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Roma, per il M5S la Raggi è diventata una “grana Capitale”

Pesantissimo affondo del Ministro Spadafora alla vigilia del temutissimo sciopero generale. E si moltiplicano i problemi legati ai trasporti

La lingua, si sa, ferisce più della spada, soprattutto se si viene colpiti dal fuoco amico. Ma è ancora peggio – decisamente peggio – quando il j’accuse consta sia di lingua che di Spada(fora). Il riferimento è al Ministro grillino per le Politiche giovanili e lo Sport – vicinissimo al capo politico pentastellato Luigi Di Maio -, che ha fatto sobbalzare il sindaco della Capitale Virginia Raggi affermando senza mezzi termini che «Roma e l’amministrazione restano un problema. È un’esperienza dalla quale sicuramente potevamo e dovevamo aspettarci molto di più».

Parole che sono piombate come un macigno su un Campidoglio già scosso (eufemismo) da un elenco di problematiche che ricordano le dieci piaghe d’Egitto. La più grave è, naturalmente, il primo sciopero generale che minaccia di paralizzare la Città Eterna.

Roma, venerdì 25 sciopero trasporto pubblico: a rischio bus, metro e tram

I sindacati ne hanno fatto una questione politica, collegando la vertenza sulle municipalizzate all’atavico stato di degrado – e già questo è una sorta di tradimento della giunta Raggi, che Cgil, Cisl e Uil avevano appoggiato. Di qui, forse, l’accorato appello del primo cittadino, che ha chiesto la revoca dello sciopero asserendo che l’obiettivo del blocco della città «non ha alcuna giustificazione oggettiva»: ricevendo però in risposta solo il silenzio assordante della Triplice.

Nel frattempo, Ama (l'azienda capitolina che si occupa della raccolta dei rifiuti) ha invitato i cittadini a tenere la spazzatura in casa nella giornata di venerdì 25 ottobre, mentre Atac (la partecipata del Comune per la mobilità) ha assicurato il rispetto delle fasce di garanzia, dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17.00 alle 20.00.

Proprio dal settore dei trasporti, poi, sono arrivati altri due grattacapi per la Raggi. Il primo riguarda proprio Atac che, in seguito alla maxi-inchiesta sulla manutenzione delle scale mobili nelle due linee della metropolitana, ha pensato bene di promuovere il dirigente Alberto Lanzone: il quale, benché non indagato, è stato intercettato mentre lamentava che i suoi dipendenti non erano neppure in grado di falsificare i documenti relativi alla manutenzione stessa. Va bene il principio “promoveatur ut amoveatur”, ma forse ragioni di opportunità avrebbero potuto almeno sconsigliare un simile premio.

L’altro caso che imbarazza il M5S è quello relativo a Stefano Brinchi, presidente dell’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, finito del mirino della Corte dei Conti per essersi aumentato lo stipendio di circa il 50% – percentuale che corrisponde a quasi 30mila euro l’anno. Il manager, che segue dossier considerati molto importanti dai Cinque Stelle, si è detto disponibile a rinunciare all’incremento, ma certo è un bel danno d'immagine per un MoVimento che si è sempre vantato di combattere gli sprechi e i privilegi “da casta”.

Si aggiunga che tutto questo è andato a sommarsi allo smacco della sentenza sul "Mondo di Mezzo" (con l'esclusione dell'associazione mafiosa), e l'incubo del Campidoglio è completo.

Che poi l'Urbe sia una città difficile da gestire è fuor di dubbio, ma è altrettanto vero che riesce sempre a riservare delle sorprese: come le due tombe medievali appena scoperte nel cuore della Capitale, in via del Governo Vecchio.

Forse, comunque, è solo il modo con cui il Caput Mundi ci sta indicando la strada. Forse Roma è diventata più esigente, e non è più disposta a tollerare l'incapacità dei suoi amministratori. Forse, è semplicemente così che esprime il suo desiderio – modesto e insieme complicatissimo: che possa finalmente essere guidata da un sindaco che sia all'altezza delle sue mille e millenarie meraviglie.

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