tra i più significativi:

  • Pontina (SS148): autovelox fissi nei pressi di Aprilia, Pomezia e Terracina, spesso contestati ma giustificati dall’alto tasso di incidenti della statale.
  • Cassia e Cassia Bis: dispositivi attivi tra Nepi e Monterosi.
  • Salaria: controlli nei tratti più vicini a Rieti e Roma.
  • Autostrada A24 Roma–L’Aquila: tutor e autovelox fissi nei tratti di maggior traffico.
  • Superstrada Frosinone–Sora: diversi dispositivi gestiti dalle amministrazioni locali.

Le conseguenze per automobilisti e Comuni

Per gli automobilisti la novità si traduce in più trasparenza: le multe saranno valide solo se emesse da apparecchi censiti e registrati. Per i Comuni e gli enti locali, invece, significa correre contro il tempo: entro due mesi dovranno inserire tutti i dati. Chi non lo farà rischia di perdere una fonte importante di entrate e, soprattutto, di lasciare scoperti tratti stradali pericolosi.

Il nodo omologazione dei dispositivi autovelox

Resta irrisolto il problema dell’omologazione: da oltre trent’anni manca un decreto che definisca chi e come debba certificare i dispositivi. La Cassazione ha chiarito che approvazione e omologazione non sono la stessa cosa, e questo apre la strada a ricorsi e annullamenti di verbali.

Finché il governo non interverrà su questo punto, il rischio è che l’operazione verità sul censimento venga percepita come incompleta.

Un cambiamento atteso da anni

Il censimento degli autovelox rappresenta un passaggio storico anche per Roma e il Lazio, territori dove il tema della sicurezza stradale è particolarmente sentito. Se la trasparenza promessa dal Mit verrà accompagnata da regole certe sull’omologazione, potrà davvero cambiare il rapporto tra cittadini e istituzioni: meno diffidenza e più fiducia verso strumenti che, se usati correttamente, servono a salvare vite.